Nonostant il Covid, le restrizioni e le incertezze, la isla bonita non si ferma e, anzi, la sensazione è quella che si stia preparando a diventare più esclusiva che mai. Mentre a San Francesc spuntano negozi di Dior, in giro per l’isola fioriscono nuovi locali che hanno, a mio avviso, un fil rouge: semplicità in un ambiente super accogliente e chic.
Partiamo da San Ferran, dove sul corso principale, a due passi dal mitico Fonda Pepe, ha aperto TAPAS24, firmato Carles Abellan, chef stellato che da qualche anno ha deciso di puntare tutto sui “cicchetti” alla spagnola con una serie di aperture in terraferma e ora sbarca a Formentera con un locale piacevole, una carta dei vini estesissima per gli standard di Formentera (150 vini, ma i prezzi possono migliorare), spanisch street cociktail interessanti e ben fatti, e una proposta di tapas che è bene spiegare: quando leggi tapas ti aspetti porzioni piccole, formati ridotti di piatti tradizionali; qui da Abellan invece il formato è normale, e il concetto di tapas è la condivisione… Per questo premuratevi, se volete fare molti assaggi, di essere almeno in tre, altrimenti vi capiterà come a me, che dopo due piatti ho dovuto gettare la spugna, le porzioni erano troppo grandi. Le proposte, interessanti, molto tradizionali, sapori decisi e gustosi. Seduti guardando lo struscio di San Ferran, si gusta, si brinda e ci si rilassa bene ai tavoli di Abellan. Il servizio, ottimo. Da provare assolutamente.
Le “ciliegine” ibiztenche sono sbarcate a Formentera, ma non con musica e intrattenimento notturno, bensì con un hotel in prima linea sulla chilometrica spiaggia di Mijorn, dove non manca la proposta ristorazione: Casa Pacha è un luogo dove vorresti fermare il tempo, spegnere il vociare delle persone e ascoltare solo mare, sole e gabbiani. Dalla colazione alla cena, ogni momento è buono per sedersi ai tavoli del bar e del ristorante, dove sfilano cornetti appena sfornati, pane e marmellata, succulenti risotto al granchio, gamberi con caviale, pescato dell’isola alla griglia, paella e altri piatti tradizionali. Lo scenario, la cura dei particolari, la mise en place aggiunge al piacere del palato e dell’anima, quello degli occhi. Imperdibile.
Anche a Es Pujols non mancano le novità. La prima è un’avventura tutta italiana, capitanata da Simone Pozzo, guida turistica di lusso che con il lockdow ha fatto i conti con l’incertezza di un lavoro – amatissimo – basato tutto sulla possibilità di viaggiare. Così, ecco l’idea di rilevare il Miramar assieme ad altri soci già presenti sull’isola con altre attività ristorative. Grandi classici, una pizza che in breve tempo si è affermata tra le migliori dell’isola, piccoli interessanti spunti creativi, un rapporto qualità prezzo eccellente, sono le caratteristiche di questo locale in cui, oltre che per la pizza, vi consiglio di andare per due piatti in particolare: i chipirones (calamaretti spillo fritti) con cipolla caramellata e l’astice alla catalana, piatto sardo, non spagnolo, che sull’isola trovate solo qui (a 35 euro). Provare per credere.
Sempre a Es Pujols ecco Fandango: ostriche, caviale, pesci alla brace, aragosta fritta, riso in paella o in casseruola, per un menu molto interessante anche se assai costoso. Locale molto bello, atmosfera all’altezza.
Punta tutto sulla brace, Malagueña, appena fuori San Francesc direzione San Ferran, nuova avventura di un gruppo di imprenditori romani che hanno regalato all’isola un altro ristorante di grande piacevolezza estetica. Cevichem, tartare, tostados, carpacci e poi lo spazio alla griglia dove naturalmente la carne la fa da padrone, ma qualche pesce non manca (polpo e aragosta in primis). I prezzi sono equi, il servizio da migliorare.