Milano | Tano passami l’olio

Un bel posto. Divertente, originale, un po’ caruccio ma davvero interessante, gastronomicamente parlando. Questo è il tempio dell’olio d’oliva, tant’è che «l’uso del burro è quasi bandito, se non per mantecare pochissimi piatti a freddo, il soffritto (di cipolla, aglio, scalogno e affini) lo trovo superfluo e superato, cioè, per dare corpo e sapori trovo non necessario appesantire con troppa struttura di tali ingredienti, (che per altro uso tranquillamente in versioni più soft) ma cerco di conservare il più possibile l’integrità dei prodotti scelti, la panna non è neanche presa in considerazione», sottolinea il patron, Gaetano Simonato, per gli amici, appunto, Tano.  E’ agli inizi degli anni Novanta, durante una visita in un frantoio ligure,  che viene folgorato sulla via di Damasco dalla passione per l’oro verde, che non lo abbandonerà più. Per questo, nel suo ristorante si trovano oltre 40 oli d’oliva  selezionati personalmente da Tano, ognuno adatto a preparazioni ben precise oppure ideali per giocare nel piatto, a fare più di una scarpetta “autorizzata”, con il pane che sforna caldo per tutta la sera. Funziona così. Dopo il saluto della cucina – quello della mia cena era davvero seducente, raviolo trasparente di acqua di mela con mousse di corallo e tagliolini di seppia – arrivano in tavola quattro bottiglie d’olio, provenienti da differenti parti d’Italia, e i piatti vuoti. Tano vi esorta a provarli tutti, a divertirvi con i loro sapori e con quel rito tanto casalingo quanto confidenziale e gioioso che è la “scarpetta”.

Poi via un susseguirsi di emozioni, in cui la vetta è arrivata con la tartare di manzo e tartufo accompagnata da gelato all’olio e tartufo; gli gnocchi ripieni di uovo liquido e tartufo; la sfera di meringa con mou e altre diavolerie.

Le mie quattro amiche ed io siamo tornate un po’ bambine e la serata è stata davvero memorabile. Tano regala una presenza frequente ma non invasiva ai tavoli, è simpatico e ha tante cose da raccontare. Il locale è davvero carino (bonus sigar room), in stile vagamente francese, nascosto lì, in una via del Naviglio Grande di Milano.

Una delle sue specialità è il crotin de chèvre in glassetta di zucchero al profumo di arancio e Caldiff con tartufo nero e aceto balsamico, preparato in sala al flambé: uno spettacolo divertentissimo, anche se a tutte e cinque noi, il piatto non ha fatto impazzire. Ma saremo fatte male ;), visto i tanti fan di questa ricetta…

http://www.tanopassamilolio.it/

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