Vini in afora: incontro a Torino

Parlando di vinificazione in anfora il pensiero corre alla Georgia, considerata culla dell’enologia mondiale soprattutto per gli interessanti reperti archeologici trovati nella parte meridionale del paese. La storia del vino georgiano è stata segnata dalle varie fasi che ha attraversato il paese, dall’adozione del cristianesimo nel IV secolo, al Medioevo, alla filossera per arrivare alla fine del XX secolo quando venne promossa in vasta scala una campagna antialcol e l’embargo imposto dalla Russia. Dal 2005 la superficie vitata è in crescita, molte famiglie producono piccole quantità di vino per uso sostalzialmente privato. Ma è la tecnologia di vinificazione in anfora, il ruolo dell’anfora come contenitore energetico ad incuriosire, anche se questi vini rimangono una proposta di nicchia, indirizzata a consumatori esperti.

La delegazione di Torino e provincia dell’Onav ha organizzato per giovedi 31 marzo 2011 alle 21 all’Hotel Diplomatic di via Cernaia 42 una speciale serata per conoscere e degustare alcuni vini prodotti con questa arcaica metodologia. A partire dal 2000 alcuni produttori italiani, come Gravner ed il Castello di Lispida, hanno iniziato a produrre vini seguendo pratiche di vinificazione utilizzando le  grandi anfore (kvevri) che sono modellate a mano senza usare il tornio e cotte in speciali forni.

Alla serata sarà presente il dott. Donato Lanati, enologo, ricercatore e fondatore di Enosis Meraviglia, centro servizi e ricerca in enologia e viticoltura, di Fubine (Al) che ha partecipato alla realizzazione del vino Alaverdi di Badagoni.

I vini in degustazione saranno:

Vini Italiani: Ribolla Anfora e Breg Anfora di Gravner Gorizia; Vitovska Vodopivec Trieste; Tocai Amphora del Castello di Lispida Monselice; Chirsa Cabernet Superavi – Tenute Toscane di Bruna Baroncini

Vini Georgiani: Alaverdi  e Kakhetian noble – Badagoni

Inoltre un vino sperimentale, un moscato senza solforosa. Si tratta di un progetto di archeologia sperimentale della durata di 3 anni presentato dal dott. Pierstefano Berta.

 

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