Lambrusco Mio, appuntamentno a Modena

E’ tra i vini italiani più bevuti ed esportati al mondo. Il Lambrusco, di cui ormai sapete che ho un debole, o lo ami o lo odi, come l’opera teatrale. Non ci sono vie di mezzo. E se siete della fazione dei fan o aspiranti tali, non perdere “Lambrusco Mio”” in programma sabato 13 e domenica 14 maggio al Palazzo dei Musei di Modena.

Ad attendervi, oltre 20 punti di degustazione, dove conoscere il meglio delle quattro tipologie di Lambrusco DOP: il “Lambrusco di Sorbara”, noto anche come Lambrusco della viola per il suo caratteristico sentore floreale; il “Lambrusco Salamino di Santa Croce”, i cui vitigni sono i più coltivati del modenese e il cui succo dà vita a un vino fresco in bocca, armonico e ideale per ogni pasto; il “Lambrusco Grasparossa di Castelvetro”, elegante ed armonico, di corpo più sostenuto rispetto alle altre tipologie; e il “Lambrusco di Modena”, prodotto utilizzando un uvaggio, ovvero una mescolanza di diversi tipi di uve. La proposta di degustazione culturale di Lambrusco sarà completata dal Reggiano Lambrusco DOP, dal Lambrusco dei Colli di Scandiano e di Canossa DOP, dal Lambrusco Mantovano DOP, e dal Lambrusco dell’Emilia IGP.

Al pubblico che varcherà la soglia del Palazzo dei Musei viene consegnato un calice firmato Riedel per degustare il Lambrusco, creato appositamente per le DOP modenesi: si accede poi  al percorso con le tappe di assaggio, arricchite dai prodotti tipici del territorio Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Modena, crescentine.
Con lo stesso biglietto i visitatori possono visitare l’itinerario storico “”Dall’uva perusinia al Lambrusco””, che si snoda tra i Musei Civici e la Galleria Estense. “Mutina va fiera dell’uva perusinia, d’acino nero, il cui vino sbianca nel giro di 4 anni”, scriveva Plinio nel I secolo d.C.: dall’antenato del Lambrusco a oggi, è possibile ripercorrere le tracce di una secolare tradizione di eccellenza fra le raccolte dei Musei modenesi.

Il Lambrusco ha una storia antichissima, che già i letterati dell’epoca romana come Catone, Virgilio e Varrone descrissero nelle loro opere. Diversi autori classici portano la testimonianza dell’esistenza, nel territorio emiliano, di un vitigno selvatico denominato “Labrusca vitis”, che cresceva negli ambienti più marginali delle campagne coltivate e che aveva la particolarità di produrre un’uva dal gusto spiccatamente aspro.
E proprio i disciplinari di produzione delle Denominazioni d’Origine Protetta sottolineano una curiosità e un primato che forse in pochi conoscono: “il Lambrusco è considerato uno dei vitigni più autoctoni del mondo in quanto deriva dall’evoluzione genetica diretta della vitis vinifera silvestris occidentalis, la cui domesticazione pare abbia avuto luogo nel territorio modenese”.

L’evento sarà anche un’occasione di incontro e confronto per gli addetti ai lavori: sabato 13 maggio alle 11.00 prende il via il convegno “”Lambrusco, un giacimento naturale””. Va ricordato, infatti, che la filiera vitivinicola del Lambrusco che pulsa nel cuore del territorio emiliano è supportata da una molteplicità di imprese: 6.500 aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, tutte caratterizzate da un’ampia base di operatori specializzati, un distretto manifatturiero in grado di sviluppare e diffondere commercialmente una produzione apprezzata sui mercati nazionali ed esteri, in quanto il Lambrusco DOP e IGP da oltre 40 anni è il vino italiano più esportato nel mondo.

Lambrusco Mio” è un’iniziativa a cura del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena e Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi, in collaborazione con i Musei Civici, la Galleria Estense e l’Archivio Storico Comunale.

Dove, come, quando:
Date e orari: sabato 13 e domenica 14 maggio dalle 10 alle 20
Luogo: Palazzo dei Musei di Modena, Largo Porta Sant’Agostino 337
Info: Vision Up, tel. 059.4924794
Ingresso: intero 10 €, ridotto 8 €

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