La Vis: Impero di qualità | Al Cavalieri Hilton di Roma evento della cantina cassato ferocemente da Enopress e il mistero del bovaro del Bernese

Ricevo segnalazione di questo post di Enopress.it e ve lo riposto pari pari. A voi i commenti…

LA-VIS: IMPERO DI QUALITA’ ???

  • (www.enopress.it). Il titolo è quello dell’invito che abbiamo ricevuto per la degustazione organizzata a Roma presso l’Hotel Cavalieri Hilton – I tre punti interrogativi, invece, sono di Enopress e riguardano le vicende del Gruppo La-Vis, quindi la parola ‘impero’ e infine il termine ‘qualità’.

“Saranno disponibili anteprime delle nuove produzioni – ha scritto in una mail Marco Raengo(una vecchia quanto un tempo solida conoscenza per gli addetti ai lavori, ora Marketing e Comunicazione m.raengo@la-vis.com ) –  e anticipazioni della nuova annata delle aziende che fanno capo alla cooperativa trentina da sempre simbolo della qualità in bottiglia: La Vis – Cembra – cantina di montagna – Cesarini Sforza Spumanti – Villa Cafaggio – Poggio Morino

“Siete naturalmente invitati ad intervenire come amici dell’azienda, presentandovi alla reception e fornendo i vostri dati.
Un modo diverso per ricordare il vostro attaccamento alla nostra azienda che avete più volte espresso con le visite alle nostre strutture o parlando di noi nei vostri articoli. “Un’intera giornata… a casa vostra qui altri dettagli  http://www.bibenda.it/attivita_singola.php?id=1266

Dopo anni di frequentazioni, partecipazioni ai lavori e alle interessanti sperimantazioni condotte dal gruppo La-Vis in Valle di Cembra, al lancio e quindi alla crescita di un polo vinicolo dai grandi progetti, un invito così non poteva passare inascoltato, anche se turbato dalla location e dall’organizzazione.

Cosicché il direttore di Enopress, assieme all’esperto degustatore e scrittore Mauro Maccario, accompagnati dall’editore Davide Ghaleb si sono presentati alla reception nel giorno indicato, forniti i loro dati e ricevuto: un tagliando da contrassegnare ai tavoli d’assaggio e un foglio ciclostilato intestato Associazione Italiana Sommelier Roma con l’elenco di aziende e vini della La-Vis, Storie di Vite ovvero La-Vis: Impero di Qualità.

Quale sia l’impero di una volta, lo sapremo più avanti. L’impero attuale è coordinato da un commissario e, quali ‘amici’ (come ci definisce la mail) ci siamo sentiti gabbati e un poco anche indignati.

All’ingresso al Cavalieri Hilton nessuna formalità, nessuno a salutarci e, cosa ancor più grave, a presentare gli addetti ai lavori, i nuovi manager ancora sconosciuti a noi come al grande pubblico. Nessun comunicato, niente brochure e informazioni sulle case e sui prodotti, nessun approfondimento e nessuna informazione sui nuovi manager di cantina e commerciali.

In verità ci siamo sentiti assai poco a casa nostra (sempre come invitava la mail di Mr.Raengo), anche dopo aver partecipato alla degustazione guidata di sette vini, che si è conclusa con una generale risata per la relatrice, alla quale è stato chiesto perché non avessero fatto scorrere, sul grande quanto inerte e silenzioso schermo presente in sala, quelle immagini dei meravigliosi anfiteatri montani della viticoltura in Valle di Cembra che lei di continuo esaltava, invitando i presenti ad ‘immaginarne’ le bellezze.

Il cane ‘bernese’ presenzia agli assaggi – Di sconcerto in sconcerto, che hanno richiesto circa 3 ore della nostra presenza, ci siamo inoltrati nella sterile sala di degustazione, bianca e asettica, quasi sala operatoria, ma questa volta vistosamente animata da un cane, si proprio un cane – oho lettore, sii pronto a stupirti.

Un maestoso  bernese si aggirava tra i degustatori professionali e aspiranti, per poi tornare a scodinzolare vicino a colui che doveva essere il suo padrone e a un gruppetto di personaggi di contorno che abbiamo intuito essere la nuova centrale propulsiva dell’impero La-Vis. Successivamente, grazie Google!, ne abbiamo tracciato altre spettacolari gesta. Fortunatamente non erano in assaggio grandi rossi, altrimenti sarebbe stato difficile avanzare apprezzamenti legati a cuoio, pelo, sella ed essudorazioni varie..

Ma quale impero….

