La cucina come fondamentale protagonista del benessere psico-fisico della persona. Il cibo, quell’esigenza che da mero atto alimentativo diventa sostanza esistenziale, ecologica, universale. Mangiare, intenso non più e solo come atto necessario. Il tutto in un’ottica e in un approccio olistico che trascende l’essenza stessa dello sfamarsi per diventare, quindi, ricongiungimento totale con l’essere. Un essere che, per Fromm, si contrappone, appunto, ad avere.
Quindi, non parlare più di “avere fame”, ma “essere pronti” a condividere l’energia del cibo. Se, per Fromm, infatti, nell’avere la ragione ultima è la ricerca di beni e di possedere, nel caso dell’essere l’accento è rivolto sull’apprendimento, sulla crescita e sulla relazione. Un paradigma esistenziale che per alcuni potrebbe essere e diventare un vero e proprio ossimoro. Un esempio tra i tanti è quello portato, in cucina, da Jeong Kwan. La monaca buddista coreana balzata alle cronache internazionali per la sua capacità di portare all’esterno del suo universo meditativo e trascendente, legato a una cultura antica, quella della cucina del tempio, una “mise en place” comunicativa contemporanea e, ovviamente, piena di gusto.
Riccardo Isola l’ha intervistata per fancy magazine e potete leggere l’articolo qui.