Resveratrolo combatte l’invecchiamento, ma non ne berremo mai abbastanza

Prima la notizia buona, poi quella cattiva.

Al resveratrolo, un composto presente nel vino rosso, è definitivamente stato riconosciuto il valore di proteggere le sinapsi neuromuscolari e di rallentare l’invecchiamento del cervello. Aspettate per, prima di iniziare a stappare la vostra bottiglia preferita. La brutta notizia, infatti, è che nella nostra vita non potremmo mai bere le quantità di vino sufficienti per raccogliere i frutti di queste proprietà benefiche.

Il resveratrolo è un composto polifenolico che si trova naturalmente nelle arachidi, nella buccia delle uve rosse, nel vino rosso e in alcuni frutti di bosco. Già in passato è stato ampiamente accreditato per la riduzione del rischio di cancro, per contrastare gli effetti di una dieta ricca di grassi e per prevenire l’Alzheimer.

Ora gli scienziati della Virginia Tech Carilion Research Institute hanno scoperto che il composto ha molti dei benefici neuroprotettivi se associato a una dieta a basso contenuto calorico e a costante esercizio fisico, proteggendo le sinapsi nel cervello e nel rallentare l’invecchiamento.

Ma, ahimè, «nel vino, il resveratrolo è in quantità talmente piccole che non si potrà mai berene abbastanza per giovare dei benefici che abbiamo rilevato sui testi fatti ai topi che avevano ricevuto il resveratrolo allo stato puro», fa sapere uno dei ricercatori, Gregorio Valdez.

E così, se avete voglia di stappare, stappate, ma senza la scusa di farlo per restare giovani. Almeno per la scienza, perché a mio avviso, una bottiglia di vino condivisa con le persone giuste è un elisir di giovinezza imbattibile.

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