50 anni di Amarone: super tasting per wine lover il 3 febbraio

A quanto pare, i grandi vini nascono sempre per errore.

E’ successo con lo champagne, e così anche con l’Amarone della Valpolicella, uno dei rossi più amati e famosi del mondo. La leggenda vuole che l’Amarone sia nato da una dimenticanza di una botte di Recioto, vino dolce cui la fermentazione solitamente è fermata prima che gli zuccheri naturali del mosto si esauriscano completamente e lo rendano un vino secco. Quella botte dimenticata, una volta terminata la fermentazione, venne assaggiata dal distratto cantiniere, che con sua grande sorpresa si trovò nel bicchiere un vino secco incredibilmente morbido e profumato.

Ma prima che l’Amarone trovasse la fama di oggi, ci sono voluti decenni e pionieri, visionari che con tenacia hanno continuato la sua produzione in barba al mercato e al palato dei consumatori forse non ancora pronti a un vino così possente. Oggi invece è boom di gradimento, tanto che l’Amarone oggi vale un giro d’affari che supera i 600 milioni di euro, 62 milioni di bottiglie solo nel 2017.

«Nonostante le sue piccole dimensioni, la Valpolicella è fondamentale per l’economia veronese – afferma orgoglioso Andrea Sartori, presidente del Consorzio -. Tra le 1.636 aziende produttrici socie oltre la metà ha dimensioni sotto i 2 ettari mentre solo il 7,5% va oltre i 100.000 metri quadrati; a fronte di ciò, la produzione lorda vendibile è altissima, con le uve a 23-24mila euro per ettaro, così come il valore aggiunto che in diversi casi supera il 30%. Il valore fondiario in diverse aree può arrivare anche a 450 mila euro».

Difficile pensare che si sarebbe immaginato un successo simile quell’Adelino Lucchese, responsabile della locale Cantina Sociale, che nel 1936, assaggiando la famosa botte di Recioto dimenticata in cantina da qualche anno, esclamò “questo vino non è amaro, è un amarone”, coniando così il nome che oggi è sulla bocca di tutti i wine lover.

Nacque così, prendendo il nome dalla sua caratteristica vena amarognola, l’Amarone, e nel 1968 arrivò il riconoscimento della denominazione d’origine controllata (DOC). È del 2011 invece la DOCG.

Corvina, Rondinella e  Molinara sono le varietà di uva che vanno a comporre la sinfonia dell’Amareno. Il momento dell’appassimento è l’altro ingrediente fondamentale, unito al terroir e a quel clima umido che rende il processo delicato. Le uve, poste su speciali graticci, restano in appassimento per un tempo che varia tra i  60 e i 100 giorni, in un ambiente – il fruttaio – costantemente sotto controllo. È qui che l’uva perde peso a vantaggio di un contenuto zuccherino maggiore, che permetterà all’Amarone di diventare quello che è, ovvero uno dei vini preferiti – ad esempio – dagli americani, almeno stando ai dati dell’indagine Commissionata dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella a Wine Monitor – Nomisma sugli Stati Uniti (basato su un campione esemplificativo di Florida, Oregon e Ohio): l’Amarone sarebbe il preferito del 38% dei consumatori americani, al primo posto tra i vini stranieri.

Anteprima Amarone 2018: quando, dove, quanto

La 15esima edizione di Anteprima Amarone che celebra il cinquantesimo, propone ufficialmente a stampa, operatori e appassionati l’annata che sta entrando in commercio, la 2014. Oltre 70 produttori quest’anno racconteranno al Palazzo della Gran Guardia di Verona il loro Amarone della Valpolicella 2014 e un’annata storica a scelta. Ad accompagnare gli assaggi ci saranno le proposte gastronomiche del ristorante Nicolis e della Pasticceria Perbellini. L’Anteprima apre al pubblico domenica 4 febbraio dalle 10 alle 19 (ingresso 40 euro, 35 euro online).

Nell’attesa, fai un sorso di Valpolicella e di Amarone con la prima puntata di Wine Passport, tra cavalieri, cantine segrete e abbinamenti non convenzionali. 

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