I Blues Brothers del Riesling

 

Si definiscono i Blues Brothers del vino, «in giro per l’Italia per compiere una missione di Dio». Il dio in questione è Bacco, e nello specifico Bacco di Mosella, Germania del nord, patria mondiale del Riesling, vitigno dalla grande personalità che però il mercato italiano conosce gran poco. Almeno a sentire l’opinione di Martin Foradori, titolare della nota cantina Hofstaetter di Termeno (BZ) e Nik Weis proprietario di Weingut St . Hurbans-Hof in Mosella.

blues brother wine

La missione che questi due wine boy vogliono compiere è quella di far conoscere agli appassionati di vino un vitigno davvero affascinante, di cui oggi però, se qualcosa si sa, riguarda la produzione altoatesina e francese (Alsazia). Perché? È presto detto: «Abbiamo rilevato i  vigneti della nota azienda vitivinicola Dr. Fischer: la famiglia Fischer – spiega Foradori – è rimasta proprietaria di poco meno di un ettaro, io ne ho acquistati 3,5, il terzo socio, Nik Weis, i restanti 1,5 ettari». Non un progetto che strizza l’occhio al mercato, «perché sul Riesling in Italia c’è poca cultura», ma un progetto del cuore e della passione. Che naturalmente i tre nuovi soci auspicano che si trasformi un buon business. «Il nostro sogno – prosegue Foradori – è quello di portare in qualche anno l’azienda dagli attuali 5,8 ettari e 50mila bottiglie a circa 12 ettari e 100mila pezzi». Che in termini di fatturato significherebbe passare da 350mila euro a 1 milione. Il 50% della produzione è destinata al mercato italiano, il restante soprattutto a quello americano, con una piccola parte da riversare sulla clientela tedesca.

«La freschezza e l’acidità dei vini della Mosella rispecchiano benissimo i gusti attuali del consumatore. E anche il prezzo è interessante. Con il genere Trocken ci piazzeremo sullo scaffale dai 12 ai 14 euro. Naturalmente, poi, ci saranno anche e bottiglie a costi maggiori», prosegue Foradori. La tradizione del Riesling della Mosella, infatti, è tra le più blasonate del mondo: negli anni Venti e Trena del Novecento questa tipologia di vini si trovava nelle carte dei più prestigiosi hotel di Parigi, Londra e Berlino a prezzi superiori degli champagne più prestigiosi. Poi, nel corso dei decenni, la produzione e la fama è andata scemando, soprattutto a causa di una difficoltà produttiva dovuta a un territorio prezioso ma difficile. Basti pensare che la pendenza dei vigneti raggiunge in Mosella il 60%. E allora perché non provare a produrre un gran Riesling in Alto Adige? «Da noi questo vitigno dà buoni risultati solo in piccolissime micro zone. Io stesso con Hofstatter ho 8mila mq di Riesling che presto convertirò in altro. Lo stile del Riesling della Mosella – spiega Foradori –  non ha eguali e questo è il motivo per cui mi sono lanciato in questa nuova impresa». I nuovi Riesling di Hofstatter in Mosella usciranno con l’etichetta Dr. Fischer e dovrebbero arrivare in Italia il prossimo marzo, pronti per debuttare al Vinitaly ma soprattutto sul mercato nazionale. E se i vini saranno come quelli di Nik che ieri ho degustato da Ceresio 7 a Milano, vi assicuro che vi faranno innamorare.


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