L’uomo che sussurrava all’Amarone e al Recioto

Domani c’è l’Anteprima Amarone 2008. E tra le tante email che mi arrivano ho letto un articolo su Vinit relativo a una figura del mondo del vino nazionale che mi è piaciuto e che vorrei segnalarvi. Vi copio qui l’incipit e vi rimando la lettura sul sito di chi l’ha scritto. Mi spiace solo di non aver mai conosciuto Bepi, alla cui memoria comunque domani brinderò con un buon bicchiere di Amarone.

“‘Scolteme”, gli diceva il vecchio contadino nel suo cantilenante e persuasivo dialetto veneto, “te ghè da comportarte ben”. Dammi retta, ti devi comportare bene. “Te ghè da farme contento”. Giuseppe Quintarelli,

il vecchio contadino che parlava al vino, conosciuto in tutta la Valpolicella come el Bepi, è morto domenica 15 gennaio. Aveva 84 anni. E’ morto nei giorni in cui i bravi cantinieri eseguono il primo travaso del vino.

Quintarelli è uno dei padri nobili dell’Amarone, il vino che lo ascoltava giudizioso nelle grandi botti di rovere nella cantina di Cerè di Negrar. Questo grande vecchio che parlava col Valpolicella era un personaggio che sarebbe piaciuto molto ad Ernest Hemingway, lo scrittore americano che nel libro “Di là dal fiume e tra gli alberi” definì “fratello” il vino veronese.

I suoi dialoghi col vino erano soliloqui di un vecchio sognatore? Il vino gli rispondeva davvero? “Fa il bravo”, diceva Bepi. E il Recioto borbottava soddisfatto. “Cresci bene”. E l’Amarone ronfava come un gatto accarezzato sulla nuca. “Sì, il vino mi risponde”, mi garantì il pariarca di Cerè in un’intervista.

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