Il passato – Incuriositi dall’assoluta mancanza di informazioni, quelle istituzionali e tipiche delle aziende quando si presentano, soprattutto a seguito di importanti cambiamenti nelle loro strutture, allertati da voci e commenti (tuttora in attesa di ricevere le informazioni societarie chieste direttamente a La-Vis),  abbiamo interrogato Google su quella realtà che – anni fa – Enopress aveva definito “Espressione di un territorio nell’interpretazione di successo della Cantina La-Vis e Valle di Cembra, una ‘multinazionale’ di 1300 viticoltori che si propone di investire almeno 30 milioni di euro nell’ulteriore sviluppo, cuore e cervello di un gruppo cui fanno parte Cesarini Sforza Spumanti, Rinaldi Wines, Vinicola La-Vis Export, Casa Girelli, Villa Cafaggio e Poggio Marino in Toscana e FW Wines a New York.”

Che cosa è rimasto di tutto questo, soprattutto ai poveri soci viticoltori che con grande impegno abbiamo visto partecipare al grande sogno sui duri pendii di alta quota. Già molti anni fa Enopress sostenne la loro vocazione territoriale e la loro particolarità in un vivace scambio con il prof. Attilio Scienza. Era di moda per le Olimpiadi lo sport del Curling.

“Il nostro patrimonio è il territorio” scriveva anni fa Enopress, riportando le dichiarazioni dei dirigenti della Cantina, “oramai punta di un dinamico gruppo attivo in Italia e all’estero, un’affermazione particolarmente importante in questi giorni che ci fanno assistere alla messa in discussione del territorio quale fattore fondamentale della produzione vinicola. Con questo slogan ben radicato in ogni propria azione, Cantina La Vis e Valle di Cembra ha saputo negli anni valorizzare le produzioni presenti nei 1400 ha. del proprio vigneto ed assicurare ai 1300 soci che compongono la proprietà, sviluppo, crescita e prestigio: diventare marchio credibile e riconosciuto della qualità trentina. Non è stato un percorso semplice ma certamente ha dato molte soddisfazioni a quanti hanno creduto nei progetti ambiziosi quanto vincenti che hanno rivoluzionato il modo di intendere la cooperazione quale strumento economico di valore, per affrontare i mercati del terzo millennio.”

Il presente

Su Google troviamo e leggiamo:

Cantina La Vis, giallo internazionale – I dubbi del Pd: chiarire i rapporti con la società americana Fine & Wine http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/cronaca/2011/11/10/news/cantina-la-vis-giallo-internazionale-1.4041082

LaVis: chi l’ha affossata e perché – La casta degli impuniti http://www.questotrentino.it/qt/?aid=13516

La vacca da mungere – Nuovi documenti sulla LaVis: come la finanziaria della Curia e una oscura società americana hanno impoverito i viticoltori. Naturalmente c’è chi ci guadagna: tutti i nomi, dal vescovo a….

http://www.questotrentino.it/qt/?aid=13479

Articoli collegati in questo numero: I soldi dei contadini – QT n. 4, aprile 2012 e la fine ingloriosa di quella che veniva magnificata come la ‘multinazionale dei 1.300 viticoltori’. Che Enopress a suo tempo ha contribuito a illustrare e che ora ci fa sentire fortemente delusi, gabbati e indignati.

Ma il bello arriva con le risposte del Direttore di “Questo Trentino” sotto il titolo LE FATICHE DI ERCOLINO. Una lettura che ci spiega in pieno quegli atteggiamenti che avevamo notato in occasione della degustazione e che conferma cronache e voci, mai smentite, che ne raccontano le passate esperienze in altra cantina e ci portano sulle tracce di un cane onnipresente.

RE a Socio Disilluso (giovedì 14 giugno 2012, 17:39)

caro Socio Disilluso, relativamente ad Ercolino credo proprio che hai ragione, in quanto le cronache di Lavis riferiscono che tale signore sia persona di dubbia professionalità , tanto per essere gentili (vedasi ultimo numero di QT) percepisca (a spese dei soci) un lautissimo stipendio per fare un lavoro quantomeno inutile (tipo cambiare i nomi dei vini tanto per fare vedere che fa qualcosa, o inventarsi investimenti assurdi tipo la cantina a Salorno aperta a marzo e che si dice sia già catalogabile come flop)
– come dici te i soci devono mantenere anche la sua (omissis) segretaria personale
– i sovracitati soci sembrerebbe debbano mantenere anche il cane del signore di cui sopra , che a quanto si dice alloggia nel suo ufficio e viene portato a spasso per il paese da personale della cantina su ordine del signor Ercolino (non sto scherzando, questa cosa è la barzelletta del paese).
Il commissario come può giustificare situazioni come questa , che sarebbero scandalose anche in una realtà economicamente sana , e a maggior ragione sono insostenibili in una realtà dove di soldi NON CE NE SONO PIU’ ?????

