In questi giorni sono usciti due libri interessanti. Il primo è l’edizione italiana di Amber Revolution (Edizioni Ambelos), in cui l’autore Simon J. Woolf ci svela come il mondo ha imparato ad amare gli “orange wine“, ossia i vini bianchi macerati con le bucce. Alcuni continuano ancora a preferire le definizioni più tecniche di “vini ambrati” o “macerati”, a ogni modo quel che è certo è che questi vini rappresentano il quarto colore del vino, seppur molto dibattuto, per piacevolezza di beva e qualità. Amber Revolution racconta una storia di declino e rinascita degli orange wine, lo stile più antico, più caratteristico, più equivocato al mondo. L’autore intraprende un viaggio in tre regioni vinicole – Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Georgia – e le scelte di produttori come Josko Gravner e Stanko Radikon, che hanno contribuito alla rivoluzione enologica e alla riscoperta della tecnica di macerazione sulle bucce. Simon Woolf racconta poi la storia dei contadini georgiani e dei qvevri, i vasi di terracotta che, grazie alle loro grandi dimensioni e alla tradizione di interrarli, offrono un’eccellente regolazione della temperatura, raffreddando il mosto durante la fermentazione mantenendola stabile nelle diverse stagioni.
Combinazione felice di storia sociale e manuale introduttivo, Amber Revolution offre una lista di 180 produttori consigliati, provenienti da venti diverse nazioni, oltre a suggerimenti su dove acquistare, come abbinare e gustare al meglio gli orange wine. Amber Revolution è il primo libro sull’argomento che analizza in maniera dettagliata la storia e l’evoluzione attuale dei vini orange, le ripercussioni sociali e di mercato grazie alla riscoperta di questa tipologia di vini.
Passiamo dal bicchiere al piatto con il nuovo libro dello chef Davide Oldani, ideatore della Cucina POP basata sulla semplicità e sulle materie prime essenziali, dal quale, nel periodo di lockdowb è nata l’idea di un viaggio di andata e ritorno nelle regioni italiane che parte dalla conoscenza delle materie prime e dei prodotti di stagione e dal rispetto delle tradizioni culinarie, di regione in regione e di stagione in stagione. “Ho pubblicato libri con ricette e libri senza ricette. In questo, ho deciso di ‘raccontare’ la cucina in forma agile, proponendo ai lettori i piatti presentati nel corso della trasmissione ‘Mangia come parli’ di Radio 24 con un linguaggio semplice e accompagnando le preparazioni passo dopo passo. Regioni e tradizioni sono stati i binari lungo i quali ho percorso il mio ‘giro d’Italia’. Ho raccolto le ricette seguendo il criterio della stagione e sottolineando quanto più possibile le caratteristiche e la provenienza di ciascun ingrediente”, scrive Davide Oldani nella prefazione del libro.
Dunque un libro di ricette semplici da realizzare, ma con un tocco in più. Non solo: una serie di consigli gastronomiciarricchiscono il volume. 80 le ricette, tradotte anche in lingua inglese, raccolte in un volume che unisce le tradizioni e la stagionalità dei prodotti ai suggerimenti su come cucinarli, con l’incursione di Pierluigi Pardo, compagno di microfono, in un racconto delle eccellenze gastronomiche del territorio italiano. Perché Mangia come parli è sì un libro di cucina, ma è soprattutto un libro di cultura del cibo. Una cultura antica che porta con sé storia e conoscenza delle coltivazioni dalla Mesopotamia alla tavola. Per Davide Oldani il rispetto della materia prima unita alla semplicità della lavorazione sono i capisaldi del suo successo, apprezzato in tutto il mondo e riconosciuto fra i grandi chef della cucina italiana dalle più autorevoli guide gastronomiche internazionali.

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