Ogni tanto mi sento un po’ come Phileas Fogg, intenta a circumnavigare il mondo enologico del vino durante questa corsa contro il tempo per sconfiggere questo nemico invisibile. A dire il vero potrei sentirmi anche come la giornalista Nellie Bly che nel 1889 aveva deciso d intraprendere un viaggio attorno al mondo (da Hoboken a New York) in 80 giorni per il suo giornale, il New York World, emulando il protagonista del romanzo di Jules Verne Riuscì a completarlo in 72 giorni, gareggiando contro un’altra donna, Elizabeth Bisland, e stabilendo un record: Nellie, infatti, fu la prima donna a viaggiare attorno al mondo senza essere accompagnata ovunque da uomini e divenne un modello di emancipazione femminile (prima giornalista investigativa e creatrice del genere di giornalismo sotto copertura, nonché prima inviata di guerra). Una figura a me molto cara, che qui in questo blog calza a pennello, non solo perché anche io sono una giornalista, ma anche perché dal 2008 qui si parla al femminile, sostenendo da tempo che d il vino sia il simbolo di emancipazione di una nuova generazione di donne (leggi qui) e che niente sia più legato a doppio filo con la narrazione di Bacco di un’elegante sensualità.
Insomma, le donne forti ci piacciono, come ci piaccio i vini di carattere, che non si fanno dimenticare, che hanno il coraggio di esprimere la propria personalità, anche se imperfetta.
Veniamo a quello che ho assaggiato negli ultimi quattro giorni, con il solito mantra di Geisha Gourmet: prenderci il piacere del vino (e del cibo) senza sensi di colpa.
Zero Riserva Pas Dosé Sboccatura tardiva Alta Langa Docg 2013 Enrico Serafino
Enrico Serafino è uno dei miti dell’Alta Langa, una cantina fondata nel 1878 a Canale d’Alba, da un giovane di 24 anni che proveniva da una famiglia di produttori di pasta di Romano Canavese, senza alcun legame con il mondo del vino. Ma Enrico Serafino era deciso a cambiare completamente la propria vita per realizzare il suo sogno di produrre “vini di lusso: bianchi, rossi e spumanti dei migliori vigneti del Piemonte”. Questo Zero, ottenuto da uve Pinot Nero è appunto un Pas Dosé, ovvero un metodo classico senza liqueur d’expedition, che affina circa 60 mesi sui lieviti: al naso si percepiscono note di fiori di tiglio, pompelmo, salvia, frutta bianca matura, che sfumano in sentori di lievito e crosta di pane, al palato la struttura è sostenuta da una bella acidità e da una mineralità che si alterna tra le note di fiori, erbe aromatiche e lievito. Una bella bottiglia a un prezzo corretto.
Costa circa 32 euro
Oudeis Brut Alta Langa Docg 2016 Enrico Serafino
“Oudeis” in greco significa nessuno. Il messaggio è chiaro: di fronte alla natura e al terroir l’uomo è solo un mezzo. Composto per l’85% da uve Pinot Nero con un 15% di Chardonnay, è un metodo classico morbido e teso al contempo: al naso trovate con sentori di fiori gialli, frutta a polpa bianca, crosta di pane e minerali, mentre in bocca arriva soffice, con un perlage piacevolissimo in cui fluttuano sentori di agrumi, susine gialle e ancora crosta di pane. Un vino più “semplice” da gustare rispetto a Zero, ma non per questo meno intrigante.
Cost circa 22 euro
Ius Naturae Brut Nature Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut Docg Bortolomiol
La sintesi dell’anima biologica di Bortolomiol è questa bollicina metodo Charmat, Brut millesimato dai profumi di pera, agrumi, frutta esotica, fiori d’acacia, mentre al palato è sapido e fresco, morbido. Una bella espressione di Prosecco.
Costa circa 11.50 euro
Clé Dosaggio Zero Trentodoc 2015 Albino Armani
Al naso si presenta fruttate con piacevoli note di lievito, mela, agrumi, biancospino. Al palato è fresco, sapido, equilibrato, senza sbavature. Ma non mi ha emozionato, mi aspettavo qualcosa in più da un metodo classico annata 2015.
Costa circa 25 euro
Très Plus Langhe Doc 2012 Orlando Abrigo
Très Plus è un “omaggio” alla passione di Giovanni Abrigo per la viticoltura francese con la quale, secondo lui, il Piemonte condivide la cultura del cibo e la dedizione alla vigna. Très Plus (Chardonnay 85%, Nascetta 15%) fermenta in acciaio e viene fatto affinare in legno, il risultato è un vino di grande corpo, che al naso si apre con aromi minerali, di fiori bianchi e frutta gialla, mentre in bocca è avvolgente, lungo, fresco.
Costa circa 15 euro
Soave Classico Doc Vintage Edition 2017 Bertani
Dici Berani e pensi all’Amarone, ma in verità da questa cantina mitica per ogni wine lover esce anche un bianco di grande fascino, al punto da essere stato inserito nel menu per l’incoronazione di Giorgio VI d’Inghilterra nel 1937. Sto parlando di questo Soave Classico Vintage Edition, che ha la particolarità di nascere dall’unione di due vendemmie: una parte delle uve, circa il 40%, viene raccolta nel mese di settembre, e vengono fermentare tradizionalmente in bianco; la parte restante delle uve viene raccolta a fine ottobre, dopo attenta selezione dei grappoli, e viene vinificata “in rosso” con fermentazione sulle bucce, come si faceva negli anni Trenta. Poi, i due vini vengono uniti e affinano in vasche di cemento per 12 mesi. Il risultato è un Soave minerale, fresco, che fin dalla prima volta che l’ho assaggiato mi ha fatto pensare a come un vino possa essere così bevibile eppure così caleidoscopico, pieno di carattere, seducente: note di pesca, pera, albicocca e uva spina al naso, in boncca sapidità, ancora albicocca, un tocco di pesca, agrumi, grande mineralità, persistenza. L’ho amato dal primo sorso, e continuo ad amarlo. Rapporto qualità prezzo, ottimo.
Costa 12 euro