«Dall’analisi dei dati Istat che abbiamo appena elaborato, stimiamo che l’obiettivo dei 5,5 miliardi di valore dell’export vinicolo nel 2016 sia ormai a portata di mano».
Con queste parole Domenico Zonin, presidente dell’Unione Italiana Vini, commenta i dati Istat sull’export del vino italiano nei primi sette mesi dell’anno (gen – lug 2015) appena pubblicati dall’Istituto di Statistica, in base ai quali le vendite all’estero segnano in valore una crescita del 6,1%, con punte di oltre l’8% delle Dop.
«Si conferma la crescita delle nostre esportazioni ormai stabilizzate sopra il +6% – spiega Ezio Castiglione Presidente di ISMEA – che potranno ulteriormente accelerare a fine anno, considerando il prevedibile sprint degli spumanti nel periodo di Natale».
«A trainare il segno positivo delle nostre esportazioni vinicole sono i dati in crescita che arrivano da mercati importanti quali gli USA, Regno Unito e Giappone – commenta ancora Ezio Castiglione – aiutati da una inaspettata e confortante ripresa del mercato cinese che compensa in parte il crollo dell’esportazioni verso la Russia, legato a una situazione di grave difficoltà economica del Paese».
Continua in parallelo la flessione dei volumi che ha fatto registrare un -3,1%, ma non per le Dop che crescono del 5%: «Un dato sul quale dovremo lavorare nei prossimi mesi – prosegue Domenico Zonin – forti anche di una vendemmia eccellente come quella che abbiamo appena concluso. Per quanto riguarda il Giappone si conferma un mercato strategico per il vino italiano dove il nostro export è però messo in pericolo dal protrarsi delle trattative bilaterali di libero scambio con la Ue a fronte dell’accordo raggiunto tra gli USA e i paesi dell’area del Pacifico (TPP – Trans Pacific Partnership) che faciliterà gli scambi di vino tra alcuni importanti competitori come USA, Cile, Australia e Nuova Zelanda proprio verso il mercato nipponico».