7 Champagne da intenditori (e una location da super wine lover)

Certe serate di degustazione te le aspetti in città, certo non in un piccolo paesino di montagna della Val Seriana, seppur bellissimo e – in tempi Covid free – anche turistico. Ed invece eccomi qui, a questa cena-degustazione di Champagne all’Hotel Milano Alpen Resort Meeting& SPA di Bratto (BG), storico albergo nato negli anni Cinquanta del secolo scorso e ancora oggi condotto dalla  famiglia Iannotta con passione e grande professionalità. Una passione che si traduce in ambienti alpine chic in cui la tradizione intreccia una modernità calda e accogliente, e che si sente ancora di più  non solo nell’accoglienza, ma anche negli spazi gourmet, dove la parte wine&beer (pallino della proprietà) la fa da padrone segnando menu, carta dei vini e serate come quella a cui ho preso parte ieri sera (a cui ero presente per lavoro e a cui ho potuto prendere parte soggiornando una notte nell’hotel).

Tra salmone, caviale, scampi alla catalana, foie gras, salame con la panna (!), battuta di carne e pizza gourmet, sono sfilati ben 7 Champagne (tutti distribuiti in Italia da Moon Import) tra i più ricercati della denominazione. Ve li racconto.

Vouette et Sorbée Champagne Extrait Brut Nature 2010

Bertrand Gautherot, piccolo produttore ‘récoltant manipulant’ di Bruxières-sur-Arce, nell’Aube, più esattamente nella Côte des Bar, coltiva i suoi 5 ettari di vigneto, suddivisi nelle due parcelle di Vouette e di Sorbée, secondo i dettami certificati dell’agricoltura biologica e biodinamica. Tutta la gamma dei suoi Champagne nasce da cuvée eccezionali, tanto da guadagnarsi il soprannome di”‘artista dello Champagne”,  capace di grandi opere, di vini unici da provare. Lo dimostra questo Extrait, 60% Pinot Noir e 40% Chardonnay, anche se personalmente l’ho trovato un po’ scarico di perlage e poco dinamico, ma, nonostante questo, di grande personalità e struttura. Uno Champagne dal colore giallo oro intenso, al naso presenta una grande complessità, con note di miele e mela cotogna, mandarino, arancia rossa; in bocca conferma la complessità in un sorso che chiede di essere assaporato e capito in ogni sua sfumatura. Rémuage, e dégorgement (à la volée), vengono effettuati solo ed esclusivamente a mano.

Costa 135 euro

Libérance Brut Nature 2015 Franck Pascal

Altro recoltanti manipulant, biodinamico, altra emozione, sicuramente diversa dalla precedente anche perché, oltre agli appena 3 anni sui lieviti, qui siamo in presenza di un uvaggio totalmente differene: 86% Pinot Meunier, 10% Pinot Noir e  4% Chardonnay. Pascal, basato a Baslieux-sous-Châtillon, di questa etichetta e annata ha prodotto appena 5144 pezzi. Un pas dosé che sa (sia al naso sia in bocca) di fiori bianchi, agrumi, oyster leaf e con una bella salinità: bevibilissimo, è uno Champagne che definirei sciantoso.

Costa 100 euro

Rosé Extra Brut ‘La Closerie Fac Simile’ Jerome Prevost

Rosé, di un rosa Beaujolais nouveau, ottenuto da Pinot Meunier vinificato interamente in barrique, è indubbiamente uno Champagne strutturato e intenso, ricco di sentori di agrumi rossi, spezie, frutta secca, con un sorso è morbido e succoso, ma sicuramente dei 7 Champagne degustati ieri, è stato quello che meno mi ha colpito, anche considrando il prezzo, non indifferente. Mi aspettavo di più, sì, ma, del resto, la partita che si stava giocando era ai massimi livelli. La produzione anche qui è limitatissima. 3254 bottiglie.

