Il vino giusto per il primo appuntamento

Come scriveva Ovidio, “il vino prepara i cuori e li rende pi  pronti alla passione”. Per questo il vino al primo appuntamento, che tu sia o meno una wine geek, riveste un ruolo importante.
La prima cosa da sapere è che ha diritto di scegliere il vino chi ha formulato l’invito, ovvero chi dovrebbe pagare il conto. Uso il condizionale, perché  oggi le cose sono un po’ cambiate (e io non riesco a farmene una ragione): mi  è capitato di fare “alla romana” anche al primo appuntamento, dopo che era stato lui a invitarmi, e ovviamente non mi ha pi  rivista. Sarò  terribilmente all’antica, ma per me   una questione di stile ed educazione: se non puoi permetterti una cena al ristorante, invitami in pizzeria, oppure per un aperitivo o un drink dopo cena. Ma l’invitato   ospite, e questo vale anche se a fare l’invito   la donna (non ho niente in contrario se sei tu a fare il primo passo).

E allora arriviamo al momento della prima uscita insieme: non vi conoscete molto e quindi scegliere il vino è un compito abbastanza difficile. Sarebbe carino, oltre che furbo, chiedere senza indugio “che vini ti piacciono?”, per aggiustare subito il tiro. Al primo appuntamento, non ordinerei vini troppo importanti (a meno che tu non stia uscendo con un enologo o un sommelier, non sai ancora il suo livello di conoscenza del vino), né  troppo cheap: starei su una viadi mezzo, fascia di prezzo tra i 30 e i 70 euro in carta al
ristorante. Un Collio Bianco di Edi Keber, un Critone di Librandi, un Pouilly Fum  di Baron de Ladoucette, un Riesling Bockstein Kabinett di Dr. Fischer. C’è chi dice che ordinare Champagne al primo appuntamento sia una cosa terribilmente banale. Siamo sicuri sia davvero così? Io adoro lo Champagne (tranne quelli troppo ossidati) e trovo che questa scelta sia anche un modo per dare l’importanza che merita a quel momento. In fondo, tu o lui avete “fatto il diavolo a quattro” per uscire a cena insieme, avrete pur il diritto di festeggiare adeguatamente? Oltre a questo, c’è  da dire che le bollicine sono la soluzione giusta quando non si conoscono bene i gusti dei commensali: si abbinano con tutto e un bicchiere non lo rifiuta nemmeno il più  purista dei vini fermi. Quindi sì allo Champagne o a un metodoclassico italiano: un Ruinart Blanc de Blancs, una Cuvée Prestige di Ca’ del Bosco, un Ferrari Perlé  Bianco.

Se il rosa il colore che vuoi scegliere per questa serata, allora io andrei a occhi chiusi sul Còtes de Provence Rosé  Miraval, il vino prodotto da Brad Pitt e Angelina Jolie nella loro tenuta in Provenza: spesso capita che dietro a grandi nomi vip ci siano vini dalla qualit  non proprio elevatissima, ma Miraval è  l’eccezione che conferma la regola.

Se invece serve guardarsi negli occhi a lungo, scegliete un Nebbiolo delle Langhe oppure un Raboso di Piave (Gelsaia di Cecchetto o Sangue del Diavolo di Ca’ di Rajo), ossia vini che richiedono la bevuta lenta e vi daranno più tempo per le parole.

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