I suoi piatti sembrano usciti dallo studio di Leonardo da Vinci.
E in sé certo Luigi Taglienti raccoglie le sue stesse doti: un po’ ingegnere, un po’ pittore, scultore, progettista, musicista, inventore e scienziato. Anche se dei fornelli.
Taglienti è sicuramente tra i più talentosi chef contemporanei under 40, e dal giugno del 2016 è di stanza al LUME in via Watt 37 a Milano, all’interno del complesso multifunzionale W37 (ex area Richard Ginori). Una Stella Michelin, vincitore dell’ambito premio OAD (Opionionated About Dining) come ‘Miglior nuovo ristorante europeo 2017’, sedersi al suo tavolo è fare un’esperienza complessa, ma non per questo scevra di guizzi di piacere immediati. Il resto, invece, è tutto un giocare a capire, ad andare fino in fondo per comprendere le architetture dei suoi piatti che fondono un forte legame con le sue origini liguri a una tecnica chirurgica e a uno studio scientifico in grado di sfornare alchimie. Del resto anche per il food vale quello che Jakie Treehorn ha ribadito nel famoso film dei fratelli Coen “Il grande Lebowski”: «Il cervello è la più vasta zona erogena». Per questo la cucina di Taglienti può essere in grado di far raggiungere vette di piacere insperate anche al gourmet più smaliziato, quello che ormai ha visto tutto e che niente lo può più stupire.
Se questo non bastasse, una nota per il pubblico femminile. Taglienti non è solo un talento da assaggiare, ma anche da vedere: alto, bello e austero, è sicuramente lo chef più elegante d’Italia e ha un savoir-faire che difficilmente si riesce a incontrare, in cucina e fuori.
E da oggi al ristorante LUME by Luigi Taglienti riapre l’incantevole dehors ORTO DI LUME: un progetto architettonico e decorativo, nato nel 2017, che ha lo scopo di sottolineare ed esprimere due parole chiave che si legano alla filosofia del ristorante e dello chef, “eredità ed evoluzione”. Questi due concetti si fondono tra di loro e si raccontano attraverso gli arredi e i colori che caratterizzando questo spazio esterno di 160 mq: una grande struttura total white a forma di voliera del XIX secolo, le decorazioni sui muri in stile Liberty e i sanpietrini del pavimento nel giardino sono elementi legati al passato rivisitati in chiave moderna, immersi nelle avvolgenti tonalità bianche grigie e verdi. E sarà un caso, ma anche Leonardo da Vinci aveva un orto, a pochi passi dal Refettorio del Cenacolo e dalle Grazie, che ebbe in dono da Ludovico il Moro a premio del suo soggiorno a Milano.
Erbe e alberi da frutto circondano lo spazio de l’ORTO DI LUME: basilico, rosmarino ma in particolar modo gli agrumi, con un’attenzione dedicata al limone, marchio a fuoco dello chef Taglienti, che esprime l’importanza dell’utilizzo delle acidità nelle sue preparazioni, riuscendo nell’intento di ricreare sfumature olfattive ed emotive contestualizzando la tradizione alla contemporaneità. Tre nuove portate festeggiano l’apertura 2018 del dehors di Taglienti e sono totalmente concepite intorno al mondo vegetale: proposte all’interno del menu à la carte, sono tre ricette composte da tre piatti vegetariani che mirano ancora una volta a esaltare il concetto di eredità & evoluzione.