Un abito visionario realizzato con 80 metri di tulle plissettati che ha richiesto 18 giorni di lavorazione. E’ così che lo stilista Lorenzo Mossa ha dato forma, consentendo letteralmente di indossarlo, al Soave Classico Superiore Docg di Rocca Sveva, che da oggi cambia nome: non più Castelcerino, ma Ciondola.
«Il nome – spiega il direttore generale di Cantina di Soave Bruno Trentini – è frutto di uno studio di marketing che ci ha portati a sostituire Castelcerino, un toponimo purtroppo abusato: si chiama così il Soave di varie cantine del territorio, ormai. Abbiamo preferito intraprendere questa strada nella direzione di un’identità che sia solo nostra e quindi dell’unicità. Il territorio d’origine è esattamente lo stesso e anche il vino è quello di sempre, ha solo cambiato nome e look, perché nel degustare un vino sono molti i sensi coinvolti e anche l’occhio vuole la sua parte».
Un cambio di immagine che meritava di essere celebrato, così lo stilista Lorenzo Mossa, ha disegnato un abito ispirato a questo vino. La creazione sfilerà in passerella durante la presentazione ufficiale della nuova collezione alta moda Spring-Summer 2019 dello stilista.
La forma complessa dell’abito è resa possibile da una struttura interna in tulle rigido e ricorda la particolare conformazione dei vigneti di collina a giropoggio, chiamati ciondole, appellativo da cui, come si diceva, deriva il nome del vino. I tre strati caratterizzati da diverse cromie rappresentano, a partire dalla base della gonna, il sottosuolo del vigneto, l’aria e infine il colore dorato intenso carico di riflessi che contraddistingue il vino. Oltre al tulle, per realizzare questo abito che fonde insieme architettura, arte e moda, sono stati impiegati altri tessuti di pregio come il mikado satin ed il raso di seta, tessuti che richiamano le sensazioni gustative di questo prodotto firmato Cantina di Soave.