C’è chi dice, tra i miei amici uomini appassionati delle GeisheGourmet, che ci sono donne tofu e uomini seitan.
«Le donne tofu sono quelle del colore del tofu, grigie, insignificanti, sciatte, insapori, incolori, inodori, senza charme, grinta, carattere, personalità, savoir faire, che naturalmente indossano la ballerina “perché sono comode” e il tacco non sanno manco cosa sia!», dicono.
Il tōfu (dal cinese 豆腐, pinyin dòufǔ), talvolta definito anche come caglio di semi (di soia), per chi non lo sapesse viene ricavato dalla cagliatura del latte di soia e dalla successiva pressatura in blocchi generalmente nella forma di parallelepipedo. Sebbene il suo nome sia giapponese, ha origini cinesi. La fabbricazione del tofu dal latte di soia è simile a quella del formaggio dal latte. Spesso si confonde il tofu, nelle sue preparazioni al vapore o fritte, con il glutine di grano o seitan (ricavato dal glutine del grano tenero o da altri cereali come farro o Kamut). Due alimenti orientali, sani e altamente proteici, ma sfido chiunque di voi che abbia provato ad assaggiarli, seppur conditi con tutto l’immaginabile, a dire che siano buoni…
Proseguono i miei amici: «L’uomo seitan è la versione maschile della donna tofu, quello che, per intenderci, porta le camicie con le mezze maniche, magari con la cravatta, perché sono fresche. E per lo stesso motivo va in ufficio con i sandali o con gli short».
Fatte salve alcune eccezioni, non posso che concordare.
E voi?