A noi GeisheGourmet capita spesso di tirare tardi, ammaliate da piatti succulenti, calici di vino inebrianti e chicchiere tra chef, sommelier ed amici. Poi, la mattina dopo, la sveglia puntata alle 7 dà però sempre lo stesso risultato: le occhiaie. E non ci sono cremine che tengano, difficile farle andare via. Vero o no? E allora ho pensato di interrogare l’amico chiururgo PierPaolo Rovatti, per capire un po’ come risolvere la situazione. «Le occhiaie – spiega – si formano perché la pelle sotto l’occhio è molto vascolarizzata e sottile. Stress, invecchiamento, intensa attività mentale e sportiva (o godereccio-culinaria-enologica, ndr 😉 ), tensione psicologica possono essere una delle cause della comparsa delle occhiaie che, nei casi peggiori, possono avere origine costituzionale di tipo vascolare che tende ad aumentare con il progredire dell’età. Infatti, a partire da 45-50 anni, è fisiologico andare incontro al riassorbimento del grasso orbitario che determina un infossamento dell’occhio: il risultato è uno sguardo meno vivace e intenso, invecchiato e stanco».
Che fare? «La medicina estetica – Rovatti, esperto di fat grafting a Verona, Milano e Bolzano – ha utilizzato vari strumenti per combattere il problema delle occhiaie che determinano un aspetto precocemente invecchiato e stanco anche in persone giovani. I filler non sono riusciti a dare risultati soddisfacenti così come la blefaroplastica inferiore perché non riuscivano ad aumentare lo spessore dell’area sottopalpebrale che avrebbe ridotto o eliminato la colorazione bluastra tipica delle occhiaie. Oggi il trapianto di grasso autologo (fat grafting) è molto utilizzato perché mini-invasivo, sicuro e duraturo». Per di più, durante la seduta per la correzione delle occhiaie, è possibile riempire anche quei volumi del volto che invecchiamento, perdita di peso o semplicemente costituzione hanno svuotato. E in meno di un’ora è possibile avere non solo lo sguardo finalmente meno stanco ma anche un volto ringiovanito, fresco e armonico senza ricorrere al bisturi e utilizzando il proprio grasso.
Costerà un capitale, direte voi… Forse meno di quello che pensate: 1.200 euro, per un’ora di intervento in anestesia locale e qualche ora in day surgery.
Già che c’ero, Rovatti mi ha parlato di un’assoluta anteprima. Tenetevi forte. Si chiama BIOSCULPTURING e non è un lifting tradizionale (più invasivo, con ampie cicatrici e maggiori rischi e complicanze), ma è una tecnica di ringiovanimento del volto che si avvale dell’utilizzo di più metodiche non invasive in un’unica seduta. Si tratta di una metodologia già famosa negli Stati Uniti, che Rovatti ha importato e modificato secondo il gusto estetico europeo per conferire al volto grande naturalezza e armonia.
«Ormai uomini e donne non chiedono più il lifting – mi racconta PierPaolo – Sempre più spesso le richieste di ringiovanimento del volto si orientano verso tecniche di medicina estetica e di chirurgia mini invasiva. L’idea di creare qualcosa di nuovo è nata dall’esigenza pratica di dare soluzioni anche ai miei pazienti più esigenti, quelli che desideravano esibire un volto giovane senza alterare la fisionomia o apparire innaturali dopo un lifting tradizionale. Dopo essermi confrontato anche con i colleghi del Plastic Surgery Center International di New York, ho trovato la soluzione nel mettere insieme il rimodellamento dei volumi persi nel terzo medio del volto (le guance), mediante l’impiego di tessuto adiposo e cellule staminali, e tecniche di resurfacing effettuate con l’ultima generazione di Laser frazionali non ablativi, a livello del terzo inferiore del viso (linea della mascella). L’approccio è sempre personalizzato, a seconda delle necessità e delle richieste del paziente, e sempre in un’unica seduta».
I risultati si mantengono per circa 4-5 anni grazie soprattutto all’impiego delle cellule staminali derivate dal grasso del paziente che, addizionate con fattori di crescita, attivano il processo di ringiovanimento mantenendolo nel tempo. Il trattamento può essere ripetuto parzialmente o completamente negli anni.
BIOSCULPTURING mette insieme differenti tecniche al fine di ottenere il miglior risultato estetico nel rispetto dell’armonia e dei volumi del volto. Il trattamento dura dai 30 ai 60 minuti e deve essere effettuato da un chirurgo estetico in un ambulatorio chirurgico, con anestesia locale o tronculare.
L’effetto di ringiovanimento è già visibile al termine del trattamento; lievi gonfiori e lividi che si riassorbono mediamente in una settimana possono essere presenti dopo la seduta ma è possibile mascherarli con il trucco. In base alle tecniche di resurfacing consigliate, potrà essere presente una desquamazione cutanea tipo peeling oppure un rossore che si attenuerà anch’esso in circa 7 giorni.
In una settimana il volto svuotato dall’età, da dimagramenti eccessivi o a seguito di patologie possono ritrovare la pienezza di un viso sano e giovane. «Il trattamento è consigliato dai 35-40 anni e fino a 70. Va valutato anche in base all’età biologica e cutanea del paziente piuttosto che solo all’età cronologica».
Non è indicato per visi con pelle troppo avvizzita e con un grado di invecchiamento elevato, per i quali si rende ancora necessario il face lifting tradizionale.
BIOSCULPTURING ha un costo di molto inferiore al lifting tradizionale, data la sua realizzazione in strutture chirurgiche di day surgery, con tempi chirurgici ridotti e senza costi anestesiologici. L’importo complessivo può variare dai 2.500 ai 6mila euro, a seconda delle tecniche che devono essere utilizzate e che saranno preventivamente valutate con il chirurgo in sede di visita.
Volete saperne ancora di più? www.biosculpturing.com e www.pierpaolorovatti.it