Dei piatti proposti ieri dagli otto giovani chef in gara alle semifinali di Miglior chef emergente del Trentino, nei menu dei ristoranti dove lavorano non c’è nemmeno l’ombra. O quasi. Ed è un vero peccato perché di cose interessanti ieri a Palazzo Roccabruna a Trento si è vista una cucina made in Trentino davvero piena di voglia di creatività e di ingredienti di montagna reinterpretati con fantasia in ricette davvero sorprendentemente belle.
Certo, giovani cuochi fa rima con qualche peccato di gioventù, appunto, ovvero quel pizzico di inesperienza che non è solo lecita, ma anche necessaria per continuare ad avere voglia di crescere. E per farlo sicuramente Cooking for wine Trentino e il concorso Miglior chef emergente è una grande chance: confrontarsi tra giovani leve non accende solo la voglia di migliorarsi, ma insegna anche a stare assieme, a fare squadra. E il merito di questa kermesse, che per la prima volta arriva in Trentino, è di Luigi Cremona e di Lorenza Vitali, famoso critico gastronomico il primo, grande organizzatrice di eventi la seconda, in grado di riuscire a rendere sempre speciali le manifestazioni in cui mette lo zampino, forse anche grazie al gusto e all’esperienza maturateper anni e anni nel settore dell’alta moda. Ma il merito va anche a Palazzo Roccabruna e alla Camera di commercio di Trento che hanno saputo vedere tutto il buono di questa kermesse e l’hanno sostenuta.
Ma veniamo alla gara. A passare il turno, ieri, Mattia Piffer, discepolo di Alfredo Chiocchetti allo Scrigno del Duomo di Trento, e Diego Rigotti, curriculum impressionante, ora tornato da poco ai fornelli di Castel Toblino, ma anche impegnato in progetti con l’istrionico chef Peter Brunel.
Saranno loro oggi dalle 20 a sfidarsi per aggiudicarsi il titolo di Miglior chef emergente del Trentino, che darà accesso alla finalissima nazionale in programma dal 22 al 24 ottobre a Roma. In giuria ieri i più bei nomi dell’enogastronomia locale: da ristoratori a sommelieri, a chi di questo scrive da anni (la vostra GG, ma anche Nereo Pederzolli e Giuseppe Casagrande) e uno dei nomi più noti delle guide de L’Espresso, Marco Colognese. Oggi, invece, presidente della giuria è Fausto Arrighi, Guida Michelin.
Piffer ha convinto con un “furbo” salmerino confit con mousse di formaggi alpini e germogli spontanei di stagione, ma ha letteralmente lasciato a bocca aperta con “Il sambuco come lo vedo io”. Ecco i due piatti:
Piffer ha gareggiato nella prima trance, assieme ad altri tre vituosi cuochi di belle speranze, di cui qui vi metto i piatti che mi sono piaciuti di più:
Diego Rigotti, invece, ha proposto un Granito alle erbe di montagna con carne salada e fagioli – un po’ troppi sapori che si confondevano tra loro – e un ottimo raviolo di latticello con frutti rossi, eucalipto, saorbetto al siero di capra, fragola, eucalipto e sorbetto al latte. Ecco qui le foto dei suoi piatti:
Assieme a lui altri tre cuochi in gara nella seconda trance di competizione. I loro piatti più belli sono stati questi…
Tutto su Porzioni Cremona.
Foto: GeishaGourmet dal suo BB e dall’Iphone di Marco Colognese.