Condivido con piacere il mio articolo uscito domenica sulla sommelier pizzaiola Marzia Buzzanca, che giovedì scorso ha finalmente acceso forno e fornelli dell’Hoftstätter Garden di Termeno (BZ).
Qui sotto il testo del mio articolo che non è uscito integralmente sul Corriere del Trentino e Corriere dell’Alto Adige, in modo che possiate leggere la versione originale.
Preannunciata da un insolito vento del Nord, Vianne Rocher, indimenticabile protagonista del romanzo Chocolat di Joanne Harris, arriva a Lansquenet-sur-Tannes, piccolo e silenzioso villaggio francese in cui si vive all’insegna della tranquillité. E così Marzia Buzzanca, preannunciata dallo stesso vento (ma del Sud), è arrivata nella bucolica Termeno direttamente da L’Aquila, di cui è il simbolo della ricostruzione gastronomica post sisma. Vivienne e Marzia hanno molto in comune, stesso anticonformismo, stessa voglia di vivere senza compromessi, stesso spirito nomade, stessa passione per il loro lavoro, solo che Vianne è pasticcera e conquista i paesani con i suoi peccaminosi cioccolatini, Marzia, invece, cercherà di conquistare il cuore dei termenesi con le sue squisite pizze, le sue ammiccanti amatriciane e le sue spezie, che come un amuleto porta sempre con sé. Una donna libera ed estremamente resiliente, anche ora che ha deciso di lasciare L’Aquila, perché resilienza non significa solo reagire positivamente alle avversità, accettando anche le situazioni sfavorevoli senza abbattersi, significa anche avere la forza di rimboccarsi le maniche prendendo in mano il proprio destino e portando la vita nella direzione che si desidera. E la direzione che voleva prendere Marzia era quella di una nuova esperienza, serena e positiva, immersa tra le vigne: per questo ha gettato al vento un importante progetto a Milano per prendere in gestione l’Hofstätter Garten, il ristorante e pizzeria gourmet dell’omonima quanto famosa cantina.
Nel mondo dell’enogastronomia è davvero una scelta fuori dal coro quella di preferire la quiete di Termeno alle luci della ribalta di Milano. Come mai questa decisione?
Nella mia vita, oltre a mia figlia, ho due grandi amori: il primo è il vino, infatti in primis sono sommelier, e poi la pizza. Poter unire queste due cose all’Hofstätter Garten è stata un’occasione irrinunciabile. Avevo voglia di fare un’esperienza nuova, allargare il mio bagaglio culturale, e così, eccomi qui, a vivere la mia terza vita…
Terza vita perché la prima è stata il ristorante Vinalia a L’Aquila distrutto dal sisma del 2009, la seconda Percorsi di gusto, dove ha deciso di traslocare per non abbandonare la città, imparando a fare la pizza gourmet da chi l’ha inventata, Simone Padoan…
Nella mia vita ho sempre cercato di fare qualcosa per gli altri e per la mia città, ora, invece, ho pensato a me, ma non ho abbandonato l’Abruzzo, in carta qui a Termeno uso molta materia prima abruzzese, di cui spero di essere una buona ambasciatrice.
E di altoatesino cosa ci sarà nel suo menu?
Ci sono un impasto della pizza al Lagrein di Hofstätter, un gelato al Gewürztraminer
e zenzero e anche molta contaminazione, come nel “Viaggio della Gricia”, ricetta della cucina laziale che propongo in due versioni nello stesso piatto: classica, con il guanciale, e rivisitata, con speck e spuma di Pecorino.
Niko Romito, Davide Oldani, i fratelli Cerea, sono solo alcuni dei famosi chef stellati con cui ha costanti rapporti di amicizia e di lavoro. Cosa c’è di loro nella sua cucina?
Molte cose, più o meno esplicite, come la pizza “Dedicata a Francesco Apreda”: per ora non la propongo perché voglio partire con calma, vedere come risponde il territorio, poi se tutto va come spero, inizierò a fare anche cose più particolari. Sono ottimista: tutte le mattine apro la finestra, respiro quest’aria, vedo questo paesaggio vitato meraviglioso, mi sembra di essere in paradiso.
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