Live Tasting | Ais Bolzano: l’Umbria vitivinicola con il presidente Ais Umbria Sandro Camilli e Massimiliano Pasquini, direttore di Castello della Sala

Siamo da Thaler, azienda di cosmetici bolzanina, che l’anno scorso ha spero Perlè, locale aperitivo con quasi 200 bottiglie di bollicine e uno spazio eventi che entrò la metà del 2014 diventerà ristorante a tutti gli effetti (scoop!). Il posto è da sballo, al primo e quinto piano del negozio di profumeria storico per i mitici Portici del capoluogo altoatesino.

L’incontro con Camilli e Pasquini è organizzato da Ais Bolzano. Camilli inizia con un po’ di storia e dati.

Alcuni dati:
12000 ettari sono i numeri di estensione dei vigneti umbri
Fino a poco tempo fa solo uve bianche,mora le cose sono cambiate, ora 60% rosse, 40% bianche! per il 2% della produzione nazionale! con 13 Doc
Grechetto, uva regina dell’Umbria per i bacca bianca, entra in tutte le Doc della regione
Per il rosso il Sangiovese è l’uva più coltivata, ma la fama è legata al Sagrantino
Terreni di argilla, calcare, tufo

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Orvieto poggia su un pianale di tufo e sotto c’è una città sotterranea etrusca di grandissimo fascino. Queste condizioni del terrori regalano una grande sapidità.

Orvieto classico superiore Luigi e. Giovanna 2010 Barberani
Un bel fino, di tradizione ma anche con un passo dentro la modernità. Morbido, che conclude con una sapidità che imprime tutto il sapore di un vino affascinante. Mi piace molto.

Pasquini ora racconta il Castello della Sala e una storia affascinante, che inizia con l’acquisto nel 1937 da parte dei marchesi Antinori, per 3 milioni di lire. Il Castello della Sala è il tentativo di fare esprimere le più alte potenzialità del territorio unendo il Grechetto al vitigno internazionale Chardonnay.

E ora assaggiamo il Cervaro della Sala 2011 e 2001. Vediamo un po’, perché probabilmente sarò l’unica in Italia, ma a me questo vino non ha mai fatto impazzire… Nemmeno Cottarlla, enologo e amministratore delegato di Castello della Sala, durante una degustazione di ben 6 Cervaro, era riuscita a convincermi…

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Devo dire che il 2001 è straordinariamente fresco. La personalità si sente di più con le etichette invecchiate, non c’è dubbio. La prima annata di Cervaro è 1985, ma non è mai stata commercializzata. La commercializzazione parte l’anno seguente. Io i sentori di funghi porcini e humus come dice Camilli proprio non li sento… Scusa Sandro…. Perla di saggezza di Camilli: con il Cervaro devi perdere tempo, un po’ come le donne che si concedono un poco alla volta. Oh, finalmente ho capito perché nn c’è la posso fare con questo vino… È troppo dedicato agli uomini e io sono troppo simile al Cervaro… 😉

Torriano rosso riserva Vigna Monticchio 2006 Lungarotti
Uno dei borghi più belli d’Italia, produce questo vino omonimo, in questo caso 70% minimo di Sangiovese, e poi Cannaiolo, Trebbiano, Ciliegiolo o Montepulciano. È una Docg. Invecchiamento di 36 mesi.
Fino che nasce negli anni Sessanta, molto aspro, tannico, ruvido, anzi, ispido. Mi piace, non mi fa impazzire, ma mi piace.

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Montecalvo Sagrantino Campo alla Cerqua 2009 Tabarrini
Il Sagrantino in Umbria conta su 850 ettari, di cui 763 Dogc, che danno origine. 60 etichette per 61 aziende imbottigliatrici , un fatturato di oltre 50 milioni di euro e un Consorzio di tutela che raggruppa 284 soci. Camilli: questo vino profuma di artemisia, sensazioni di mora, genziana, radice amara, effluvi balsamici, rabarbaro, china.

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Io ragazzi sono già arrivata… Degustare senza mangiare mi fa davvero fatica… E mancano ancora Muffato della Sala e Sagrantino passito… SIC!

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