Il Miglior Sommelier d'Italia sarà Franciacorta

Sarò un po’all’antica, ma c’è questa questione che un po’ mi dispiace. Da quest’anno il miglior Sommelier d’Italia, eletto durante l’annuale Congresso nazionale dell’Ais, sarà insignito del Premio Franciacorta. Dal consorzio aggiungono: «È questo il nuovo nome dell’ambito premio, che con l’edizione 2010 punta a divenire ancor più prestigioso, grazie alla partnership con una delle realtà vitivinicole più importanti d’Italia. L’obiettivo comune dell’Ais e del Franciacorta è incrementare la qualità ed il prestigio dei vini di qualità e dei Sommelier Italiani, che insieme hanno contribuito all’affermazione della cultura enogastronomica italiana nel mondo».

Ora, io sono un’amante dei Franciacorta, una fan anzi, ritengo che il loro prodotto sia – in media – il migliore d’Italia, ma non mi pare comunque giusto che il Miglior Sommelier d’Italia porti in giro il nome di una sola tipologia enoica. Non mi pare enologicaly correct, per non dire politicaly correct.

«Dare il nome a questo prestigioso premio è motivo di grande soddisfazione – spiega Maurizio Zanella, presidente del Franciacorta – siamo infatti convinti che la diffusione di una maggiore cultura del buon bere parta proprio da quegli operatori che ogni giorno, in virtù del loro importante ruolo, hanno il dovere di proporre e raccontare il mondo del vino ai propri clienti. Suggerire un abbinamento non è solo consigliare le etichette più adatte, ma anche promuovere conoscenza, cultura e stile».

L’Ais, dal canto suo, ha fatto sapere: «Il Trofeo assume la denominazione ufficiale di PREMIO FRANCIACORTA per sottolineare ancor più la sua elevata valenza, unendosi anche nel nome con una delle più importanti e qualitativamente elevate realtà vitivinicole italiane. Un’ulteriore, concreta e pensiamo gradevole novità è data dal sostanziale incremento dei premi assegnati ai vincitori. Le motivazioni che hanno portato l’Associazione Italiana Sommelier e il Consorzio Franciacorta a unire i propri sforzi per rendere ancor più prestigioso e interessante il Concorso è dato dal comune interesse a voler sempre più incrementare la qualità e il prestigio dei vini di qualità e dei Sommelier Italiani che insieme hanno contribuito all’affermazione della cultura enogastronomica italiana nel mondo».

Continua il comunicato del consorzio: «Le fasi finali de premio si svolgeranno a Perugia durante la 44esima edizione del Congresso nazionale dell’Ais. Le semifinali sono previste per venerdì 1 ottobre, mentre la finale si terrà sabato 2 ottobre, quando sarà proclamato il Miglior Sommelier Professionista d’Italia – Premio Franciacorta. I partecipanti, provenienti da tutta Italia, si misureranno con prove di vario genere: degustazione e descrizione di alcuni vini, accoglienza dei clienti, prove di stappo, correzione di carte dei vini contenenti errori, servizio ai clienti anche in lingua straniera. Il vincitore conquisterà un assegno da 7000 € e 6 magnum di Franciacorta. Il secondo ed il terzo classificato porteranno a casa un assegno da 4000 € e 3 magnum di Franciacorta a testa. La prova finale di Perugia sarà preceduta dalle selezioni regionali, che si terranno durante il mese di settembre a Milano, Roma e Napoli.

La Franciacorta, insomma, si conferma sempre in pole position nel marketing e nelle azioni di comunicazione, perché i primi promotori delle bollicine e dei vini in generale, sono in sommelier: associarsi al premio più ambito è un passaparola e una garanzia di divulgazione impareggiabile. Se l’Ais ha acconsentito, buon per loro, ma credo che dovrebbero essere stati i sommelier ha riflettere bene su questa opportunità, che mi piacerebbe sapere se è stata offerta anche a tutte le altre realtà enologiche italiane, al Brunello, al TrentoDoc, all’Asti…

A nessun’altro è venuta qualche perplessità???

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Commenti

    • Roberto Anesi
    • 27 Luglio 2010

    Ciao GG….
    Ho letto il tuo post ieri…. che dire del nome del Trofeo x il Miglior Sommelier d’Italia???
    Niente!
    Semplicemente una sponsorizzazione di parecchie decine di migliaia di €uri!!

