Scatta l’erga omnes nello statuto del Consorzio tutela vini Valpolicella. Da oggi chi usa la denominazione sostiene finanziariamente tutte le azioni del consorzio

Approvata all’unanimità dall’assemblea dei soci l’introduzione dell’erga omnes nello statuto del Consorzio Tutela Vini Valpolicella. Uno strumento che chiama tutti coloro che utilizzano la denominazione a sostenere finanziariamente il lavoro di promozione, valorizzazione, vigilanza e tutela affidato dal Mipaaf al Consorzio. Un’opportunità per entrare tutti in una “casa comune”, dove decidere le strategie per mantenere il successo dei vini Valpolicella.

Le modifiche sono necessarie per adeguarsi alle norme di legge, ma “con l’erga omnes vogliamo far diventare il Consorzio la casa di tutti coloro che usano la denominazione di origine Valpolicella, con il fine della sua valorizzazione”. Con questa premessa Christian Marchesini, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella ha introdotto le modifiche allo statuto durante l’assemblea dei soci del 25 luglio.

Un cambio votato all’unanimità, che ha implementato le funzioni di tutela, vigilanza e promozione erga omnes affidate con decreto legislativo 61 del 2010 dal Ministero delle politiche agricole ai Consorzi, a patto che essi abbiano una rappresentatività almeno pari a 40% dei viticoltori che rivendicano la denominazione e del 66% della produzione certificata.

Il Consorzio Valpolicella, che rappresenta circa l’80% della filiera, può ora chiedere anche ai non soci un contributo finanziario. Con la promozione e le iniziative di valorizzazione realizzate in Italia e all’estero negli ultimi 3 anni l’attività erga omnes è già arrivata a rappresentare in bilancio una voce consistente dell’attività complessiva; i servizi ai soci attualmente rappresentano invece una parte economicamente esigua che però, come ha spiegato Olga Bussinello direttore del Consorzio, andrà misurata sulle esigenze e le necessità degli associati.

In forza della legge, inoltre, chi non pagherà sarà soggetto a una sanzione pecuniaria e potrà vedersi inibire l’uso della denominazione. Chi, non ancora socio, vorrà entrare nel Consorzio pagherà una quota di associazione una tantum e beneficerà dello sgravio dell’Iva sul contributo annuale.

Con l’erga omnes e il contributo finanziario di tutti, potrà implementarsi il lavoro di vigilanza e tutela, molto oneroso e da sempre supportato dalla collaborazione della Camera di Commercio.

Un’altra sfida per il Consorzio e i soci evocata dal presidente Marchesini è il mantenimento dell’equilibrio di mercato per i vini della Valpolicella, per non depauperare il valore raggiunto nell’ultimo decennio.

Fra gli aspetti che sono stati sottolineati è emersa una crescita della produzione di uva dal 2000 al 2011, con un ulteriore balzo in avanti nell’ultima vendemmia che ha portato a oltre 820.000 i quintali totali contro i circa 791.700 del 2010, crescita che trova comunque una corrispondenza nel graduale ma incessante aumento degli ettari vitati, passati dai 5.228 del 2000 ai quasi 7.000 attuali, nonostante il “blocco vigneti” in vigore dal 2010.

Numeri questi importanti a cui corrisponde anche un’elevata remuneratività del prodotto, con il valore totale della denominazione che supera i 307 milioni di euro (valori medi stimati franco-cantina e borsa merci Verona) e un valore fondiario del terreno a vigneto Valpolicella che nelle zone più vocate di collina ha raggiunto i 50 euro/mq.

Si tratta di risultati importanti, che non trovano eguali tra le altre denominazioni. “Mantenere il successo è però più difficile che raggiungerlo – ha detto Marchesini -. Per questo dobbiamo pensare nel prossimo futuro di rinunciare tutti a qualcosa per mantenere il benessere che ha toccato tutti nell’ultimo decennio”.

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