Perché i giornali femminili non parlano mai di vino?

sex wine donna botte

Mi sono spesso chiesta come mai sui settimanali femminili non ci fosse uno spazio “diverso” dove parlare di cibo e di vino. Anzi, a dire il vero di quest’ultimo non se ne parla quasi mai. Ecco perché sto scrivendo questo post, perché ho deciso – per amore del vino, della sua cultura, del suo fascino, delle storie che può raccontare e delle emozioni che può dare – di candidarmi come blog per Grazia, ma con la faccia tosta di pensare che potrei meritarmi anche una rubrica sul settimanale cartaceo. Perché no? Del resto, di lavoro faccio la giornalista e ormai nemmeno da poco tempo.

Per candidarsi a diventare uno dei blog di Grazia bisogna pubblicare un post a tema libero, ed io ho scelto di parlare di questa grande assenza del vino da tutta l’editoria italiana. Un vino che dovrebbe essere però raccontato non nel solito linguaggio tecnico (per sentori e abbinamenti) che non lascia spazio alla poesia: Bacco è molto di più, ogni bottiglia è  una nuova storia d’amore da vivere e raccontare…

E poi, c’è una certezza, che ho raccontato nel mio romanzo Sex and the Wine: c’è una nuova generazione di donne che hanno un rapporto del tutto speciale con il vino. Per loro un bicchiere di rosso, bianco o bollicine non è solo un piacere, ma anche un modo di esprimersi, alla stessa stregua di un vestito, di un rossetto, di uno smalto, di un paio di scarpe. Un giorno hai voglia di un trucco acqua e sapone, di stare jeans e t-shirt e di bere un Sauvignon Blanc del Sudafrica. Un altro giorno ti svegli che ti senti una femme fatale e, insieme alle tue Gucci da capogiro, hai voglia anche di un aperitivo glamour a base di Laurent-Perrier.  Per le wine lover il vino è sensualità, malizia, ma anche una serata tra amiche oppure da sole a casa in compagnia di un buon libro o di una puntata di Sex and the city. Perché il vino per le donne ha lo stesso valore di una canzone, di una candela accesa, di una poesia, di quella lingerie comperata apposta per il primo appuntamento, della goccia di profumo messa maliziosamente sul collo. Ecco, è questo il vino che vogliono le donne. Quello che sappia raccontare una storia, sua o tua non importa. L’importante è che sia vera e piena di passione.

E’ tempo che vino e cibo prendano un altro valore, da un lato più glamour, dall’altro più profondo. E che abbiamo lo spazio che si meritano perché sono il simbolo dell’emancipazione della donna di oggi. In che senso? Chi mi legge da tempo, lo sa già. Per le lettrici di Grazia, invece, consiglio un giretto QUI. Chissà che tra qualche tempo, poi, non ci possiamo “incontrare” su Grazia e iniziare a tessere nuove trame di vita e sapori.

 

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