Udias: la relazione morale di Angelo Rossi

Cari associati,

si chiude con oggi un ciclo iniziato 4 anni fa dal Consiglio direttivo uscente, sotto la presidenza del collega Spagnolli, nostro rappresentante nel CdA della FEM, e proseguita dal sottoscritto dal 2008.

Un’occasione, quindi, per fare un bilancio non solo dell’anno appena trascorso, ma anche di medio periodo.

L’Unione Diplomati dell’Istituto Agrario di San Michele ha avuto un passato glorioso ed i più vecchi di noi se lo ricordano bene; negli ultimi anni abbiamo dovuto spesso ed onestamente interrogarci sul nostro ruolo ed oggi siamo qui per decidere del nostro futuro.

Dal dopoguerra e per ca. 30 anni Udias ha avuto il suo periodo aureo, sia sul fronte dei servizi per gli ex allievi, come su quello delle proposte ed innovazioni introdotte nella nostra agricoltura; per i più giovani ricordiamo ad es. l’introduzione della Granny Smith e dell’Actinidia/Kiwi in frutticoltura, piuttosto dell’Uvagggio bordolese, della tecnologia tedesca nei nostri bianchi, della spumantizzazione o delle Organizzazioni interprofessionali per il settore vitivinicolo. Non era facile girare il mondo da soli e non c’era internet: Udias ha sopperito ed i suoi tecnici si sono guadagnati la stima in tutt’Italia contribuendo non poco al buon nome di San Michele.

Poi, arrivati i frutti del benessere ed i cambiamenti nella società civile, l’associazionismo ha lasciato il posto ad un crescente individualismo ed anche Udias ha fin qui patito la situazione; non siamo riusciti a crescere col crescere abnorme del numero dei licenziati ai vari livelli ed ogni tentativo di rilanciare la nostra azione si è risolto con più frustrazioni che successi. Abbiamo tenuto la luce accesa, questo sì, ma ora dobbiamo darci una mossa o Udias muore, dobbiamo chiederci se Udias deve continuare a vivere e cosa vuole essere in futuro. Non saremmo qui se non vedessimo una prospettiva.

Quali i requisiti necessari per un rilancio effettivo?

Mi rivolgo soprattutto alla dirigenza della FEM e quindi ai rapporti FEM/Udias che soli possono trasformare questo stato di cose. Abbiamo visto che il posto nel CdA non cambia la situazione, né la cambia una targa di “Sede Udias” su una porta e  ancor meno cambiano le prospettive fintanto che la classe docente non si adopererà, per la sua parte, a suscitare interesse almeno verso i diplomandi.

I segnali ci sono, ma sono ancora troppo timidi.

Udias deve tornare ad essere fucina di idee e vuole essere suggeritore della politica agricola locale. (rimetto all’Assemblea i suggerimenti per attualizzare queste idee: un giornale, un sito, rapporti con stampa TV es. la rubrica TV IASMA?)

Ciò migliorerà l’aggiornamento dei tecnici ai vari livelli di formazione e permetterà alla FEM di consolidare la sua fama anche attraverso la performance dei suoi ex allievi.

1. Nel comparto vitivinicolo Udias si è mossa efficacemente negli ultimi anni con una Tavola rotonda nel giugno 2009 su “Vino Trentino, Identità e Crisi globale” ripresa poi nell’incontro alla Cantina d’Isera dove don Bruno Tomasi (direttore dell’Arcivescovile) ebbe ad approfondire i temi dell’etica e della morale per le imprese, per proseguire l’estate scorsa con l’apporto, crediamo importante, dato alla FEM per il Dossier che ci verrà illustrato dal Prof. Salamini nella seconda sessione di stamane. Per questo abbiamo avuto i complimenti anche dal Presidente Dellai.

Dopo i necessari confronti bisognerà andare avanti con quel tavolo interprofessionale e paritetico che proponiamo di chiamare “Consiglio vitivinicolo” (copyright di Ferdinando Tonon) e che la Provincia si appresta a varare con un equilibrio fra viticoltori singoli ed associati (1° grado) da una parte (perché fanno lo stesso mestiere) e commercianti – industriali del vino dall’altra (comprese le Società di capitale in capo alle cooperative). Con uno spazio anche per l’Istituto del TrentoDoc e quello di Tutela della Grappa trentina. Oltre alle rappresentanze di PAT, FEM e CCIAA.

L’auspicio è che entro pochi mesi si possa varare un Piano poliennale di rilancio del comparto, rispettoso delle esigenze di tutti i soggetti che hanno a cuore tanto la politica di territorio quanto la redditività assicurata fin qui dalle imprese industriali.