E che dire del Relais Maso Franch?? – “Un sorso di territorio: quello vero e ammaliante della Valle di Cembra”, scriveva Enopress, che presto potrà vantare un altro gioiello, il Relais Gourmet Maso Franch, un tempio del ‘magiarbere’ espressione anche questo della Valle e del suo territorio, non meno che dei suoi intraprendenti viticoltori. ‘La forza del legame tra uomo e territorio’, come dicono qui.”. Così scriveva Enopress di quello che veniva illustrato come futuro tempio del ‘mangiarbere’ e forse poi trasformatosi nel solo mangia-mangia.

I vini La-Vis in degustazione a Roma – In occasione dell’evento ci siamo chiesti come mai un’azienda in profonda ristrutturazione, anche commerciale, con rappresentanti che si dividono il territorio, organizza una costosa presentazione a degli specialisti sia pure ineccepibili dell’assaggio, una delle organizzazioni dei sommelier, piuttosto che convocare la stampa e gli operatori commerciali cui presentare nuovi progetti, nuovi manager, nuovi prodotti anche al fine di fare il punto sul passato e aprire al nuovo corso.

Che la “cooperativa trentina da sempre sia simbolo della qualità in bottiglia” è un’affermazione che risale a molti anni fa, quando il Progetto Qualità (quello per intendersi che ha permesso la nascita della linea Ritratti) è stato trapiantato anche in montagna con una selezione esclusiva, proposta in poche migliaia di bottiglie per autentici intenditori e palati sopraffini.

Dei ricordi e delle numerose esperienze condotte in passato, di quanto riferito nei numerosi articoli di Enopress (vedi www.enopress.it – CERCA. Cantina La-Vis/Valle di Cembra) poco abbiamo ritrovato nei vini presentati ai banchi d’assaggio dell’Hotel Rome Cavalieri ( già in fila per Duemilavini di Bibenda Editore e per essere disponibili  su App Store).

LA VIS

1. TrentinoMüllerThurgau Cadrobbi 2011

2. Trentino Gewürztraminer Clinga .

3. Trentino Pinot Grigio Arcadia 2011

4. Trentino Chardonnay Manci 2011

5. Trentino Gewuerztraminer Ai Padri ‘1011

6. L’Altro Manzoni 2010

7. TrentinoLaggrein Greggi 2010

CEMBRA CANTINA Dl MONTAGNA

8. Trentino Nlüller Thurgau Vigna delle Forche 2011

9. Trentino Riesling Cancor 2011

10. Trentino Schiava Valvalè 2011

11. Trentino Pinot Nero Vigna di Sausent 2010

DÜRER-WEG

12. Südtirol Pinot Grigio 2011

13. S üdtirol Chardonnay 2011

14. Südtirol Gewuerztraminer 2011

15. Südtirol Gewuerztraminer Lochrachhof 2011

16. Südtirol Lagrein, 2011

17. Südtirol Pinot Nero 2010

CESARINI SFORZA

18. Trentodoc Brut Aquila Reale Riserva 2004

19. Trentodoc Brut Ros6 Tridenturn

20. Trentodoc Brut Tridentum

POGGIO MORINO

21. Morellino Scansano DOCG2009

22. Morellino Riserva DOCG 2007

VILLA CAFAGGIO

23. Chianti Classico 2009

24. Cortaccio 2006

 

