Il cliente, sempre più esigente e mediatico…che fare?

Ricevo e pubblico volentieri alcune riflessioni di Giuseppe Greco, maitre del ristorante stellato Il Gallo Cedrone di Madonna di Campiglio (TN).

In un’era in cui la tecnologia corre come una lama sul filo del rasoio, troviamo sempre più clienti con l’innata voglia di correre, correre per arrivare ovunque, correre per essere sempre presente, sempre in primo piano, pronto a catturare ogni momento della sua vita in uno scatto del suo smartphone, solo perché possa essere mostrato e messo on-line sui social, per dire io c’ero, l’era di una evoluzione che viaggia molto veloce, sensa rispetto altrui, è importante postare ciò che si fa e si vive in quel momento del giorno, non é un momento della propria vita, ma un momento della vita sociale, tutto nasce dal condividere e mostrare a tutti i costi.
Si va in vacanza per mostrare, si va in hotel per mostrare, si scelgono le varie strutture stando attenti che sia di una classe sociale di suo livello o superiore, per potersi atteggiare, si é subito pronti a redimere e recensire fatti ed episodi che inciampano nel suo cammino, forti del poter esporre un piccolo problema in un grosso problema, spesso arrivando a preventivare una probabile recensione nei confronti del malcapitato ristoratore o albergatore, che al giorno d’oggi non può che sentirsi minacciato da probabili commenti non congrui al suo reale operato.
Da qui l’esigenza di metterci in condizione ragguardevole ad un mondo in continuo cambiamento, spesso di cose appariscenti, essenziali e minimali.
Il cliente oggi mette in mostra, i suoi spazi e se stesso, solo per dimostrare, per apparire, spesso non rispettoso dei diritti e dovere, spesso involontariamente commette degli errori, dati dalla foga dell’essere, dell’apparire a tutti i costi, involontariamente, non si cura del rispetto delle persone che incontra sul suo cammino, é sempre pronto a postare qualunque situazione possa capitarle.
A volte il cliente poco ingegnoso o acculturato si fa scudo dei social per poter recensire nel bene e nel male tutto ciò che le capita in un ristorante un hotel o una qualunque struttura a lui poco congrua, questo mette in condizione la macchina dei lavoratori del turismo ad essere sempre sull’attenti, sempre pronti ad affrontare, accogliere, gestire clienti poco rispettosi di se stessi e di chi gli sta vicino.

