Parte oggi dal Consorzio di tutela Prosecco DOC la richiesta ufficiale di destoccaggio diretta alle Regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia sulla scorta della decisione assunta lo scorso giovedì 12 giugno dal proprio Consiglio di Amministrazione che ha deliberato lo svincolo di oltre 100.000 ettolitri di vino atto a divenire Prosecco DOC. La quota così liberata, pari al 5,1 % della produzione totale, in parte prudenzialmente stoccata con la vendemmia 2013, va a soddisfare la crescente domanda di prodotto e consentirà ai produttori di immetterla nel mercato come Prosecco Doc con miglior remunerazione.
La notizia più interessante però si legge tra le righe e ce la spiega il Presidente Stefano Zanette (nella foto): “Si tratta di un’ulteriore conferma del trend positivo di vendita del Prosecco DOC che spicca in un contesto di contrazione generalizzata dei consumi. Alla vigilia della vendemmia 2013 il pronostico più ottimistico auspicava l’assorbimento, da parte del mercato, dell’intera nuova produzione, tenendo conto che si prevedeva aumentasse nella misura di almeno il 10% rispetto all’annata precedente. Oggi possiamo dire che non solo l’obiettivo è stato raggiunto ma addirittura superato. Quindi circa un terzo (29,3%) del prodotto stoccato nella logica di gestire il delicato equilibrio tra domanda e offerta che determina il valore dei beni, viene svincolato a significare che le politiche di governance attuate dal Consorzio vanno nella giusta direzione”.
Per soddisfare i più esigenti dal punto di vista tecnico, la nota diffusa oggi dal Consorzio ai produttori della propria filiera recita così:
“In riferimento ai Decreti regionali che hanno attivato la misura dello stoccaggio per la vendemmia 2013, il CdA del Consorzio nella riunione del 12 giugno 2014 ha deliberato di destinare la quota di vino sottoposta a stoccaggio come di seguito indicato:
– per i vigneti al secondo anno (resa al 60%): la quantità di vino ottenuta dalle uve eccedenti gli 87 quintali fino a 92, alla produzione di vini DOC Prosecco, mentre la parte rimanente, fino alla resa massima consentita, alla produzione di vini IGP e/o spumanti varietali senza indicazione al riferimento delle varietà Glera;
– per tutti gli altri vigneti (al pieno potenziale): la quantità di vino ottenuta dalle uve eccedenti i 145 quintali fino ai 153, alla produzione di vini DOC Prosecco, mentre la parte rimanente, fino alla resa massima consentita, alla produzione di vini IGP e/o spumanti varietali senza indicazione al riferimento della varietà Glera”.
“In estrema sintesi – conclude il presidente Zanette – le analisi condotte dal Consorzio per il tramite di appositi Istituti di ricerca, tra i quali Il CIRVE dell’Università di Padova, confermano da un lato tutte le previsioni vendemmiali, puntualmente convalidate dai risultati in cantina, dall’altro la viva necessità di un’attenta gestione dei flussi di mercato con l’utilizzo di strumenti come appunto lo stoccaggio. Tutto ciò al fine di evitare pericolose oscillazioni di mercato, invise agli operatori, soprattutto internazionali, che abbisognano di stabilità. E per assicurare al Prosecco DOC i giusti valori economici in modo da non compromettere uno degli ingredienti principali del Prosecco: la qualità del prodotto che va di pari passo con la sicurezza del consumatore”.