L’Agenzia delle entrate contesta alla cantina di La Vis la modalità con cui sono stati trattati i compensi degli amministratori della società controllata Casa Girelli. I compensi – si legge oggi su L’Adige – dei componenti del consiglio di amministrazione facenti capo alla cooperativa, infatti, non venivano versati ai singoli amministratori ma fatturati da La Vis come prestazione di servizi della cantina a Girelli. Il fisco non è convinto della correttezza dell’operazione, in quanto in questo modo si caricano costi sulla società per azioni, abbassando l’imponibile, e si aumentano i ricavi della cooperativa, dove si pagano meno tasse. L’Agenzia delle entrate avrebbe già spedito il primo avviso di accertamento, riferito all’anno 2005. Nel 2005 Casa Girelli passa sotto il controllo di La Vis, con la partecipazione di minoranza, un terzo circa del capitale, dell’Isa. Quell’anno il compenso agli amministratori registrato in bilancio ammonta a 666 mila euro. Nel 2006 i compensi ai membri del cda salgono a oltre 1 milione di euro. Poi il bilancio cambia scadenza, passando dal 31 dicembre al 30 giugno. L’esercizio «di transizione» dura sei mesi, il primo semestre 2007. In quel periodo i compensi agli amministratori ammontano a 521 mila euro. Nell’esercizio 2007-2008 gli amministratori di Casa Girelli percepiscono, stando al dato contenuto nella nota integrativa al bilancio, 1 milione 10 mila euro. Nel 2008-2009 la cifra scende a 690 mila euro. Il motivo sta nell’uscita dagli organi sociali, e dalla società, dei partner privati Stefano e Marina Girelli. Restano nel cda l’allora numero uno di La Vis Roberto Giacomoni come presidente, Fausto Peratoner e Cesare Andermarcher come consiglieri, entrambi con deleghe. In tutto, quindi, Casa Girelli ha riconosciuto ai suoi amministratori circa 3,9 milioni di euro in cinque anni. Di essi, è di circa 2,5 milioni la quota spettante agli amministratori facenti capo alla cooperativa lavisana. Quando, lo scorso settembre, l’Adige pubblicò i compensi indicati nell’ultimo bilancio, fu Peratoner a precisare che «noi non abbiamo percepito un solo centesimo di quella cifra». Dal 2005 è la cantina di La Vis che fattura a Casa Girelli la cifra corrispondente al compenso dei suoi amministratori, come prestazione di servizi da parte della cantina alla società commerciale. Nella precisazione dello scorso settembre, i vertici della cooperativa avevano ricordato che la questione era stata vagliata dall’Agenzia delle entrate. Il fisco però, evidentemente, non si è convinto e ritiene che l’operazione porti vantaggi fiscali al gruppo, caricando costi dove si pagano più tasse, nella società per azioni, e incrementando i ricavi dove si paga meno, la cooperativa. La Vis si appresta a ricorrere. Si apre quindi un contenzioso tributario. Questa, però, era l’ultima cosa di cui avevano bisogno Casa Girelli e la controllante La Vis. La cantina, come è noto, è stata commissariata dalla giunta provinciale lo scorso settembre, a fronte di squilibri economici e finanziari evidenziati dai revisori della Federazione della cooperazione. Venerdì è in calendario l’assemblea per l’approvazione del bilancio chiuso il 30 giugno 2010. Il grosso dei problemi del gruppo si concentra proprio in Casa Girelli, soprattutto a causa di crediti inesigibili all’estero (si veda l’articolo sotto). Il bilancio della società commerciale è in via di chiusura in questi giorni. Alla perdita derivante dall’attività caratteristica, che di suo dovrebbe ammontare a oltre 1 milione di euro, e alla svalutazione dei crediti esteri, che potrebbe arrivare a 6 milioni, si aggiungerà l’accantonamento per il contenzioso con l’Agenzia delle entrate, che per ora potrebbe aggirarsi sul milione. Anche per questo motivo, nel nuovo bilancio i compensi agli amministratori, fatturati dalla cantina, dovrebbero essere dimezzati a 345 mila euro.
Secondo il riepilogo fatto dal commissario Marco Zanoni al consiglio comunale di Lavis a novembre, il gruppo vitivinicolo La Vis ha circa 100 milioni di euro di fatturato, un patrimonio immobiliare di oltre 110 milioni di euro e un indebitamento con le banche di 80 milioni, cresciuto negli ultimi cinque anni anche per finanziare investimenti per 50 milioni. Come si legge nei primi bilanci pubblicati di società controllate del gruppo, Cesarini Sforza Spumanti, Poggio Morino, Basilica Cafaggio, La Vis si è avvalsa per il 2010 della moratoria dei pagamenti della quota capitale dei mutui prevista dall’Abi. Ai debiti di La Vis, tuttavia, si aggiungono quelli derivanti dal recente accordo con l’Isa sul riacquisto della quota del 31% della finanziaria in Casa Girelli. L’Isa aveva messo in Girelli 8 milioni a partire dal 2005. L’opzione di uscita prevedeva il pagamento di 12 milioni cinque anni dopo, cioè nel 2010. L’accordo prevede che La Vis paghi il riacquisto a rate in altri cinque anni. Complessivamente l’onere per la cantina supera i 13 milioni di euro.