2. Nel comparto frutticolo registriamo la performance strutturale delle Valli di Non e Sole (Melinda) pareggiate in Italia solo dalla Valle Venosta, ma al converso restano i gravi problemi della nostra Valdadige minimamente paragonabili a VOG o alla frutticoltura della Bassa Atesina rispetto alle quali scontiamo insopportabili differenze di remunerazione imputabili prima di tutto all’obsolescenza varietale. Né ci pare che l’allocazione del “Centro di competenza” a Cles possa rispondere alle domande di innovazione che provengono oltre che dalla Valdadige anche dalla Vallagarina, dalla Valsugana e dalla Valle dei Laghi. Temi che Udias dovrà affrontare subito.

3. Nel comparto zootecnico e lattiero-caseario ci deve bastare la considerazione che senza i supporti economico-finanziari di Bruxelles e gli interventi della Provincia con le indennità compensative, saremmo in ginocchio da un pezzo e ciò da troppi anni. Anche qui non si tratta di inventare l’acqua calda, ma – senza nasconderci le obiettive difficoltà – ci sono esempi da seguire in Italia ed all’estero, diversi dalle mere politiche di sostegno.

Abbiamo registrato la soddisfazione dei vertici per la soluzione del “polo bianco”: bene. Sappiamo altrettanto bene che la qualificazione del latte e suoi derivati, soprattutto formaggi, abbisogna ora di un progetto di ampio respiro che vada oltre le quantità, mirando ad una sempre maggiore tipicizzazione delle produzioni per sostenere anche la domanda più esigente, e qui il discorso ci porterebbe dalle stalle alle malghe ed ancora alla zootecnia. Un altro tema da mettere in agenda.

4. Per quanto attiene ai Servizi alle imprese con particolare riguardo all’attività di FEM ci sia permessa una riflessione sul Centro di Ricerca e Innovazione (del tipo: sulla decriptazione dei genomi della vite, del melo, della fragola, quali sono i risultati in corso e soprattutto, cosa resta all’agricoltura dopo le spese sostenute?) ed anche sul Centro di Trasferimento Tecnologico: molti di noi sono rimasti al vecchio ESAT che però aveva i suoi tecnici su tutto il territorio, in tutti i comparti, mentre oggi non li vede più nessuno, (salvo in Val di Non dove rischiano di apparire quasi una succursale dei grossi complessi). E’ cambiata la filosofia, certo, ma è l’unica strada?

5. Un anno fa, all’Assemblea di Udias, parlammo molto dello stato d’attuazione della Riforma scolastica nazionale e la sua applicazione qui a San Michele. Troverete tutte le informazioni ben illustrato nell’Annuario 2009 a firma dei professori dal Rì (CIF e collaboratori) e Bertamini sul futuro dei percorsi professionali, tecnici ed accademici. A noi oggi basti sapere che la riforma è in corso, che ci vorranno almeno cinque anni per andare a regime e che molto deve essere ancora definito mirando a tre livelli distinti fra formazione professionale, tecnica ed accademica.                In sede di dibattito potremo tornare sull’argomento, ma anche qui Udias deve far sentire la sua voce che è quella dei tecnici e degli imprenditori, i diretti beneficiari del “prodotto” di FEM.

Quando si dice che Udias vuole essere “cinghia di trasmissione” fra quanto prodotto tecnicamente e scientificamente dalle intelligenze di San Michele e la base degli operatori si deve intendere anche l’inverso: e cioè che anche la base degli imprenditori agricoli può e deve “informare” l’Istituto sulle nuove esigenze di formazione e sulla necessità di una più puntuale risposta alle emergenze strategiche che oggi riguardano la politica di territorio prima ancora del trasferimento delle nuove acquisizioni tecniche.

La politica di territorio, appunto. Questa non riguarda solo il comparto vitivinicolo, ma promana da questo comparto storicamente più evoluto per interessare anche i comparti zootecnico e lattiero-caseario, quello frutticolo e dei piccoli frutti con le loro implicazioni nel settore turistico fino a quello più generale della cultura. La Cultura del territorio.

Mi avvio rapidamente alla conclusione ricordando, con il Direttivo uscente, quanto di altro era stato messo in programma e che è stato fatto, o fatto parzialmente o che non siamo riusciti a fare.

Prima di tutto lo Statuto: è stato fatto un grosso lavoro di ammodernamento e già un anno fa saremmo stati pronti per indire un’Assemblea straordinaria: se non si è fatta è sostanzialmente per il necessario chiarimento nei rapporti con la FEM e l’opportunità di attendere forze nuove fra gli iscritti ed in Direzione. Crediamo di essere a buon punto.

