Una nuova cantina moderna, un nuovo consiglio di amministrazione e tanta voglia di guardare avanti. Gli amministratori della cantina di Avio non ci stanno a subire la definizione di un “castello di carte” sul punto di crollare. Perché così non è.
Il lavoro fatto nei mesi scorsi dal nuovo cda presieduto da Lorenzo Libera e affiancato dal “tutor” Gilberto Zani comincia a dare risultati tangibili. In termini di liquidato ai soci i valori sono in salita, passando dai 32 euro a quintale dell’annata 2008/9, ai 40 dell’anno seguente, fino agli oltre 45 stimati nel preconsuntivo 2010/11. Un trend di crescita che consente moderato ottimismo, senza tralasciare le difficoltà di un mercato ancora incerto ed una situazione complessa ereditata dal passato.
Il cda ha lavorato in questi mesi soprattutto su alcuni aspetti, quali l’assoluta trasparenza della gestione con un costante confronto con la compagine sociale, il risanamento dei conti con la riduzione dei costi, il riposizionamento strategico e l’azzeramento della sfortunata esperienza commerciale avviata con Athesia vini.
Ridefiniti i rapporti con il consorzio Cavit, verso cui si concentrerà quasi interamente la produzione, la cantina ora si trova in una situazione di ripartenza, con strutture nuove e all’avanguardia.
“I debiti non si cancellano – commenta oggi Gilberto Zani – ma se si intraprende un percorso virtuoso i risultati arriveranno. E’ quanto il consiglio sta facendo. Ai soci va rivolto un messaggio di fiducia per il futuro. Rispetto all’assemblea del 3 dicembre scorso, la situazione è sotto controllo e in costante miglioramento. E’ fondamentale mantenere la coesione sociale, perché è nei momenti di difficoltà, che peraltro investe a vari livelli tutti i settori, che si deve rafforzare il concetto di coesione e di ottimismo verso il futuro”.
Il riassetto finanziario
A proposito dell’intervento di riassetto finanziario con il supporto dell’ente pubblico, la Federazione Trentina della Cooperazione è impegnata, anche con la consulenza di esperti esterni, nel ricercare le modalità di esecuzione più idonee e compatibili con la normativa comunitaria. Uno strumento da poter applicare all’intero movimento.
La forma di intervento prospettato è quella del prestito partecipativo attraverso una compartecipazione pubblico-privato. Una volta definite le modalità, solo successivamente sarà richiesto l’intervento operativo di Cooperfidi o altra società del movimento.