Il galeteo del bicchiere

Anche il bicchiere di vino ha il suo galateo. Eccome!

La personalità di un vino viene esaltata o sacrificata a seconda del calice in cui viene versato. Proprio come la tua silhouette: non per niente quando compri un
vestito cerchi di scegliere quello che ti valorizza di più. L’abito del vino è il bicchiere e tutte le parti di cui è composto hanno scopi e funzioni importanti che, quando combinate, creano un perfetto strumento per godersi la sinfonia del vino, portandone alla luce sfumature, aromi e anche le più piccole note di fondo. I nostri gusti sono come i tasti di un pianoforte e il bicchiere è il vero direttore d’orchestra della musica che il vino suona a ogni sorso per il nostro palato.

L’ARCHITETTURA DEL BICCHIERE

Il bicchiere da vino è suddiviso in quattro elementi: il piede, lo stelo, il bevante e il bordo. Il piede ha un ruolo semplice ma cruciale, far sì che il bicchiere non si ribalti. Lo stelo, invece, ricopre due funzioni: permette di impugnare il bicchiere evitando che le mani scaldino il liquido contenuto nel bevante, ossia la parte che contiene a tutti gli effetti il vino; allontanare le mani dal naso, in modo che il loro profumo non influisca sul gusto del vino. Il bevante è la parte del calice soggetta alle variazioni di forma studiate per migliorare il gusto del vino e consentire a profumi e composti aromatici di esprimersi al meglio. Infine c’è il bordo, il “luogo” dove vino e labbra si incontrano per la prima volta.

LE 3 REGOLE DEL BICCHIERE

VIETATO IL COLORE La degustazione parte dalla vista e un bicchiere colorato altera la percezione visiva della tonalità naturale del vino. C’è stato un periodo in cui il calice nero andava moltissimo di moda per le degustazioni: oggi è un po’ démodé ma se non hai mai provato l’ebbrezza di assaggiare il vino senza vederne il colore, allora concediti, per una volta, questa esperienza.

PIÙ DEL MATERIALE, IMPORTA LA FORMA Il professor Claus J. Riedel è stato il primo a scoprire che il bouquet, il gusto, l’equilibrio e il finale dei vini sono influenzati dalla forma del calice in cui vengono consumati e nel 1961 lanciò la prima linea di calici di foggia e dimensioni diverse.

SOTTILE È MEGLIO Il bicchiere di vino deve essere filato più sottile possibile. Perché? Al di là del pregio, più è sottile, più riduce la sensazione del vetro sulle labbra, rendendo più intimo il contatto tra la bocca e il vino.

A OGNI VINO LA SUA FORMA

Le forme dei bicchieri di vino sono svariate, ma le più comuni (e da conoscere assolutamente) sono quelle che trovi elencate qui di seguito per i vini bianchi e lo
spumante, per i vini rossi e per i vini da dessert.

Flûte: stretta e lunga, la sua forma è ideale per fare in modo che l’anidride carbonica risalga dal fondo in una delicata scia di bollicine (il famoso perlage) senza svanire troppo presto. Questo è molto importante nel caso dei vini frizzanti, come il Prosecco, in cui l’anidride carbonica è meno integrata nella struttura del vino. Nota bene: si dice la flûte, non il flûte.

Tulipano (o champagne glass): a differenza della flûte, è a forma di tulipano ed è perfetto per Champagne e metodo classico, spumanti che hanno bisogno di più spazio per una giusta esaltazione della loro finezza e della loro complessità  data dalla seconda fermentazione in bottiglia.

Renano: calice perfetto per vini bianchi, anche per quelli strutturati e barricati. Si presenta rotondo e ampio, l’imboccatura è regolare, per permettere di apprezzare
tutto l’aroma del vino. Si può usare anche per un Chianti Classico o un Primitivo.

Ballon: lungo e largo, la sua conformazione permette di ossigenare la bevanda e liberare i profumi più importanti. Come suggerisce il nome, ha una forma ampia
e arrotondata, ideale per enfatizzare l’aroma del vino. Questo tipo di bicchiere è perfetto anche per rossi pregiati come il Pinot Nero, il Barolo e il Barbaresco. La
versione più ampia si chiama grand ballon, ideale per vini corposi e invecchiati.

Bordeaux rosso: calice di grandi dimensioni, da far roteare per avvertire tutti i profumi di un grande vino. Questi vini, da gustare lentamente, continuano la decantazione all’interno di questo bicchiere ed emanano nell’aria il loro aroma intenso. Si può usare anche per il Cabernet Sauvignon.

Barbaresco: chiamato anche Bourgogne, perfetto per i vini più corposi e invecchiati, ha una forma molto ampia che consente di ossigenarli perfettamente e lasciare sprigionare i loro profumi. Usalo per i tuoi vini più maturi e pregiati, di annate particolari, quelli comunemente chiamati “Riserva”. Va bene anche per le bollicine rosé.

Coppa Asti: calice caratterizzato da una larghezza che supera l’altezza, consigliato per sorseggiare uno spumante dolce.

Tulipano piccolo: piccolo calice a forma di tulipano, perfetto per bere un vino passito.

Sauternes: calice studiato proprio per i Sauternes e i vini dolci muffati, pensato per esaltarne soprattutto le note acide.

 

[da Vino prêt-à-porter, di Francesca Negri, Rizzoli, 2018]

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