Il bello de Il Brutto

Dire “colfondo” è parlare di un brutto anatroccolo che potrebbe diventare un cigno maestoso.

Il termine definisce quella che per molti è la quintessenza del Prosecco, il suo stato primordiale, quello più vero.

Colfondo o col fondo sta a identificare un Prosecco che non pratica il degorgement, cioè la sboccata per rimuovere la feccia (i lieviti morti e i sedimenti). Il risultato è un vino che contiene ancora i lieviti e si possono scegliere due modi di degustazione: rimuovere i sedimenti scaricando oppure bevendolo così, al naturale, torbido.  Ma ottenere un vino di questo genere è tutt’altro che facile: ci vuole un’uva sana e ricca di vita, di ottima qualità, che assieme alla flora di cantina dia all’uva la flora batterica per fermentare spontaneamente alla prima luna di aprile. Chi vuole ottenere invece un prodotto più sicuro, aggiunge lieviti selezionati per innescare la fermentazione.

Il Colfondo è insomma nato prima del Prosecco che siamo abituati a bere oggi, in un periodo in cui ancora non esistevano le autoclavi. La prima fermentazione avveniva dopo la pigiatura dell’uva, col freddo il vino andava in “letargo“, per poi risvegliarsi quando la temperatura della cantina superava i 10°-12° C. Va imbottigliato la settimana di Pasqua, si risveglia con i primi caldi della primavera. Si devono utilizzare basi buone perchè una volta imbottigliato non può più essere modificato come avviene nel metodo classico, dove dopo la sboccatura, il vino viene completato con dosaggi. Non ha conservanti, il lievito e il gas delle fermentazioni hanno azione protettiva. A differenza degli Charmat esprime grandi diversità anche in terreni vicini. Il vino non è stabile, ma cambia nel corso dell’anno evolvendosi. Ogni bottiglia e ogni bicchiere sono diversi, raccontano questa evoluzione.

Questa tipologia di vinificazione è stata accantonata per anni, perchè i produttori si accorsero che era più facile e remunerativo produrre il vino in autoclave. Così, fino a poco tempo fa questo stile non rientrava nemmeno nella denominazione, mentre oggi il Colfondo ne è entrato a far parte a pieno titolo.

Il Colfondo è un vino senza omologazione, è un Prosecco che ha un’anima, vera complessa intrigante. Non esprime note floreali e fruttate come negli Charmat, che ormai si assomigliano molto.

Tra i migliori rappresentanti del genere c’è sicuramente Il Brutto di Montelvini: al naso è fresco, pulito e sprigiona note di limone e mela verde che poi si ritrovano anche in bocca. E’ leggero, presenta al palato anche – chiaramente – note di lievito e ha un’acidità ben bilanciata. Fa 11% vol e ha un contenuto zuccherino bassissimo: appena 2 g/l.


Un vino difficile forse da comunicare al cliente finale, se non si ha la passione e la dedizione per raccontare una tra le storie più accattivanti del territorio. Al primo sorso, vi innamorerete. Fidatevi.  In più Il Brutto (10mila bottiglie che speriamo diventino molte di più a breve) nasce ad Asolo, uno dei borghi più belli d’Italia, terra romantica, incredibilmente dolce, ricca di quiete e di scorci che spesso sorprendono.  In un sorso rivedi quella che è conosciuta come la “Città dei Cento Orizzonti”, ovvero quella Asolo –  ambasciatrice d’arte, signora dalla storia antica, dominatrice sui Colli Asolani, silenziosa e preziosa –  che si estende tra cornici di ulivi e cipressi, decorando il territorio con rigogliosi vigneti. Scrigno prezioso di personaggi che disegnarono la storia, come Caterina Cornaro, che la elesse a sua dimora, dando vita ad una sfarzosa corte rinascimentale di artisti, letterati e poeti. Fu qui che, a 51 anni, anche Eleonora Duse decise di ritirarsi, dopo aver abbandonato le scene. E infatti Asolo deriva proprio dal latino asylum, ovvero rifugio, luogo di pace e di tranquillità.


Scoprire Montelvini
L’azienda, 35 ettari di proprietà, è immersa nel territorio del Montello e Colli Asolani. La filosofia aziendale di Montelvini si racconta sin dallo stemma: la civetta. L’area in cui sorge la cantina è infatti chiamata Zuitere, ovvero “terra delle civette” poiché Zuita è il termine dialettale con cui in queste colline si indica la civetta. Un animale che da sempre è simbolo di saggezza, di conoscenza, di sensibilità, di profezia, di moderazione. Un rapace affascinante che si ritrova nel linguaggio simbolico di ogni cultura, anche nelle più antiche e che per questo Montelvini ha voluto ergere a stemma aziendale.

La civetta per Montelvini rappresenta la sapienza nel cogliere i migliori frutti di un territorio, la saggezza nel condurlo rispettando la natura e i suoi ritmi. Da questa sensibilità è nata l’idea è di associarla alla vite: le foglie diventano ali che, in un atteggiamento di abbraccio, sono simbolo di protezione naturale delle vigne. Valori importanti, sottolineati dal motto “Alleati in vigna” e sui quali affonda le proprie radici Montelvini, oggi presieduta da Armando Serena che riveste anche il ruolo di presidente del consorzio Docg Asolo Montello. La direzione dell’azienda è affidata in toto al figlio Alberto (42 anni) che, oltre a ricoprire il ruolo di vicepresidente, è responsabile commerciale e marketing, e alla figlia Sarah (46 anni), direttore amministrativo e produttivo, quinta generazione a capo di questa bella realtà che oggi fattura 23 milioni di euro e nel 2020 vuole arrivare a quota 40 milioni, grazie a un territorio che può offrire molte partnership con conferitori di qualità.


Sempre al passo con i tempi, Montelvini oggi è un’azienda tecnologicamente all’avanguardia pur restando fortemente legata alla tradizione vinicola di questo territorio e alla sua cultura, contribuendo così a scrivere il futuro di un’area vocata alla produzione di grandi vini. Un’esperienza unica, che ha attraversato oltre un secolo di storia. Cinque le generazioni che si sono succedute, con passione ed orgoglio, nella produzione di vini che raccontano un territorio. Nel 1968 la svolta: Armando Serena decide di lasciare l’azienda di famiglia e intraprendere la propria strada. Nasce così a Venegazzù la nuova cantina, che nel tempo si evolve e cresce, fino a diventare una delle aziende di riferimento nella produzione vinicola di qualità.

I vini prodotti dall’azienda sono tutti interessanti, specie per gli amanti del Prosecco, e anche per quanto riguarda i prezzi che vanno dai 5 agli 8 euro. Trovate tutto qui http://www.montelvini.it/i-nostri-vini/

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