Sanct Valentin e Linea Selezione: le nuove annate di Cantina San Michele Appiano Eppan

Sanct Valentin è la linea di punta storica della cantina San Michele Appiano: nasce nel 1986 e fin da subito è caratterizzata da vigneti scelti delle zone più vocate con produzione limitatissima, una selezione meticolosa delle migliori uve e una lavorazione individuale. Acciaio per i vini aromatici (Sauvignon e Gewürztraminer) e fermentazione e affinamento in barrique/tonneau per i vini rimanenti (Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, Pinot Nero, Lagrein, Cabernet e Merlot).

L’uso di acciaio e legno è cambiato nel corso del tempo e dell’esperienza maturata dal’allora ventenne enologo Hans Terzer, che da più di trent’anni guida la cantina di Appiano. Figlio di una famiglia di viticoltori di Niclara/Cortaccia, già all’inizio degli anni Ottanta decise di imboccare nuove strade, ai tempi rivoluzionarie: fece ridurre la quantità di Schiava, coltivata in posizioni troppo alte e di conseguenza di qualità media; favorì invece la coltivazione dei vini bianchi, soprattutto di uve Chardonnay, Pinot Grigio, Sauvignon e Gewürztraminer; inoltre, il giovane winemaker ordinò ai viticoltori di ridurre drasticamente le quantità, al fine di migliorare la qualità dei vini finora piuttosto mediocri.

Il resto è una storia di successi e imprimatur, ma soprattutto è una storia di passione che si è trasformata in vini sempre di grande personalità. Ed ecco quindi che oggi Terzer ha selezionato sei vini per raccontare da un lato l’annata 2020 (un’annata «che ha bisogno di tempo», osserva Terzer), dall’altro alcune delle bottiglie che hanno fatto la storia di questa cantina.

Pinot Bianco Schulthauser 2020 (Linea Selezione)

Il Pinot Bianco, il più importante vitigno a bacca bianca dell’Alto Adige, è come una “Bella Addormentata” che, poco dopo il risveglio, si è subito pro-posto come „vino da parata“ della regione. Lo Schulthauser, un classico fra i Pinot Bianco dell’Alto Adige, è stato vinificato e imbottigliato la prima volta già nel 1982. Non è un campione chiassoso, piuttosto un Pinot Bianco completo, finemente fruttato e fresco in grado di sedurre il palato sia per la cremosa morbidezza sia per l’acidità di razza. Prende il nome dalla località dove sono dislocati i vigneti, a quota 600 metri di altitudine, dove un tempo imperversava solo la coltivazione delle mele. La quantità maggiore (85%)  di uva viene fermentata in tini d‘acciaio, la rimanente in botti di legno con successivo svolgimento della fermentazione malolattica. I due vini sono quindi assemblati nel mese di febbraio. E’ sicuramente un vino ancora molto giovane, ma già piacevoissimo, con una bella acidità, e intriganti note di mela, albicocca e pera, accompagnate da un’equilibrata mineralità. Il secondo vino più interessante di questa degustazione. Qual è stato il primo? Lo scoprirete continuando a leggere.

Riesling Montiggl 2020 (Linea Selezione)

Cantina San Michele Appiano coltiva 12 ettari di Riesling e, nonostante questo, sono i più grandi produttori di questo vino in tutto l’Alto Adige. Da vigneti coltivati a Monticolo, zona fresca ma soleggiata da cui prende il nome, con terreni profirici che donano al vino il suo carattere speciale dove predominano gli aromi fruttati (pesca e albicocca in primis) e la freschezza minerale: un vino che, assicura Terzer, «piace ai giovani e alle donne». In bocca c’è un ricordo di quella rosa appassita tipica del Gewuerztraminer, che lo rende accattivante.

Chardonnay Sanct Valentin 2019

Torrefazione, al naso e in bocca. E’ indubbiamente della linea Sanct Valentin il vino più strutturato, corposo, qualcuno direbbe “ciccione”. Nel 1986 era prodotto tutto in barrique, oggi Terzer utilizza 2/3 barrique e 1/3 tonneaux, 1/3 legno nuovo 1/3 sevondo passaggio 1/3 terzo passaggio; fermenta in legno, gran parte malolattica (80%), poi trascorre altri 12 mesi in legno e  9 mesi in acciaio.  Cremoso, con una bellissima acidità, al naso profuma di vaniglia  e agrumi, in bocca è minerale e potente.

Gewürztraminer Sanct Valentin 2020

Bouquet intenso e complesso, ricco di aromi che rimandano alle spezie orientali, la delicata rosa canina e i frutti esotici. Spezie, litchi e mango ci sono al naso come in bocca. Non è mai facile abbinare un vino così: è da provare con il fegato d’oca, i formaggi erborinati, così come anche con ricette condite di spezie piccanti o con specialità altoatesine quali i ravioli al „Kloazn“ (farina di pere) con formaggio grigio.

Sauvignon Sanct Valentin 2020
È nel 1989 che furono gettate le basi di quello che è il vino bianco più famoso della cantina di San Michele-Appiano (e anche uno dei vini bianchi più premiati d’Italia). Da più di 20 anni il Sauvignon Sanct Valentin beneficia delle eccezionali condizioni offerte dalle singole e attentamente selezionate parcelle ai piedi della Mendola: il risultato è un vino eccezionalmente minerale e persistente,  dal frutto seducente, che profuma di uva spina, fiori di sambuco e frutta gialla. La quota maggiore (75%) è fatta fermentare in tini d‘acciaio, nei quali il vino giace sui lieviti fini fino a fine aprile; la parte rimanente è vinificata e affinata in parte in tonneaux (20%) e in parte in botti grandi (5%). Sicuramente il mio vino preferito tra quelli degustati in questa lineup.

Pinot Nero Sanct Valentin 2018

Sicuramente oggi questo Pinot Nero non è ancora pronto, serviranno anni perché riesca ad esprimersi con soddisfazione. «Per me non deve essere un vino di gandissima struttura, deve essere un vino con frutto, spessore, grande eleganza e bella beva», spiega Terzer. Oggi però, questo Pinot Nero è ancora «verde», a mio personalissimo avviso, acerbo come un bambino che deve ancora maturare. Ne riparliamo tra qualche anno.

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