Cose buone | La cipolla di San Andrea

Sabato scorso ho trovato in un fruttivendolo di Bergamo una cipolla straodinaria: quella diSan Andrea, sud della Francia. Le signore che me l’hanno venduta mi hanno detto che è la sostituta della Tropea quando non è stagione, ma che spesso chi la prova la preferisce alla perla preziosa calabrese… Non sono d’accordo, se non per la realizzazione della zuppa di cipolle, che con questa di San Andrea viene straordinaria!

La coltivazione della cipolla dolce delle Cevenne è, da quasi due secoli ormai, strettamente legata alla storia di questa regione. È indissociabile dal caratteristico paesaggio terrazzato delle Cevenne meridionali, dalle estati calde e secche, dall’acqua copiosa che irriga generosamente la terra. L’attività degli uomini, impegnati a innalzare i muretti a secco, a convogliare i ruscelli, a mantenere alta la qualità di questa produzione tradizionale, testimonia grande costanza.
È dunque qui che nasce la cipolla dolce delle Cevenne, traendo giovamento dalla specificità di questo territorio, dai saperi antichi dei suoi agricoltori.
Incredibilmente dolce da cruda, gustosa da cotta, facile da conservare anche molti mesi dopo il raccolto, la cipolla dolce delle Cevenne ha, poco a poco, sedotto le successive generazioni degli abitanti del luogo, per poi conquistare i consumatori di tutta la pianura della Linguadoca e, recentemente, tutti coloro che in Francia e all’estero hanno potuto assaporarla.

Ecco qui un po’ di ricette per sbizzarrirvi con questa mia bella scoperta!

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