Mi è capitato di avere a che fare con un cliente che appena entrato nel nostro ristorante stellato, ha iniziato ad infierire sul personale di sala, lamentando un attesa, secondo lui lunga per la tipologia di ristorante, dicendo; questo non è uno stellato. L’attesa è sempre determinata dal cliente, io in quanto responsabile di sala ho dovuto assecondare il cliente, con modi garbati, sensa mai perdere il controllo della situazione e mantenendo la pazienza in tutti i modi, ricordo che la moglie si vergognava di questo tipo di cliente, suo marito, mio malgrado con classe l’ho assecondato, mettendo a proprio agio sua moglie e la sua bimba, ho fatto il mio lavoro con accortezza, mettendo in moto un servizio attento verso quel tavolo da parte di tutta la brigata di sala e cucina, ho fatto di tutto per infierire nell’animo di quel cliente, gli ho voluto dimostrare che non aveva sbagliato affatto ristorante, ho voluto fargli notare che, lui era entrato nel posto giusto, ma tanta gente come lui, non rispettosa del lavoro altrui si era presentata all’appuntamento in orari non predefiniti, (il marcio di questa società, nessuno rispetta l’orario prestabilito) allora ci si trova tutti insieme in un ristorante, mettendo a dura prova chi dovrebbe dare loro il tipo di servizio offerto per l’occasione, ma ad un uomo che ha superato i 50 anni, questo non spaventa, anzi ne sono stato grato quando quel cliente mi ha chiesto scusa per il suo comportamento.
Pensando a ciò, rifletti su cos’é il cliente oggi, pronto a pugnalarti ad infierire su di te, avvalendosi della sua poca ragionevolezza, della sua poca pazienza, e del suo alter ego, il cliente oggi è questo, poco rispettoso di se stesso, questo cliente non va bastonato,ne gioirebbe, trarrebbe vantaggi, e ragione dal suo essere, quel cliente, una volta inquadrato va educato, noi ne abbiamo i mezzi per farlo, dobbiamo solo avere il tempo a disposizione, consci che abbiamo educato un cliente che avrebbe di sicuro sbattuto il nostro ristorante e il nostro servizio in prima pagina sui social, gli ho tolto questa gioia, questa gioia di poter scrivere qualcosa di male nei nostri confronti, perché l’ho portato a me, oltre ad avergli offerto un servizio adeguato, l’ho fatto ragionare, così non ha potuto scrivere nulla, sì perché spesso chi scrive sui social non ha nulla da fare, o ha da lamentarsi, questo non ha potuto più esternare il suo lamento, l’ho reso felice, ma allo stesso tempo gli ho tolto la felicità di mostrare il suo disappunto nei confronti di chi con impegno e professionalità si impegna a fare il propio lavoro, rispettosi del cliente, chiunque esso sia.
Quel cliente andava educato, non sempre ci si riesce, spesso il cliente si porta dietro i suoi problemi, spesso un cliente crede di sapere più di coloro che esercitano il loro lavoro o la loro professione, spesso il cliente é convinto che, IL CLIENTE HA SEMPRE RAGIONE, quasi mai si chiede che tipo di cliente sono, perché non sono stato rispettoso di coloro che si sono presi cura di me, si sono resi disponibili rispettosi e servizievoli, ma ho creduto nel mio subconscio ché fosse tutto dovuto, spesso ho prenotato un ristorante non rispettando l’orario da me prescelto, o addirittura non mi sono presentato affatto, spesso non ho avuto abbastanza rispetto dei clienti affianco al mio tavolo, la mia camera, i miei spazi, spesso ho lasciato fare di tutto ai miei figli, non rispettosi dello stare a tavola o in spazi comuni, magari mi sono trovato in situazioni diverse a criticare i figli altrui.
Chi sono i clienti di questa società, i clienti che vogliono apparire più che essere, chi può educare al rispetto di ciò che gli viene offerto e non preteso?
Il cliente oggi é un mix di una società distratta dalla realtà ed attratta sempre più dai social, a noi poveri incalliti servitori, l’onere di aiutarli, cercando di non fargli scrivere sui social, nel rispetto di noi umili e attenti camerieri, cuochi, ristoratori, albergatori, un esercito di gente pronta al sacrificio e ad essere giudicata o giustiziata, dal cliente di oggi, il cliente Social.

Il cliente social, “non cliente,” adesso condannato alla riflessione e all’isolamento da un virus che si prende gioco della nostra vita, e in tanti casi a preso parecchie vite, (avremo tanto, e a lungo di parlare di lui purtroppo) Covid 19 questo maledetto che sta flagellando il mondo sotto l’aspetto pandemico ma ancor di più sotto quello economico, ci fa ragionare molto, mi auguro possa portare tutti ad un ridimensionamento del nostro essere e vivere una vita più serena, di essere sempre più Green nel nostro modo di pensare ed agire, mi auguro che questo dramma sociale di portata planetaria faccia riflettere molto, tutti, si perché tutti noi siamo dei clienti ad essere tutti un pò più rispettosi di questo pianeta strapolpolato da pochi ricchi onnipotenti e sempre più poveri ridotti alla fame, questo deve farci riflettere, saremo sicuramente meno propensi a criticare ogni minima banalità quotidiana per essere sempre presente sui sociale, ci eravamo illusi che avremmo potuto correre correre sensa alcun freno, per arrivare dove?…Social guest!

Riflessione di un maitre di sala alle 3,45 di notte, dopo l’ennesima giornata di lavoro a contatto con il CLIENTE.
Giuseppe Greco.

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