Dietro al Bacio Perugina la storia di una grande donna che ha precorso i nostri tempi

Non sono un’appassionata di dolci e tantomeno di cioccolato, ma ogni tanto un Bacio Perugina mi scappa di gustarlo, anche nella versione bianca, davvero intrigante. Sfogliando qualche Focus fa ho scoperto chi lo ha inventato e poi ho approfondito. Scoprendo la storia di una grande donna che qui vi voglio raccontare.

Si dice che il Bacio sia nato dall’idea di Luisa Spagnoli – sì, la stilista! – di impastare con altro cioccolato i frammenti di nocciola che venivano gettati durante la lavorazione dei cioccolatini. Ne venne fuori uno strano cioccolatino dalla forma irregolare, che ricordava l’immagine di un pugno chiuso, dove la nocca più sporgente era rappresentata da una nocciola intera. Fu chiamato per questo “Cazzotto”. Giovanni Buitoni, non convinto che fosse una buona idea proporre dei cioccolatini da regalare con il nome di “cazzotti”, volle ribattezzarli con un nome più adatto. Nacque così il “Bacio” Perugina.

Luisa Spagnoli, nata Sargentini (Perugia30 ottobre 1877 – Parigi21 settembre 1935) da Pasquale Sargentini, pescivendolo, e da Maria Conti, casalinga, poco più che ventunenne sposa Annibale Spagnoli. I due rilevano una drogheria e, subito dopo, cominciano a produrre confetti. Nel 1907, insieme a Francesco Buitoni (sì, quello della pasta), aprono una piccola azienda con sede nel centro storico di Perugia, la Perugina, con quindici dipendenti. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale a mandar avanti la fabbrica rimane solo la signora Spagnoli con i suoi due figli, Mario e Aldo. A guerra finita la Perugina è già una fabbrica con più di cento dipendenti.

Nel 1923 Annibale Spagnoli si ritira dall’azienda per attriti interni: si data qui l’inizio della storia d’amore tra Luisa e Giovanni Buitoni, di 14 anni più giovane e figlio del socio Francesco. Per Luisa, ormai nel consiglio di amministrazione della Perugina, inizia anche l’impegno per la costruzione di strutture sociali che migliorino la vita dei dipendenti. Fonda l’asilo nido dello stabilimento di Fontivegge (considerato il più avanzato d’Europa nel settore dolciario). Inventa il famoso cioccolatino chiamato “Bacio Perugina“.

Alla fine della prima guerra si lancia anche in una nuova impresa: l’allevamento del pollame e dei conigli d’angora. I conigli non vengono uccisi e neanche tosati, ma amorevolmente pettinati per ricavare la lana d’angora per i filati. Nasce nel sobborgo di Santa Lucia l’Angora Spagnoli [1] per le creazioni di scialli, boleri e indumenti alla moda. La segnalazione alla Fiera di Milano come “ottimi prodotti” spingono Luisa a moltiplicare gli sforzi: sono 8.000 gli allevatori che mandano a Perugia per posta il pelo pettinato via da almeno duecentocinquantamila conigli.

Negli anni quaranta, in un periodo in cui molti soffrono la fame e i freddo, gli Spagnoli regalavano ai loro operai per Natale maglie, calze e lana per un valore di 4.000 lire, una fortuna per quei tempi. Lo stabilimento di Santa Lucia aveva una piscina per i dipendenti. Si costruiscono ai dipendenti casette a schiera (tuttora esistenti), si organizzano nursery per i figli, si promuovono balli, partite di calcio, gare, feste.

Luisa non riuscirà a vedere il vero decollo dell’azienda che inizierà circa quattro anni dopo sotto la guida del figlio Mario. Le viene diagnosticato un tumore alla gola. Giovanni Buitoni la trasferisce a Parigi per garantirle le migliori cure e rimane con lei fino alla sua morte nel 1935.

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Commenti

    • lorenza vitali
    • 20 Gennaio 2012

    Ma dai…che bella storia! ce ne fossero di imprenditori e soprattutto imprenditrici con questa forza!

    • Paolo Frignani
    • 22 Settembre 2013

    Staordinaria persona lungimirante con uno staordinario senso imprenditoriale e umanitario,considerando l’epoca per una donna,alla sua memoria gli faccio i miei migliori complimenti

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