Alcune considerazioni sui vini degustati

Conoscevamo i vini della La-Vis come campioni di tipicità e territorio, di quel territorio Trentino che era portabandiera di genuinità e qualità che negli anni avevamo imparato ad apprezzare e riconoscere. In occasione della degustazione delle nuove annate 2010-2011 del nuovo corso del gruppo, siamo rimasti sconcertati; nulla o quasi abbiamo ritrovato della qualità del passato. Una degustazione in cui hanno dominato più ombre che luci nelle etichette presentate. 24 campioni esposti all’assaggio che non hanno convinto né entusiasmato. Vini senza nerbo, senza personalità, senza i caratteristici e tipici sentori aromatici e avvolgenti dei bianchi trentini. I Muller Thurgau, i Gewurztraminer, i Pinot Grigio si sono rivelati molto al di sotto delle aspettative, vini bianchi non esaltanti né nella struttura, né nel ventaglio aromatico che è risultato a volte scarso, debole, senza spiccate rilevanze.
Per quanto riguarda i vini bianchi, l’unico che ci ha interessato e favorevolmente colpito è stato il Trentino Riesling Cancor 2011 della Cembra Cantina di Montagna, così come per i rossi, ilTrentino Pinot Nero Vigna di Sausent 2010 è stato l’unico vessillifero di una viticultura di montagna che, nonostante una generale insufficienza, ha mantenuto uno standard di qualità accettabile ed in linea con il passato. Per il resto, come dicevo, poche luci e molte ombre anche nella linea degli spumanti della Cesarini Sforza presenti (sopratutto il Trentodoc Brut Rosé Tridentum), che presentavano troppa spuma, troppo densa e persistente, impedendo la vista delle bollicine e la beva pulita del liquido.
In sostanza tutta la linea di produzione presentata andrebbe, a nostro avviso, rivista e corretta su livelli qualitativi più alti degni di un marchio come quello La-Vis che ci ha abituato, nel tempo, a vini buoni, di un certo livello qualitativo e con spiccati caratteri di territorialità. In mezzo a tutte queste ombre, nella desolazione della degustazione, l’etichetta che ha leggermente alleviato la nostra delusione ed il nostro sconcerto, è stata la Sudtirol Gewuerztraminer 2011 della linea Durer-Weg. Un bianco fresco ed aromatico, con sentori di fiori bianchi, una miscela di miele, albicocca e di lieve sentore di pera, il tutto corroborato da un ricordo di zenzero ed una lievissima nota di iodio che si propone solo nei primi minuti. In bocca si propone morbido, persistente e grasso, equilibrato da una buona freschezza e dotato di una certa persistenza.

M.M.

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Commenti

    • Franco
    • 4 Luglio 2012

    Non ho capito chi sarebbe il cinofilo lavisano proprietario del bovaro. Perathoner?

    • Mafaldo
    • 4 Luglio 2012

    A onor del vero bisogna dire che il gruppo (ma quante aziende sono da formare un gruppo?) Lavis, possiede una vocazione imperiale.L ‘operazione (chirurgica per i contribuenti che pagano le tasse alla provincia oltre che allo stato) Maso Franch avrebbe avuto il rientro dei capitali investiti in 475 anni ( mantenendo una media giornaliera di 200 caffè e il 70% dei coperti). Certo su una scala imperiale millenaria recuperare l investimento in 475 anni ci può anche stare.
    Dopo quest ennesima figuraccia in trasferta stavolta ( che mostra assoluta incompetenza e analfabetismo imprenditoriale oltre che a una totale mancanza di stile che si traduce in una mancanza di rispetto per i propi interlocutori, questi signori non dovrebbero piu avere il coraggio di farsi vedere in giro. Pia illusione,anzi c’e da scommettere che i loro modi di fare saranno ancora più arroganti forti delle loro coperture politiche e finanziare e null altro. E tutto un magna magna. e i protagonisti delle vicende Lavis denunciato in maniera documentata e approfondita da “Questo Trentino” si coprono le spalle l’uno con l’altro.

    • Geisha Gourmet
    • 4 Luglio 2012

    Il lavoro di Questo Trentino è eroico…

    • minosse
    • 9 Luglio 2012

    ciao geisha , hai sentito i muller thurgau del gruppo la-vis alla recente mostra dei vini di cembra ? un amico mi ha detto che è rimasto molto deluso rispetto agli altri anni , uno o due passi indietro … che dici tu ?

    • Marco
    • 10 Luglio 2012

    Il proprietario del Bovaro è il trentinissimo Vincenzo Ercolino ……che sta lottando in trentino contro tutti per salvaguarare il principio di territorialità e della cooperazione… i suoi interventi davanti ai soci e durate gli avvenimenti ai quali ho partecipato sono illuminanti, con delle uscite degne di un artista di avanspettacolo.

    • Geisha Gourmet
    • 10 Luglio 2012

    Ero in Valle d’Aosta per lavoro, purtroppo non sono stata… E a dire il vero non ho notizie da nessuno…

    • minosse
    • 11 Luglio 2012

    Marco lo definisce un attore di avanspettacolo… forse è più un artista poliedrico . A livello nazionale la storia professionale di questo signore campano ( mi sembra di avellino ) è piuttosto nota , non entro nei particolari altrimenti mi tagliano il post . Per chi volesse saperne di più basta leggere l’articolo sul numero di giugno di questotrentino , dal titolo eloquente ” le fatiche di ercolino ” , anche se magari non rende pienamente merito alle gesta epiche di questo personaggio serve per tracciarne un quadro sommario. Sicuramente geisha nella sua carriera di giornalista del vino ha avuto modo di conoscerlo bene. Buona fortuna ai soci della coop lavisana, ne hanno tanto bisogno !

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