Test | Soave Runcaris 2011 con e senza solfiti. Due vini irriconoscibili

La ricetta della veneta cantina Fattori è semplice quanto difficile: solo vigneti nelle aree più vocate, solo uve di proprietà, sperimentazione in cantina, riduzione degli interventi in vigneto. Grazie a questi elementi, l’azienda con più di un secolo di storia, oggi condotta dai fratelli Antonio e Giovanni, ha raggiunto in questi anni risultati
importanti come l’International Trophy nella sezione White Single Varietal Under 10£ assegnato nel 2010 da
Decanter al Soave Motto Piane 2008. La nuova sfida della cantina, però, oggi è quella di produrre in sintonia con l’ambiente ottenendo prodotti sempre più naturali. Per questo l’azienda ha aderito al progetto Free Wine e a Vinitaly  di quest’anno ha portato il suo Soave Runcaris declinato sia nella versione classica, sia in quella “zero solfiti”, prodotto applicando il protocollo definito dall’associazione. Questo vino è stato fortemente voluto da Antonio Fattori: «La scelta di produrre un Soave zero solfiti aggiunti nasce  dalla nostra volontà di ridurre il più possibile gli interventi in cantina e di ascoltare sempre più l’esigenza del consumatore moderno. Se l’uva in vigneto si presenta perfettamente sana e in cantina riusciamo a rispettarla, possiamo ridurre al minimo gli interventi per preservare la qualità. Grazie a tecniche di criomacerazione, fermentazione prolungata a basse temperature e processi solo fisici e meccanici, abbiamo potuto eliminare l’aggiunta di anidride solforosa e questo è particolarmente apprezzato dal consumatore moderno, sempre più alla ricerca di vini naturali e salutari», mi aveva raccontato nel suo stand. Poi mi ha fatto recapitare a casa le due versioni di Soave, stessa annata 2011, e solo ieri le ho assaggiate…

Il Soave Runcaris 2011 classico e quello Free sembrano due vini completamente diversi, anzi, a dire il vero se il primo ha il gusto di un Soave di buona qualità che tutti conosciamo, il secondo sembra quasi un Gewuerztraminer. Come questo sia possibile, non essendo io un tecnico, non posso proprio dirlo, ma certo mi chiedo come un vino possa cambiare così dal giorno alla notte con o senza solfiti… Quasi come molte ragazze, che viste di sera e poi la mattina dopo, quasi non le riconosci.

Così, ho provato a informarmi, ma in rete non c’è un gran che… (leggi qualcosa qui). Ora chiamo il mio Gran Maestro della Confraternita della Vite e del Vino e lo interrogo. Intanto, se voi riuscite ad approfondire l’argomento, aspetto qui le vostre considerazioni.

 

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