Hai fatto bene GG a riproporre l’intervista a Luca Maroni del nov. 2007 anche se non si deve commentare perchè del senno di poi ne son piene le fosse. Segnalo solo lo svarione di Maroni quando, tentando di giustificare i prevalenti riconoscimenti ai vini altoatesini rispetto ai trentini, dice che quel territorio è più esteso e con molti più produttori. Sappiamo che allora, come oggi, è vero l’inverso. Gli pareva così: potere dell’immagine!
Interessante invece, il titolo di non puntare solo sul TrentoDOC sfruttando la versatilità del territorio. Concetto sacrosanto anche oggi perchè da allora si è ulteriormente allargato il solco dell’immagine e della notorietà dei nostri vini varietali che fra l’altro non hanno beneficiato di un cognome unico (Trentino) come quelli dell’Alto Adige. Per capirci: i nostri viaggiano un pò con la DOC Trentino, altri con l’IGT Dolomiti o Vallagarina, altri con marchi aziendali.
Hai fatto bene GG a riproporre l’intervista a Luca Maroni del nov. 2007 anche se non si deve commentare perchè del senno di poi ne son piene le fosse. Segnalo solo lo svarione di Maroni quando, tentando di giustificare i prevalenti riconoscimenti ai vini altoatesini rispetto ai trentini, dice che quel territorio è più esteso e con molti più produttori. Sappiamo che allora, come oggi, è vero l’inverso. Gli pareva così: potere dell’immagine!
Interessante invece, il titolo di non puntare solo sul TrentoDOC sfruttando la versatilità del territorio. Concetto sacrosanto anche oggi perchè da allora si è ulteriormente allargato il solco dell’immagine e della notorietà dei nostri vini varietali che fra l’altro non hanno beneficiato di un cognome unico (Trentino) come quelli dell’Alto Adige. Per capirci: i nostri viaggiano un pò con la DOC Trentino, altri con l’IGT Dolomiti o Vallagarina, altri con marchi aziendali.