  1. Sì ma Roberto, l’hanno proposta, per dire, anche al TrentoDoc, e gli hanno detto di no? fammi capire

    • Bollicino
    • 27 Luglio 2010

    Cara Geishagourmet,
    me le tiri fuori da sotte le unghie, le tue provocazioni?
    Allora eccoti il mio pensiero, dopo che mi sono ripreso dalla stizza provata per la notizia.
    Eh sì, perchè quelli dell’AIS sono stati tenuti a battesimo e condotti per mano oltre l’adolescenza proprio a Trento ed in Trentino. Era, infatti, la fine degli anni ’60 inizio ’70 quando il Comitato Vitivinicolo decise, primo in Italia, di impiegare i Sommelier per le sue Mostre dei Vini. Da Genova arrivava Pino Sola, da Milano il mitico Franco Tommaso Marchi primo Segretario generale e poi tanti fiduciari delle nascenti sezioni regionali chiamati dal nostro Fabrizio Pedrolli: tutti a farsi le ossa nell’unica regione che disponeva di spumanti, una decina di tipologie di vini bianchi ed altrettante di rossi, e poi i vini da dessert e le grappe. Altrove non c’erano nè Mostre nè variegate tipologie. Questo per la storia e per il credito che il Trentino aveva allora a livello nazionale. Dopo, le nostre tipologie si sono aggiunte alle varietà storicamente coltivate nelle diverse zone d’Italia e si è giunti alla Chardonizzazione, alla Merlotizzazione e Cabernetizzazione ecc. del Bel Paese con i guasti che sappiamo. Ed i Sommelier si sono sviluppati, sono cresciuti, hanno preso il posto degli enotecnici sulla filiera della comunicazione del vino come anello fondamentale fra bottiglia e consumatore.
    Il Trentino, da una decina d’anni a questa parte, ha imboccato un’altra strada, quella di fare i soldi con il Pinot delle Venezie e con il finanziario. Solo i Vignaioli e pochi altri cui l’accesso al sistema era vietato, hanno mantenuto viva la fiammella dell’orgoglio per il territorio con i fatti quotidiani, non con le parole.
    E veniamo al TRENTODOC: Franciacorta parte per ultima fra i territori vocati, è in mano a privati che investono proventi dell’industria, stanno vicino a Milano capitale della comunicazione che, con orgoglio “lumbard” non vede l’ora di ritagliarsi uno spazio fra i piemontesi ed i toscani. E ci riescono perchè fanno squadra. E sono coerenti, bravi.
    Doveva essere il Trentino la Champagne d’Italia, invece è Franciacorta. Chapeau!
    Se l’AIS avesse messo a concorso il titolo del miglior Sommelier d’Italia, se lo sarebbe aggiudicato il Trentino, senza dubbio. Il Mellarini 10-15.000 € per il monte premi li avrebbe trovati subito e avrebbe attivato il Progetto vino, la Trentino SpA, tutti, per massimizzare il risultato.
    Ma quale risultato?
    Quello del milione di euro investito per sponsorizzare il Giro d’Italia e le altre degne cose che si sono fatte?
    Non prendiamoci in …giro, non è giornata, oggi!
    E che a nessuno venga in mente di interrogare spumantisti per farsi dire che le campagne istituzionali funzionano: funzioneranno sempre fintanto che a pagare sarà pantalone.
    Non lo so, ma scommetto che i franciacortini i 15.000 € per l’AIS li hanno tirati fuori di tasca propria, senza andare a pietirli da Formigoni. Che poi l’AIS avrebbe fatto meglio a proporre il budget a tutte le zone produttrici è lapalissiano: però non avrebbe trovato un interlocutore unico che li rappresentasse tutti. E questo è nuovamente un altro discorso.
    Conclusione.
    TrentoDoc prenda atto di essere stato superato un’altra volta, giri pagina e si rimbocchi le maniche per stendere, finalmente, un PIANO organico che coerentemente parta dalla zonazione dei vigneti vocati, dalle commassazioni possibili per ridurre i costi, esca dagli equivoci fra metodi di elaborazione, riveda insomma il disciplinare di produzione e faccia funzionare il Consorzio (come in Champagne o Franciacorta). E fin qui i costi sono sopportabili e facilmente finanziabili. Per aumentare notorietà ed immagine, sappiamo che lo spumante classico esige mano di velluto dato che le callose mani dei vigneron non servono alla bisogna, anzi.
    Finisco qui perchè non sono a libro paga di nessuno e se volete conoscere le mie idee, vi rinvio ad altra occasione, anche per non tediarvi oltre.

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