Bollicine: +17% di volumi. Ferrari e Berlucchi leader del metodo classico

Giampiero Comolli, fondatore dell'Osservatorio Economico Vini Effervescenti Italian Bubble Wine Observatory Piacenza – Italia

Le bollicine, all’estero, proseguono il trend positivo dei volumi (+17%) e del valore al consumo (+ 4,7%) rispetto al 2009. Stazionario il mercato interno, con tenuta del giro d’affari all’origine, un leggero calo dei volumi (- 1,4%) e del fatturato al consumo (- 1,9%). In Italia, al calo di Champagne cresce il metodo classico (+1,4%).

Si stima, nel 2010, che siano state consumate 376 milioni di bottiglie totali di vini con le bollicine (spumanti) di cui quasi 226 milioni spedite all’estero, in 78 paesi (+4 rispetto al 2009). 380 milioni le bottiglie prodotte nell’anno. Complessivamente un comparto con un giro d’affari all’origine poco superiore a 1,1 miliardo di euro, che al consumo vale circa 2,90 mld di euro. Fra export e nazionale, si registra un +8,9% di volumi totali, un +2,4% del valore al consumo. E’ l’export che lancia i vini italiani con le bollicine nel firmamento degli spumanti mondiali. L’Italia diventa il primo paese esportatore al mondo con un valore al consumo di 1,885 mld di euro. La forbice fra crescita dei volumi esportati, fatturato all’origine e valori dei vari mercati indica che i prezzi in cantina sono rimasti stabili nella maggior parte dei casi,  mentre si riscontra un ulteriore incremento di prezzo sui mercati mondiali.

<< Occorre – commenta Giampietro Comolli, fondatore dell’Osservatorio – indagare ogni singola denominazione. L’Italia ha una ricchezza di tipologie e territori che nessun altro Paese possiede. Un patrimonio di differenze da salvaguardare. I dati dei mercati dimostrano che c’è uno spazio enorme per crescere ancora, si deve puntare su nuovi Paesi consumatori, senza scimmiottare altri paesi >>.

Fra i paesi esteri, si riscontra una tenuta dei volumi esportati in Francia e nel Regno Unito  intorno a un +2%, la Germania con il +6% in bottiglie e un +9% in valore si conferma il primo partner assoluto, l’Austria ha una crescita del 10%, ma una riduzione in valore del 3%, gli Usa con un +20% in quantità e un +15% in valore rappresenta il mercato più trendy, il Canada con il 20% di crescita sia in numero di bottiglie che in fatturato risorge dopo anni di cali. Asti e Prosecco (compreso il Valdobbiadene Conegliano Docg con circa 19 milioni di bottiglie) sono le bandiere tricolori e  rappresentano il 67% delle bottiglie esportate. L’Asti presume un +10% in volumi e il Prosecco, sul mercato mondiale, con le diverse etichette Docg, Doc, Igt fa registrare un grande balzo in quantità, con circa 115 milioni di bottiglie totali vendute nell’anno e un incremento di fatturato del +15%. In forte sviluppo gli spumanti “generici” che rappresentano circa il 29% delle spedizioni totali. Solo il 4%, per le restanti tipologie e denominazioni.

Il  mercato nazionale vale 150 milioni di bottiglie consumate, stazionario,  con un –1,4% in volumi rispetto al 2009  e un –1,9% nel valore al consumo pari a € 1,015 mld.

** Per il metodo classico, confermano la leadership Ferrari-Lunelli e Guido Berlucchi con circa 9 milioni di bottiglie, pari al 40% del mercato. Un consumo nazionale in crescita del 1,4% sul 2009, mentre sono stabili le esportazioni come dato assoluto.  Colto il momento del calo dello Champagne con un inserimento in bar e ristoranti.

** Per il metodo italiano, sempre più in auge il Prosecco Spumante brut e dry.

I consumi generali procapite restano stazionari a 2,6 bottiglie all’anno (contro le 4,7 bottiglie in Francia e le 6,5 in Germania). In crescita gli acquisti domestici, sia presso il produttore (+4% sul 2009, con una quota di mercato pari al 6,7% del totale spedito) che  presso la GDO (+ 3% sul 2009) con un prezzo medio del canale distributivo però in calo del 2% sull’anno precedente.

<< Nel comparto – continua Comolli – non si possono più fare delle medie statistiche, ogni Docg e Doc ha la sua storia e il suo mercato, completamente diversa dagli spumanti generici. Crescere insieme è servito all’estero. Il mercato interno è tutta un’altra storia, occorre puntare al singolo canale e al centro e sud Italia, dove ci sono ampi margini di crescita. Dai sondaggi, emerge la necessità di un rapporto diretto fra produttori, consumatori e i singoli territori  per spiegare il prodotto e sviluppare il consumo>>.

Infine le indagini in GD italiana confermano che i vini ottenuti con il metodo di produzione italiano (Asti, Prosecco e generici) hanno un valore  medio intorno a € 4,5-5,50 alla bottiglia, con l’eccezione del Superiore di Cartizze che è circa di € 12-13. Una altra storia per i Franciacorta e i Trentodoc che si posizionano mediamente intorno a € 10-12, e poco inferiori risultano gli Oltrepo Pavese Docg, l’Altalanga Doc e gli altri, tutti metodo classico.

FONTI: Elaborazione su dati e documenti pubblicati e forniti da: Istituti nazionali controllo mercati, istituti nazionali di ricerca e Banche, Centri studi di settore,OEMV, Allt-Om-Vin, AcNielsen, IWFI, Inao, Faostat, Echos, Justdrink, IWSR

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