Costa 150 euro

L’Aphrodisiaque Premier Cru Pas Dosé  2012 David Leclapart

Forse la rivelazione della serata. Rècoltant-manipulant di Trépail – piccolo villaggio Premier Cru a nord di Ambonnay, nel cuore della Montagna di Reims – David Léclapart elabora quattro etichette – tre Blanc de Blancs e un Rosé – tutte Pas Dosé e Premier Cru e tutte di singola annata, benché quest’ultima informazione non si evinca dall’etichetta: per mancanza di un magazzino ampio, infatti, David non riesce a conservare le bottiglie per il periodo di invecchiamento necessario (minimo tre anni) previsto dal disciplinare per gli champagnes millesimati (quello assaggiato era degorgiato nel 2019). Da uve Chardonnay (80%) e Pinot Nero (20%) coltivate in regime biologico e biodinamico, è  un pas dosé che rispetta la promessa del suo ambizioso nome: è intenso, misterioso, seduce il naso con netti profumi di agrumi canditi, pepe bianco, zenzero e rosmarino, mentre in bnocca entra non disattendendo le sensazioni forti preannunciate, con una freschezza intrigante in cui spicca la nota di ginger.

Costa 180 euro

La Rémissonne Extra Brut 2009 Philipponnat

Sono 2590 le bottiglie prodotte nel 2009 per questo Champagne vinificato il legno senza malolattica e che affina 9 anni sui lieviti. Pinot Nero al 100%, profuma di mandorla e lampone, al naso sorpende con toni di violetta, vaniglia e un pizzico di cacao, con un finale lungo e ricco. Un’etichetta rara di un produttore, Phillipponnat, universalmente riconosciuto fra i più importanti delka Champagne, fondato nel 1522 a Mareuil-sur-Ay. La maison aveva il privilegio di essere fornitrice del re di Francia Luigi XIV e, nel corso dei secoli, ha indiscutibilmente saputo mantenere un ruolo di primato internazionale.

Costa 125 euro

V.P Extra Brut Champagne Grand Cru Ambonnay 2009

Potenza ed eleganza. Riassumerei così questa etichetta cult di Egly-Ouriet, 60% Pinot Noir e 40% Chardonnay, di cui 50% con vini di riserva che ne determinano nettamente tutta la complessità. E’ come un uomo dal vissuto intenso e importante: non è una bevuta spensierata, è un sorso caleidoscopico (agrumi, limone, pompelmo, note tostate, mela verde, albicocca, brioches, noce, nespole…), che non riesci mai ad afferrare fino in fondo e per questo continui a cercarlo, per capirlo, capirti e appagarti. Un altro Champagne eccezionale, in tutti i sensi, al terzo posto del mio gradimento nella line up della serata.

Costa 150 euro

Clos des Goisses Brut 2007 Magnum Philipponnat

Affascinante e straordinario. Viene prodotto solo nelle migliori annate (2985 bottiglie nella 2007), da uno dei vigneti più antichi della Champagne, che  presenta il pendio più ripido della regione con i suoi 45 gradi di pendenza. Il Clos occupa la parte migliore e di pregio della collina classificata Premier Cru di Mareuil-sur-Ay, con una piena esposizione a Sud e un terreno di puro gesso. Pinot Nero 52% e Chardonnay 48%, 87 mesi sui lieviti, siamo di fronte a qualcosa di ssolutamente unico: miele e agrumi accompagnate dall’aroma tipico delle brioche (e da un bel sentore fumé) invitano al sorso, dove sorprende il dinamismo, la vigoria, le note di zenzero, pere,  erbe aromatiche. Uno stallone domato che non vede l’ora di correre nel bicchiere e sul palato, dove scorre fluido, facendo fuochi d’artificio. Almeno per me.

Costa 400 euro

 

Prossimo appuntmento, con un grande vino rosso italiano, una verticale di 20 annate, tutte formato magnum. Di che si tratta? Stay tuned, a breve ne saprete di più qui su Geisha Gorumet.

Live Yummy

 

 

 

 

 

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