Sulla libertà enologica (e non solo)

Le convenzioni sociali, le ho sempre detestate. Un conto è l’educazione, un altro conto sono le convenzioni, formule accettate e passivamente seguite dalla maggioranza delle persone, senza nemmeno sapere il perché. Le convenzioni creano preconcetti, disegnano gabbie (seppur talvolta dorate), limitano la libertà.

Ecco, la libertà. Ci voleva il Covid per capire cosa significhi davvero la libertà, oggi che non siamo più liberi nemmeno di fare un aperitivo, di spostarci da un Comune all’altro, di andare a comprare un maglione di sabato e di domenica perché sono aperti solo gli alimentari, le farmacie, i negozi di cosmetici e quelli di lingerie, perché si sa, da una guêpière può dipendere la vita…

Ci voleva il Covid per amplificare i momenti, le emozioni, il tempo. Per farci guardare dentro la nostra vita e pensare: se fosse l’ultima notte al mondo, con chi la vorresti passare? Che cosa vorresti fare? La questione sta tutta qui.

Credo poi che il senso di libertà cambi con il cambiare degli anni. Ci sono cose che a certe età sembrano fondamentali (una bella auto, tanti vestiti, borse, gioielli) e con la maturità invece perdono di importanza: le abbandoneresti tutte se ti privassero della tua libertà.

Sto parlando di libertà di espressione, di pensiero, di sentimento e, certo, anche di spostamento. Per questo ci tengo sempre a dire, ogni volta che mi trovo a parlare in pubblico di vino, che nessuno può avere il diritto di dirci cosa è giusto che ci piaccia bere (e mangiare) o meno. Ci possono dare dei suggerimenti, consigliare come muoverci, ma mai e poi mai dirci che – faccio un esempio – se non ci piacciono i vini in anfora di Gravner non capiamo nulla di vino…

Il vino è libertà, avventura, esplorazione, sogno, fatica, vita, pensiero, cuore, passione, grandissima passione. Li senti subito i vini fatti a tavolino, perfetti come orologi svizzeri e freddi come ghiaccioli. Il vino non finisce mai di stupirti, ogni giorno con lui puoi fare una nuova scoperta, ogni momento è quello buono per incontrare un Syrah di cui innamorarti perdutamente, e difficilmente cadrai nella routine perché, se sei una persona che ama cambiare spesso, devi sapere che ci sono più etichette di vino nel mondo di quelle che potrai assaggiare in una vita intera.

Scegli da solo/a i tuoi vini preferiti e sentiti anche in diritto di cambiare gusti nel tempo.

A 45 anni ho ancora poche certezze (e forse questa è una fortuna). Sono certa di quanto un figlio cambi il concetto di quell’amore assoluto che in gioventù raccontavamo alle amiche di provare per Marco, Alberto o chiunque altro. Balle. L’amore assoluto lo provi solo con un figlio. Il resto dell’amore che ti rimane, e che può essere comunque tantissimo, è appeso a un filo su cui sfilano tutti i giorni aspiranti funamboli, equilibristi e circensi, sicuri di non cadere nel vuoto della banalità, del già visto, della retorica. Affascinare e poi spaventare, ecco il tuo sortilegio. Un’altra certezza che ho è il potere della perseveranza. E il mio ottimismo, il mio entusiasmo, un’energia che brucia persino nelle giornate più buie, quelle che anziché piangere (come vorrei), tiro su le maniche e penso a come diventare ancora più forte.

Tornando alla nostra libertà, quindi, posso solo augurarti di incontrare spesso, più spesso possibile, vini che a ogni sorso siano sempre come il primo bacio. E ricordati: il vino tenuto nella bottiglia, non placa la sete, e nemmeno l’amore inespresso.

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