Bene, invece, è andata la giornata in malga in Alta Valle di Non, il 24 luglio sc., a Castel Thun, passando per Fondo (dove abbiamo incontrato Gabriele Calliari presidente della Latteria Sociale) poi a Malga Romeno per finire ai Mieli Thun con una lezione d’amore per il territorio del collega apicoltore Andrea Paternoster a Vigo di Ton.

Un grazie particolare va al nostro Vicepresidente prof. Dal Rì che con i suoi collaboratori è riuscito a pubblicare l’Annuario 2009 dei Diplomati dello scorso anno e cui ieri sera sono stati assegnati Diplomi, attestati e riconoscimenti. Ce ne parlerà lui in seguito.

Ho il piacere di anticiparvi anche che con l’impegno della prof. Battistello e dell’ing. Tonelli si è concretizzato il sogno del Servizio post scuola come Programma di interfaccia Diplomati /Aziende battezzato“DIOGENE – CERCA LAVORO”. Il “grazie” qui va prima di tutto a coloro che liberamente e volontariamente hanno sopperito negli anni scorsi ad una funzione che ora finalmente è istituzionalizzata.

Da attivare invece, ed anche qui aspettiamo forze giovani, il Sito internet di Udias e la pubblicazione del volume sui “Portainnesti della vite”, la Raccolta dei cimeli storici e dei vini emblematici degli ex allievi.

In generale registriamo un clima migliore e più diretto nei rapporti con i vertici della FEM che ringraziamo nella persona del Presidente Salamini e, prima di chiudere, mi sia consentito esprimere ancora, anche a nome vostro, un augurio e due ringraziamento: l’augurio è all’indirizzo di Renzo Santoni per la sua salute; Santoni è stato il nostro secondo presidente dopo Bepi Andreaus e per lunghi anni presso la sua SAPEA ha interpretato lo spirito di Udias come presidente attivo ed efficace ed oggi con gli acciacchi dell’età sta in una Casa di riposo in Via Piave a Trento. A lui l’augurio quindi di tanta serenità. Un primo sentito grazie, invece, per i colleghi del Direttivo che per diversi motivi (soprattutto per somma d’impegni) lasciano oggi l’incarico che hanno ricoperto per anni profondendo la loro esperienza con l’apporto delle loro idee per cui meritano l’incondizionato riconoscimento di noi tutti e da ultimo, ma non ultimo, per Flavio Salvetti che dopo ben 12 anni di presidenza Udias, continua con la sua CEA Servizi di Villalagarina a fungere gratuitamente da sede operativa  per la segreteria della nostra Associazione, profondendo il suo impegno personale e dei suoi collaboratori.

Grazie di cuore, perché i costi, ancorché ridotti all’osso, devono essere sostenuti ed è per questo che vi proponiamo in questa sede di rivedere la quota sociale per il 2012, portandola a 30€.

Per le elezioni di stamane, due soli auspici: che ci sia un sano rinnovamento con forze fresche che affianchino i più stagionati nel segno della continuità d’azione e, soprattutto, che si individuino “voci libere”, specialisti e conoscitori dei comparti di provenienza, “coscienze accese” e schiene dritte per sostenere il programma futuro che, ovviamente, compete alla nuova Direzione.

Alla nuova Direzione, quindi, va il nostro augurio di buon lavoro ed a voi, cari Soci, un grazie sentito per la vicinanza dimostrata, per la partecipazione che sarà garanzia di proseguimento sulla strada indicataci da chi ci ha preceduto senza interesse personale, ma solo per amore a questo territorio ed alla nostra Scuola. Grazie per l’attenzione!

Angelo Rossi

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Commenti

    • Giuseppe
    • 27 Gennaio 2011

    Chiedo scusa ad Angelo, ho letto solo ora e per puro caso la relazione preparata per l’assemblea Unione Diplomati dell’Istituto Agrario di San Michele.
    Complimenti, è ricca di ottimi spunti.
    Una domanda: come diplomato I.P.A. posso iscrivermi a questa associazione?
    Saluti

    • Angelo
    • 1 Febbraio 2011

    Sì, certo Giuseppe, Udias è aperta a tutti coloro che hanno frequentato i corsi di San Michele, dal professionale ai master universitari. Il nuovo Direttivo poi, è ora fatto di giovani molto motivati per cui c’è da credere in una ancor migliore circolazione di idee.
    Scusami se rispondo solo ora, ma non ti … ho scoperto prima.

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