Provengono da 28 Paesi e sono i guru mondiali del vino. E il prossimo anno i 304 Masters of Wine saranno per la prima volta in Italia. Dal 15 al 18 maggio 2014, infatti, Firenze ospiterà l’8° Simposio mondiale del vino dell’Institute of Masters of Wine, grazie alla collaborazione con l’Istituto Grandi Marchi che comprende le 19 aziende icona dell’enologia made in Italy (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.) che insieme raggiungono i 500milioni di euro di cui il 60% realizzato all’estero, con un’incidenza del 6,5% sul valore complessivo dell’export nazionale.
“Identità, innovazione e immaginazione” sono le parole chiave del simposio quadriennale che dopo Bordeaux, Napa Valley, Vienna, Perth e Oxford giunge per la prima volta nel nostro Paese. “L’Italia oggi non può essere solo una superpotenza produttiva del vino – ha detto il presidente dei Grandi Marchi, Piero Antinori – ma deve affermarsi maggiormente anche come opinion leader del settore. I Masters of Wine lo sono, grazie a una profonda conoscenza dei prodotti internazionali e l’influenza presso tutti i canali di sbocco della filiera, dall’horeca ai principali media, dalle aste ai distributori e importatori di tutto il mondo, a partire dai mercati emergenti”. A sessant’anni dalla nascita (in Inghilterra) della più esclusiva compagine enologica al mondo, l’Italia, infatti, non è ancora rappresentata all’interno dell’Istituto. Una lacuna che, in seguito alla partnership avviata nel 2009 con i Grandi Marchi, unica realtà italiana major supporter dei Masters of Wine, sarà presto colmata con i primi Master of Wine italiani provenienti dai candidati selezionati nei due corsi organizzati per la prima volta in Italia negli ultimi due anni. La parte internazionale prevede, invece, l’organizzazione entro l’anno di un programma di formazione in Asia e Australia.
“C’è molta attesa per il nostro primo evento italiano – ha detto la presidente del comitato organizzatore (e past president) dell’Institute of Masters of Wine, Lynne Sherriff -. La nostra accademia vanta un profilo sempre più globale ed è importante per noi intensificare i rapporti con uno degli epicentri mondiali del vino. A Firenze – ha concluso la Sherriff – partiremo dall’analisi delle radici dei luoghi e dei processi di vinificazione per scoprire i segreti di un successo planetario di un prodotto che è diventato simbolo di lifestyle a livello mondiale ”. Al simposio, che conterà decine di relatori in 11 sessioni di lavoro, potranno partecipare anche gli operatori italiani che si iscriveranno al sito www.mastersofwine.org. Tra i relatori internazionali, i principali produttori (Chateau Margaux, Baron de Rothschild, House of Krug e molti altri); associazioni di settore, multinazionali (parteciperà, tra gli altri, il presidente worldwide partnership and business solution di Google); giornalisti e docenti universitari. Per l’Italia, tra gli altri, hanno già dato la loro adesione, Gaia Gaja, Marchese Piero Antinori e Ferruccio Ferragamo.Per l’Italia hanno già preannunciato la volontà di sponsorizzare l’8° Simposio dell’ Institute of Masters of Wine: Agriventure, Consorzio del vino Chianti Classico, Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Enoteca Italiana di Siena e Toscana Promozione.
INSTITUTE OF MASTERS OF WINE (IMW)
Fondato a Londra nel 1955 l’Institute of Masters of Wine è l’istituzione che, da quasi 60 anni, si occupa di formare i più qualificati ed influenti esperti internazionali di vino. Tra gli obiettivi della prestigiosa accademia londinese: promuovere l’eccellenza professionale, la cultura, la scienza e il business del vino attraverso selezionati e pluriennali programmi di formazione che, ad oggi, hanno portato la comunità dell’Istituto a 304 Master of Wine sparsi in 28 Paesi. Inizialmente attivo nel solo territorio britannico, l’IMW decide a fine anni ’80 di aprire alle candidature di aspiranti MW provenienti da altri Paesi con il debutto, nel 1988, del primo MW australiano. Da allora l’accademia mondiale dell’enologia si è diffusa in tutto il mondo con MW in Usa (primo ingresso nel 1990), Europa (1992), Asia (2008) e Giappone (2010). Nessun MW, invece, per l’Italia, primo Paese produttore di vino al mondo che, a tutt’oggi, non ha ancora una rappresentanza all’interno della compagine londinese. Una lacuna che, sia l’Istituto Grandi Machi sia L’Institute of Masters of Wine colmeranno entro i prossimi due anni. Essere MW non è solo una questione di prestigio; i MW, infatti, ricoprono ruoli di vertice in settori chiave per il vino e la diffusione della sua conoscenza (distribuzione, importazione, horeca, catene alberghiere internazionali e stampa).