Confessioni di una #winesherazade

Il vino l’ho sempre avuto nel bicchiere.

Certo a tre anni era acqua con una goccia di Schiava (la preferita al tempo da mia madre),  a 16 era Tocai quando ancora quello veneto si poteva chiamare così, poi è stato Sauvignon di Felluga, poi Jermann e via così finché il palato non è stato pronto per capire i rossi e, infine, le bollicine.

Una passione, non un lavoro, ed è così che da sempre cerco di raccontarlo, nel mio modo di essere anticonvenzionale, nel mio parlare con semplicità di emozioni ricordi e momenti più che di tecniche e metodi. Libertà e nessuno schema. 

Buona parte della mia filosofia un po’ sa #winesherazade, da Sherazade del vino, l’ho messa nero su bianco nel mio ultimo libro 1001 vini da bere almeno una volta nella vita.

Ecco qui quello che trovate scritto nella prefazione.

Il titolo del libro che state tenendo tra le mani, 1001 vini da bere almeno una volta nella vita, credo vi faccia venire in mente, senza tanti sforzi, un grande classico della letteratura mondiale: Le Mille e una notte. Una raccolta favolistica dove a emergere è soprattutto la figura femminile della voce narrante, Sherazade: giovane, bella, colta e raffinata, racconto dopo racconto riesce a incantare chi la ascolta e a divenire per tutti il simbolo della seduzione attraverso il fascino della parola. La storia, per chi non la ricordasse, è questa. Il re di Persia, Shahryar, tradito da una donna e quindi persuaso della perfidia femminile, decide di consumare ogni notte un rapporto sessuale con una giovane schiava, per poi farla giustiziare non appena sorto il sole. Sherazade, figlia maggiore del Gran Vizir, decide di offrirsi volontaria per tentare di metter fine al macabro cerimoniale. Ammessa nelle stanze intime del sovrano, Sherazade comincia a raccontare a Shahryar una storia avvincente, interrompendola però al momento del sorgere dell’alba e inducendo così il re a rinviare la sua esecuzione alla mattina successiva, dopo che il racconto è stato completato. Ciò in effetti avviene, ma Sherazade, finita la storia, ne avvia subito una nuova, interrompendola sempre a metà, prolungando lo stratagemma per mille e una notte e scampando in questo modo alla morte. Dopo quasi tre anni di notti passate ad ascoltare racconti affascinanti, Shahryar si ravvede totalmente circa la cattiveria femminile e, innamoratosi di Sherazade, la fa sua sposa per sempre, riconoscendone le doti di cuore e di spirito.

Mi piace pensare che con questo 1001 vini io possa diventare la vostra Sherazade, versando ogni giorno nel vostro calice una storia e un’emozione che sappiano appagare anima e palato. Non mi sono mai considerata una critica enogastronomica, né ho mai voluto esserlo. Credo fermamente, infatti, che chi ha il privilegio di fare il mio lavoro di giornalista e scrittrice debba raccontare il vino e il cibo nel modo più seducente possibile, parlando di suggestioni e batticuori e di qualsiasi altra cosa possa indurre il lettore a uscire di casa e andare a vivere l’esperienza che gli è appena stata narrata. Ho grandissima stima per i miei colleghi che girano il mondo visitando cantine e assegnando punteggi, ma – forse sbagliando – non è mai stata questa la mia ambizione: io ho sempre voluto vivere il vino e scriverlo per quello che è, ovvero convivialità, passione, cultura, tradizioni, fatica di uomini e donne, amore per la propria terra, paesaggi. Viverlo e scriverlo anche per quella che è la sua normale fruizione: una serata con gli amici, un tête-à-tête, un aperitivo con il tramonto negli occhi. Insomma, la mia è una visione romantica e forse popolare del vino, ma è quella che credo più di ogni altra possa arrivare al cuore della gente e indurla a concedersi il piacere di una bottiglia, capendone i valori. 

Per questo motivo 1001 vini non vuole essere una classifica assoluta dei buoni e dei cattivi, ma semplicemente una playlist di etichette che può valere la pena ascoltare nel vostro bicchiere. È la mia playlist, la mia carta dei vini, frutto di anni di degustazioni e di un lavoro lungo e attento che si è basato sull’esperienza personale, ma ha anche tenuto conto di tutte le classifiche nazionali e internazionali che negli ultimi anni hanno decretato i migliori vini del mondo e di ogni singola nazione. Sono certa che alcuni dei vostri vini del cuore non siano stati inseriti in questa lunga lista (per metà italiana, per metà del resto del globo), spero tuttavia che grazie a questo libro scoprirete altri vini che vi sapranno far innamorare.

Ho sete di vini

che a ogni sorso

siano sempre come il primo bacio

Twitt with me @winesherazade @geishagourmet

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