Alberto di Monaco si sposa con Perrier-Jouët. Moët Chandon con la Cina.

Sua Altezza Serenissima Principe Alberto II di Monaco ha scelto Perrier-Jouët come champagne ufficiale per il suo matrimonio con Charlene Wittstock, che avrà luogo l’1 e il 2 luglio. Un omaggio alla storica relazione tra il Principato e la Maison la cui Cuvée Belle Epoque ha accompagnato per dieci anni al Ballo della Rosa di Monaco.

Dopo la cerimonia, che avrà luogo nel magnifico Cortile del Palazzo del Principe, alcune delle più prestigiose Cuvées della Maison accompagneranno i ricevimenti, compresa la cena ufficiale. Una Cuvée personalizzata sarà inoltre servita in onore di questo storico evento.

Lionel Breton, Presidente  & CEO di Martell Mumm Perrier-Jouët, ha dichiarato: «La Maison Perrier-Jouët è nata dalla storia d’amore tra i suoi fondatori Pierre Nicolas Perrier e Adèle Jouët 200 anni fa. In questo anno speciale in cui ricorre il bicentenario della Maison, siamo orgogliosi e felici di accompagnare le celebrazioni per il matrimonio di Sua Altezza Serenissima  Principe Alberto II di Monaco e Charlene Wittstock con le nostre prestigiose Cuvées».

Dalla sua fondazione nel 1811, Perrier-Jouët è sempre stato associato a Reali e Principi. Nel 1861, S.A.R. Regina Victoria ha voluto Perrier-Jouët come champagne ufficiale della Corte di Inghilterra. E’ stata poi seguita dalla Corte Svedese e da Leopoldo I del Belgio. Anche Napoleone II e l’Imperatrice di Russia, Maria di Hesse-Darmstadt, scelsero gli champagne della Maison.

Insomma, questo è solo l’ultimo grande tributo alla Maison, la cui eredità viene da una tradizione di soli 7 chef de cave in 200 anni di storia e il cui simbolo è l’iconica cuvée Belle Epoque.

Ma le bollicine francesi non conquistano solo il Principato di Monaco. Che la Cina sia la nuova frontiera per il mondo del vino lo dicono i numeri: il consumo annuo è raddoppiato tra il 2005 e il 2009, salendo a 867 milioni di litri, quasi un miliardo di bottiglie, e si prevede che il gigante asiatico entro il 2013 sarà il settimo mercato al mondo per consumi. E che i francesi siano stati i veri pionieri di un mercato in cui 20 anni fa era difficile credere, lo raccontano le cronache: la scommessa di Moët Chandon, che produrrà vino bianco frizzante in partnership con una società pubblica cinese, nella remota regione asiatica di Ningxia Hui, 900 km ad ovest di Pechino, arriva 2 anni dopo Château Lafite – Rothschild, che dal 2009, in partnership con Citic, la prima società pubblica cinese di investimenti, è impegnato in un progetto su un territorio di oltre 24 ettari. Ci sono poi capitali che fanno il tragitto inverso, ed è così che 5 Châteaux di Bordeaux, tra il 2008 ed il 2011 sono passati in mano cinese: da Laulan Ducos, a Latour-Laguens, da Richelieu a Chenu Lafitte, fino a De Viaud.

 

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