Il vino? Lo paghi in Bitcoin

InBitcoin, una realtà che si divide tra Rovereto e Milano e ruota attorno a 18 soci fondatori che sono designer, docenti, programmatori e sviluppatori, è la prima azienda in Italia a offrire servizi che permettono di accettare, comprare, vendere e spendere bla tanto chiacchierata criptovaluta bitcoin.

A scegliere questa forma di pagamento anche una cantina, la prima in Italia: la 47 Anno Domini, produttrice di vini bio-vegani. “Siamo entusiasti di questa novità – spiega il titolare, Cristian Tombacco– che speriamo possa portare una ventata di business e farci affiancare a nuovi clienti appassionati di tecnologia e criptovaluta. Alcuni mi chiedono se abbiamo paura di rimetterci per le fluttuazioni del mercato. Noi siamo certi che il bitcoin avrà un grande futuro e quindi vediamo solo opportunità dove gli altri vedono rischi”.

Nella sostanza, le transazioni avverranno tramite wallet app e qrcode e codici che chi possiede bitcoin sa come usare. Ma avverranno con un sistema informatico italiano e di proprietà dell’azienda, che così avrà direttamente il possesso del denaro virtuale, senza doversi affidare a mediazioni tramite piattaforme commerciali come avviene oggi. “Siamo pronti a realizzare anche e-commerce in bitcoin e il nostro sogno è quello di coinvolgere almeno un centinaio di aziende nel nostro progetto – spiega Marco Zuin, veneziano di 27 anni, uno dei tre soci di Triveneto Servizi (gli altri due sono Andrea Magro, anche lui veneziano di 35 anni, e il bresciano Roberto Bontempi di 49 anni), azienda che ha siglato un accordo con InBitcoin -. Alla fine, così, creeremo un ecosistema economico reale dove sarà comune passarsi criptomoneta tramite telefonino”.

 

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