Vino in testa ai consumi alcolici degli italiani. Si beve di domenica e soprattutto a casa | Ecco tutti i dati della ricerca Federvini

Il vino si riconferma la bevanda alcolica più consumata (51% nel 2011), seguito dalla birra (38%) e dagli spumanti champagne e Prosecco (20%). Sostanzialmente stabili le abitudini degli italiani nella frequenza di consumo di bevande alcoliche. Complessivamente si continua a consumare bevande alcoliche con la stessa intensità e frequenza raggiunta nel 2010. Sono questi alcuni dati della ricerca di Federvini sui consumi alcolici degli italiani nel 2011. Resta nettamente superiore al 50% la percentuale di coloro che ogni volta che consumano alcolici ne bevono solo 1 bicchiere (in special modo nei giorni festivi). Gli effetti della ‘rinuncia’ sono più visibili nelle abitudini di consumo durante i giorni lavorativi, rispetto ai giorni festivi, anche se – rispetto al 2010 – l’astensione nei giorni lavorativi sembra in flessione a fronte di un lieve aumento di quantità moderate di alcolici consumati (1-2 bicchieri). Rispetto al 2010, durante i giorni lavorativi c’è infatti un generale recupero del consumo delle diverse bevande poichè il saldo di quanti “non consumano” è sempre negativo.Le occasioni nelle quali è più frequente il consumo di bevande alcoliche sono sicuramente quelle domestiche legate ai pasti mentre le occasioni extra pasto o extra domestiche vedono delle presenze più segmentanti sia in termini di frequenza di consumo che di numero di bicchieri bevuti. Si conferma la crescita dei consumi di cocktails alcolici o moderatamente alcolici in momenti ‘vicino’ alla cena (tipicamente la posizione dell’happy hour). In generale è assodato l’utilizzo del cocktail durante l’aperitivo mentre è interessante evidenziare anche un aumento dei consumi di cocktail come nel dopo cena.

Il luogo principale di consumo di bevande alcoliche rimane appunto in casa (propria 83%,oppure di parenti/amici 55%) seguita dal ristorante 49% e pub/bar 25%. Le leve che spingono al consumo di alcolici si confermano sostanzialmente immutate nel corso degli ultimi anni e seguono le caratteristiceji delle bevande alcoliche alle quali sono associate, ovvero in primis (per il 71% dei consumatori) le bevande alcoliche hanno un ruolo di accompagnamento al cibo, motivo fortemente associato al consumo di vinI; il piacere del gusto e il piacere di bere per socializzare sono le atre principali motivazioni di consumo, che in molti casi accompagnano la motivazione principale. Il modello di consumo di alcolici in Italia resta moderato: per lo più si bevono 1 o 2 bicchieri per occasione di consumo; la cena a casa propria si conferma il momento più in comune di consumo di alcolici. 4 italiani su 10 conoscono i caratteri dello sitle mediterraneo come approccio al bere. Questo stile viene riconosciuto nel bere con moderazione, prevalentemente durante i pasti o per determinate ricorrenze e, sorpattutto, scegliendo la qualità piuttosto che la quantità. E’ uno stile di consumo responsabile, la cui conoscenza è certamente più diffusa nelle fasce di età più mature (41% tra i 45-54, 38% tra i 55-64) e in contesti socio-economici più istruiti (46% tra i laureati, 41% tra i diplomati), ma che può contare su una discreta conoscenza anche dei più giovani (37% tra i 25-34, 31% tra i 17-20). La maggior parte dei giovani italiani beve moderatamente, e lo fa sempre in compagnia. I giovani tra i 17 e i 20 anni consumano bevande alcoliche principalmente per gustarne il sapore (64%), per socializzare (41%) e per accompagnare il cibo (30%). Le bevande più consumate tra i giovani 17-20 anni risultano essere i cocktail alcolici (21%), seguiti dalla birra (18%), dal vino (14%) e dagli spumanti/champagne (8%).

Il consumo di bevande alcoliche resta prevalentemente maschile; le donne sono attratte da un consumo più “facile” (miscelato e/o poco alcolico); nel complesso la concentrazione dei consumatori di alcolici è maggiore nelle fasce centrali di età (soprattutto 35-44 anni) e presso gli over 65, anche se a prodotti diversi corrispondono target di consumo diversi (es: vino, uomini > 35 anni; birra, uomini 25-64, prodotti “aperitivo” donne 20-34 anni, ecc.); rispetto al 2010 i 35-44enni mostrano comunque una certa stabilità dei consumi, mentre la fascia di età che mostra incrementi più interessanti è quella dei 25-34 anni.

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