Nelle ultime 48 ore il mondo dell’intelligentia del vino, composto per lo più da maschi, si interroga su come sarà mai possibile che adesso su Instagram &co il nettare di Bacco sia promosso con immagini di bei ragazzi giovani e palestrati intenti a sorseggiare un bicchiere di rosso al posto di bionde sexy e more procaci.
Facile, perché finalmente qualche maschio delle agenzie pubblicitarie ha capito/si è accorto che noi donne siamo il target emergente (o già certo e “ben consumante”? 🙂 ), come del resto questo blog e il mio Sex and the wine diciamo da buoni buoni 6-7 anni.
Solo che i content manager che hanno avuto finalmente questa visione sono sicuramente maschi perché una donna altrimenti saprebbe che il vino alle ragazze non si vende facendo bella mostra di pettorali. Sia chiaro, apprezziamo molto, o almeno io apprezzo assai, non fosse altro per dimostrare che si può bere vino e avere un gran fisico (impegnandosi). Il punto è, però, che le wine lover vivono il vino in modo diverso da un uomo. Lo vivono e lo scelgono come sceglierebbero qualcos’altro per farle stare bene, per seguire i motti dell’animo o per e fede speciale un appuntamento. Dal vino vogliono essere sedotti e come fosse un uomo, ma il gioco della seduzione è più complesso — quanto è sfaccettato il vino — si un bellone col bicchiere (molto spesso bicchiere spagliato — tipo il rosso nella coppa Martini! Cose da far cadere la libido a qualsiasi wine lover; o calice troppo riempito) o la bottiglia in mano.
Che però apprezziamo. Finalmente.
Forse da oggi al ristorante la carta dei vini inizieranno a domandare a chi porgerla, invece che darla sempre di default all’uomo.
Santé Geishe Gourmet! 😉