Quello che beviamo rivela la nostra personalità. Ve lo dico nel mio ultimo libro VINO prêt-à-porter (leggi qui)
Quando ordini da bere stai comunicando qualcosa di te, del tuo carattere, dei tuoi gusti e anche del tuo stato d’animo. È come il trucco che scegli o il vestito che ti metti, perché non è vero che l’abito non fa il mona- co. In base ai tuoi gusti enologici si può tracciare un profilo di quello che, a grandi linee, è il tuo carattere.
A confermarlo c’è anche un nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Bangor e del King’s College di Londra e pubblicato nel BMJ Open Journal, in cui si afferma che coloro che bevono gin tonic sembrano più attraenti di quelli che, ad esempio, bevono vino o birra.
Lo studio ha coinvolto più di 30.000 persone trai 18 e i 34 anni provenienti da 21 Paesi diversi, che hanno dovuto rispondere ad alcune domande relative al loro consumo di bevande e alle emozioni che suscitano in loro i drink che consumano.
Le persone che bevono vino o birra sono percepite come più rilassate. I bevitori di gin sono quelli che hanno il comportamento maggiormente aggressivo, ma dallo studio è emerso anche che sono i più sexy.
E chi beve vino e gin tonic?! Probabilmente sono ancora più sexy, ma questo lo dico io 🙂
Tornando al gin tonic esiste una spiegazione scientifica che dimostra l’indiscutibile bontà del gin e tonic analizzando il gin e la tonica a livello molecolare. Un articolo pubblicato ormai diversi anni fa su ScienceGeist.net dal titolo I Love Gin Tonic descrive in modo semplice il processo chimico che fa sì che alcune molecole siano più compatibili con alcune piuttosto che altre, mostrando un metodo scientifico che viene spesso utilizzato dai migliori chef anche nell’arte del food pairing.
L’articolo comincia con lo spiegare che in un gin l’aromatizzazione principale dell’alcol neutro, di per sé quasi insapore, è dovuta agli oli essenziali contenuti nella bacche di ginepro. Fra questi oli, quelli primari sono: pinene, camphene, sabinene, cineole (i primi quattro in rosso nell’immagine sottostante) e terpinene, cymene, terpinen-4-ol (i tre in blu nella riga in basso). L’acqua tonica invece è principalmente aromatizzata con il chinino, che le dà il caratteristico gusto amaro. Il chinino è basico (non acido) e la sua struttura molecolare quando unito all’acqua forma un composto dal Ph piuttosto alto.
Quando il gin e l’acqua tonica vengono miscelati assieme, il chinino e le molecole degli oli delle bacche di ginepro si combinano formando un sapore che è ben differente dalla semplice somma delle due parti. Ciò avviene perché le molecole del gin e quelle della tonica sono simili, infatti le molecole simili sono attratte l’una dall’altra, mentre quelle diverse tendono a stare lontane. L’esperimento più evidente per mostrare questo fenomeno è mischiando acqua e olio: i due liquidi non si uniscono perché le loro molecole sono molto diverse fra loro, al contrario quelle del gin e quelle della tonica sono perfettamente compatibili. Nelle due immagini precedenti i colori blu e rosso indicano quali molecole sono simili fra loro nei due composti, infatti sono quelle le molecole che si attraggono unendosi felicemente nel Gin Tonic. Ciò non solo spiega perché il G&T è un ottimo drink anche a livello scientifico, ma anche per quale motivo il suo gusto non è semplicemente quello del gin più quello della tonica, ma diventa un qualcosa di più, mentre lo stesso non avviene in un Vodka Tonic.
Lo studio a livello molecolare delle componenti principali dei cibi sta anche alla base dell’arte del food pairing. Grazie a questo tipo di approccio è infatti possibile scoprire abbinamenti fra i diversi sapori che vanno oltre a quelli più intuitivi, permettendo di provare a mettere assieme due cibi che apparentemente non sembra possano stare bene assieme e che invece sono inaspettatamente piacevoli al palato nella loro unione.
L’AFFASCINANTE STORIA DEL GIN E DELLA TONICA
Il gin (o “Jenever” in olandese) è stato sviluppato nel 1650 presso l’Università di Leiden da Franciscus de la Boe, più conosciuto come dottor Sylvius. L’uomo sicuramente non aveva la benché minima idea del futuro e lo sviluppo della sua “invenzione”, visto che stava semplicemente cercando un modo per far assimilare ai suoi pazienti tutti i presunti benefici che la bacche di ginepro avrebbero dovuto avere per la circolazione sanguigna. Insomma, cercava qualcosa in grado di purificare il sangue e curare gotta e malattie reumatiche. Riuscì più o meno nell’intento ma presto gli effetti medicinali vennero travolti da altri che di “medicinale” avevano ben poco…
Altrettanto originale la nascita dell’acqua tonica. Il merito spetta agli inglesi che nel 1736 scoprirono le proprietà della corteccia di chinchona molto efficace per il trattamento della malaria. È vero che ignorarono per ancora molto tempo la causa principale della malattia (ovvero la zanzara) ma iltonico al chinino sviluppato dal dottor George Cleghorn, chirurgo al 22 ° reggimento del Esercito Reale, funzionò abbastanza e presto si diffuse in tutto il mondo.
La storia continua e bastano circa sessant’anni per farla correre parallela a quella dei cocktail. Ovvero quando il chimico tedesco Johann Jacob Schweppe inizia la produzione di soda per scopi medicinali nel suo negozio di Bristol, in Inghilterra. L’idea stravolgente? Miscelare l’anti-malarica acqua tonica con un dolcificante e aggiungere l’anidride carbonica. Era nato il primo soft drink.
Infine il limone. Sempre un chirurgo dell’esercito reale, James Lind, studioso di igiene navale, aveva scoperto che i marinai si ammalavano di scorbuto per mancanza di vitamina C. Motivo per cui i lime prima e i limoni dopo, diventarono obbligatori sulle navi inglesi.
E così proprio dall’unione di queste “tre medicine” nasce lo straordinario e benefico cocktail chiamato Gin Tonic.