Manuale di sopravvivenza a un tappo rotto

Il tappo che si rompe è l’incubo di qualsiasi wine lover, ma anche di enologi e sommelier.
Le cause della rottura possono essere tre: solitamente accade perché la punta del cavatappi non è stata inserita correttamente, oppure perché non è arrivata fino al fondo del turacciolo, talvolta invece è colpa di un tappo troppo vecchio e asciutto. Insomma, se non sei una “stappatrice” di vino occasionale, prima o poi ti capiterà (sempre che non sia già successo): se per i professionisti, muniti di attrezzi studiati ad hoc, non è un problema, per un appassionato di vino il tappo rotto può essere un vero disastro.
La prima cosa da fare è cercare di togliere la parte rimasta nella bottiglia avendo cura di non romperla ulteriormente. Se il tappo si è spezzato nella parte superiore ed è bloccato nel collo della bottiglia, si può riprovare con il cavatappi ma con delicatezza. Se, invece, il tappo è bloccato nella parte bassa del collo della bottiglia, le operazioni di estrazione la maggior parte delle volte finiscono con il sughero che cade nel liquido: per eliminare i pezzetti di materiale basta scaraffarlo nel decanter, usando un colino a trame fitte o una garza.
E se si rompe un tappo di Champagne? In questo caso bisogna immergere la parte superiore del collo in acqua calda per due minuti, in modo da allentare il tappo, quindi si procede a estrarlo con il cavatappi, facendo però sempre attenzione – mi raccomando! – alla pressione interna della bottiglia.

[da Vino prêt-à-porter, il mio ultimo libro edito da Rizzoli, scopri di più qui]
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