La notizia l’ha data Cristina Parodi al Tg5 delle 20 domenica scorsa: niente crisi al ristorante per gli italiani, che spendono a testa ben 1.100 euro all’anno per cenare fuori casa, una spesa pro capite più alta del resto d’Europa. Poi la Parodi lancia il servizio e già più che di ristorante si parla di pizzerie. Ma, cara Parodi e caro Tg5, 1.100 euro all’anno sono veramente così tanti quando per cenare in un ristorante di medio livello servono minimo, a testa, tra i 40 e 50 euro? E in pizzeria se ne spendono ormai una trentina… Ma facciamo un rapido calcolo: 1.100 euro divisi per 30 euro, fanno una media di 3 uscite a cena al mese, ma se iniziamo a considerare la spesa di un singolo che però paga anche per un’altra persona (fidanzata/o, moglie, marito…) arriviamo a un’uscita al mese. Senza considerare se si esce portandosi appresso anche i figli.
Mi domando come possano fare tutti i ristoranti gourmet a sopravvivere, e anche molti altri esercizi di livelli inferiori…
Chiosa il servizio del Tg5: insomma la crisi per gli italiani al ristorante non c’è… Mah.
Ma a proposito di dati, vediamone altri. Diminuiscono le vendite di bar e ristoranti in Europa, ma in Italia aumentano del 14,5% a fronte di ogni euro speso per i consumi domestici. Un’indagine del centro Helios, istituto di ricerca Confeuro, rivela l’anomalia dei consumatori italiani rispetto a quelli europei. La nostra ricerca – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – evidenzia una forte differenza dei consumatori italiani rispetto a quelli europei. Dell’intero fatturato Ue e relativo spese alimentari sostenute al di fuori delle mura domestiche degli ultimi dieci anni e pari a 11 miliardi – continua Tiso – il 95 per cento e’ italiano. La media europea e’ invece del 30 per cento. Il risultato di queste analisi e’ probabilmente anche il frutto del contenimento dei prezzi dei ristoratori italiani, al di sotto della media europea. Questi dati – conclude Tiso – dimostrano la straordinaria cultura enogastronomica degli Italiani, a conferma che l’agricoltura per questo Paese, non solo rappresenta un tratto essenziale della propria identita’, ma anche una straordinaria potenzialita’ di sviluppo”.
Da un’analisi divulgata dalla Coldiretti in occasione di San Faustino, invece, stando ai dati Istat relativi ai consumi delle famiglie risulterebbe che i single spendono per gli acquisti alimentari il 64% in piu’ rispetto alla media delle famiglie italiane. La spesa media per alimentari e bevande di un single e’ di 304 euro al mese, superiore del 64 per cento rispetto – sottolinea la Coldiretti – ai 185 euro mensili destinati alla tavola da ogni singola componente di una famiglia tipo italiana formata da in media da 2,5 persone. Motivi della maggiore incidenza della spesa sono certamente da ricercare – sostiene la Coldiretti – nella necessita’ per i single di acquistare spesso maggiori quantita’ di cibo per la mancanza di formati adeguati che comunque anche quando sono disponibili risultano molto piu’ cari di quelli tradizionali. A incidere sulla spesa mensile dei single sono nell’ordine: la carne (63 euro), frutta e verdura (59), pane, pasta e derivati dai cereali (51), latte, yogurt e formaggi (41), bevande (29), pesce (25), zucchero e caffe’ (24), oli e grassi (12). A incrementare la spesa alimentare, continua la Coldiretti, e’ anche l’elevata presenza di sprechiperche’ e’ piu’ facile, per la confezione di latte aperto, la mozzarella, la confezione di insalata aperta, i tortelloni iniziati rimanere in fondo al frigorifero ed essere inesorabilmente gettati nella pattumiera. I giovani single sono anche – precisa la Coldiretti – un segmento di popolazione con uno stile di vita attento a risparmiare tempo a favore del lavoro e soprattutto dello svago, che privilegia il consumo di piatti pronti a piu’ elevato costo che incidono maggiormente sulla busta della spesa. Peraltro un numero crescente di single, soprattutto tra i giovani, si dedica con passione alla cucina con scelta attenta degli ingredienti spesso acquistati direttamente dagli agricoltori nei mercati di ‘campagna amica’ di cui rappresentano una fetta importante di clientela. I prodotti piu’ acquistati, oltre alla frutta e verdura di stagione, sono formaggi, salumi e vino di qualita’ da non far mancare – conclude la Coldiretti – nelle serate speciali.