Rosso, fermo, invecchiato, corposo e ad alta gradazione alcolica. È questo quello che cerca il wine lover americano in un fine wine, ovvero le bottiglie pregiate. Eppure, da tempo il mercato parla di una tendenza verso vini più “leggeri” e di un crollo dei consumi dei vini rossi.
A snocciolare i dati di un’interessantissima ricerca è Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma, che qualche giorno a ha presentato i risultati del doppio studio sulle prospettive e sui successi del vino italiano di qualità dell’Istituto Grandi Marchi (IGM), con un focus sul mercato americano, che rappresenta il primo per importanza e quantità. Partiamo con il dire che i Millennials americani amano i “fine wine”.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg, perché lo studio ha analizzato i comportamenti di consumo di circa 2.500 consumatori di vino statunitensi dislocati in quattro Stati federali – California, New York, New Jersey e Florida – cercando di capire da un lato cosa si intenda per “fine wine”, non esistendo una codifica univoca che definisca questi vini di alta qualità, e dall’altro quali siano le propensioni dell’acquisto per i prossimi anni.
L’approfondimento nel nuovo articolo su fancymagazine