Stappiamo come se fosse il primo appuntamento

Eccoci finalmente al momento tanto atteso: assaggiare la tua bottiglia di vino. In circa vent’anni di onorata carriera di appassionata di vino avrò stappato più di cinquemila bottiglie, ma ti assicuro che ancora oggi quando mi trovo con un cavatappi in mano mi sento ogni volta come se fossi al primo appuntamento.

Assaggiare un vino che non conosco per me è emozionante tanto quanto uscire per la prima volta con un ragazzo: l’ho visto, mi è piaciuto, me ne hanno parlato, ho preso informazioni su di lui, ora finalmente è venuto il momento di trovarmi a tu per tu con l’oggetto dei miei desideri. Sarà così come me lo immaginavo? Mi sorprenderà con un gesto? Perderò la testa per una sfumatura del suo carattere oppure mi farà sbadigliare dopo cinque minuti? Con il vino è la stessa identica cosa. E per capire com’è devi sapere come degustarlo, con la vista, l’olfatto e il gusto.

Partiamo dall’analisi visiva, che secondo i manuali enologici consente di eseguire una prima valutazione complessiva sulla qualità del prodotto. I principali parametri che si valutano sono: colore (sfumatura e intensità), limpidezza o trasparenza, consistenza o fluidità, effervescenza. La vista rappresenta il primissimo approccio con il vino e può darti informazioni importanti. Prima di tutto ti permette di stabilire il colore del vino: non solo se rosso o bianco, ma, ad esempio, nel caso di un vino rosso, può tendere al violaceo nei vini più giovani o al granato nei vini più affinati; nel caso di un vino bianco, se è giallo paglierino (un giallo scarico) sarà molto giovane, fresco e poco strutturato, mentre un giallo dorato può indicare una maggiore struttura, un passaggio in barrique o una maggiore gradazione alcolica. Anche l’impatto del vino nel bicchiere è importante. Facendolo roteare nel calice per poi lasciarlo fermare, puoi osservare la discesa dei residui di liquido lungo le pareti del bevante che crea degli archetti: più sono fitti, più il vino sarà strutturato e di corpo.

Il secondo step è l’analisi olfattiva che ti consente di scoprire e definire profumo, intensità e complessità del vino. Per consentire al vino di manifestare tutti i suoi sentori, basta far roteare leggermente il bicchiere e poi accostarlo al naso. Dal suo profumo ti fai un’idea abbastanza precisa sulla qualità e l’importanza di ciò che stai bevendo: prima di tutto può informarti sulla presenza di eventuali difetti (uno su tutti, il sentore di tappo), e in generale possiamo dire che più un vino presenta un profumo intenso e persistente, più avrà una struttura complessa.

Infine, c’è l’analisi gustativa, attraverso la quale si valuta corpo, armonia e, ancora una volta, intensità. Assaggiandolo, godendotelo per qualche istante in bocca
prima di deglutire, tra le prime cose che puoi notare è la presenza dei tannini, rivelata dalla sensazione più o meno marcata di astringenza, e poi naturalmente il sapore (sa di ciliegia, di spezie, di frutta esotica, di crosta di pane, di agrumi e così via) e la persistenza, ossia quanto a lungo, anche una volta che lo hai deglutito, il suo sapore ti rimane in bocca. Un po’ come un bacio. Dopo aver completato queste tre fasi di analisi sensoriale, si arriva alla fase conclusiva, che descrive le impressioni generali, l’armonia o equilibrio, lo stato evolutivo di quel vino.

Non ti sembra che sia lo stesso procedimento con cui tu, io o chiunque altro andiamo alla scoperta di un nuovo amore?

Tag:, , , , ,
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 shares
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux